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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Amministrative Piano di Sorrento e Vico Equense. Lauro (PdL): Felicitazioni ed auguri di buon lavoro ai rieletti Sindaci, Giovanni Ruggiero e Gennaro Cinque, e a tutti i consiglieri comunali, nella certezza che sapranno onorare la fiducia espressa dai cittadini, con un rinnovato impegno per la crescita civile, economica e sociale di Piano di Sorrento e di Vico Equense, nel rispetto dei valori della legalità e della democrazia. In relazione ai risultati delle elezioni amministrative di Piano di Sorrento e di Vico Equense, il sen. Raffaele Lauro (PdL) ha dichiarato: "La rielezione di Giovanni Ruggiero a Sindaco di Piano di Sorrento e di Gennaro Cinque a Sindaco di Vico Equense, con una straordinaria affermazione personale di entrambi, ed il risultato positivo delle liste, che li hanno lealmente sostenuti, premia ed esalta un impegno politico-amministrativo, serio, costante ed altamente produttivo, portato avanti, con determinazione e con coraggio, da Ruggiero e da Cinque, nel corso del primo mandato, e gli obiettivi conseguiti, al servizio esclusivo delle comunità amministrate. Questo importante successo, che testimonia, ancora una volta, la maturità e la lungimiranza di giudizio di un elettorato, che non ama le avventure e gli estremismi, ma apprezza la concretezza dell'operato degli amministratori, costituisce lo stimolo migliore per il loro secondo mandato, che sarà ancor più incisivo del primo e foriero di ulteriori obiettivi programmatici da conseguire, in quella nuova visione comprensoriale dei problemi della Penisola Sorrentina, che, oggi, accomuna unitariamente tutti gli amministratori locali della nostra terra. Nell'esprimere ai rieletti Sindaci, Ruggiero e Cinque, e a tutti i consiglieri comunali, le mie più vive felicitazioni, formulo gli auguri di buon lavoro, nella certezza che sapranno onorare la fiducia espressa dai cittadini, con un rinnovato impegno per la crescita civile, economica e sociale di Piano di Sorrento e di Vico Equense, nel rispetto dei valori della legalità e della democrazia." -------------------- Agenzie di stampa COMUNALI: LAURO (PDL), BUON LAVORO A SINDACI PIANO DI SORRENTO E VICO EQUENSE = RIELETTI GIOVANNI RUGGIERO E GENNARO CINQUE, PREMIATO IMPEGNO POLITICO E AMMINISTRATIVO Roma, 16 mag. - (Adnkronos) - "La strepitosa rielezione di Giovanni Ruggiero a sindaco di Piano di Sorrento e di Gennaro Cinque a sindaco di Vico Equense, con una straordinaria affermazione personale di entrambi, e il risultato positivo delle liste che li hanno lealmente sostenuti, premia ed esalta un impegno politico-amministrativo, serio, costante e altamente produttivo, portato avanti, con determinazione e coraggio,nel corso del primo mandato, e gli obiettivi conseguiti, al servizio esclusivo delle comunita' amministrate''. Il senatore Raffaele Lauro (PdL) commenta cosi' i risultati delle elezioni nei Comuni campani di Piano di Sorrento e Vico Equense. ''Questo importante successo, che testimonia ancora una volta la maturita' e la lungimiranza di giudizio di un elettorato, che non ama le avventure e gli estremismi, ma apprezza la concretezza dell'operato degli amministratori - sottolinea Lauro - costituisce lo stimolo migliore per il loro secondo mandato, che sara' ancor piu' incisivo del primo e foriero di ulteriori obiettivi programmatici da conseguire, in quella nuova visione comprensoriale dei problemi della Penisola Sorrentina, che, oggi, accomuna unitariamente tutti gli amministratori locali della nostra terra''. ''Nell'esprimere ai rieletti sindaci, Ruggiero e Cinque, e a tutti i consiglieri comunali, le mie piu' vive felicitazioni, formulo gli auguri di buon lavoro - conclude il senatore Pdl - nella certezza che sapranno onorare la fiducia espressa dai cittadini, con un rinnovato impegno per la crescita civile, economica e sociale di Piano di Sorrento e di Vico Equense, nel rispetto dei valori della legalita' e della democrazia". (Sin/Pn/Adnkronos) 16-MAG-11 18:36 NNNN
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PARLAMENTO, LAURO: OK RITIRO GRATTA E VINCI, MA NON BASTA Il senatore del Pdl commenta con Agicos la decisione di Camera e Senato di ritirare la vendita dei Gratta e vinci dagli uffici postali interni ai palazzi istituzionali. Lauro è soddisfatto, ma chiede di andare avanti con le misure urgenti sul gioco da lui presentate in un ddl. “Questa marcia indietro è apprezzabile, ma non basta. È necessario che il Parlamento approvi, al più presto, le misure urgenti sul gioco d'azzardo per la tutela dei minori, sul divieto di pubblicità ingannevole, sul riciclaggio e sulla trasparenza dei flussi finanziari in materia di scommesse”. Lo ha detto ad Agicos il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, in relazione al ritiro dell’offerta di giochi dagli uffici postali del Senato e della Camera, a seguito anche dell’appello rivolto ieri ai presidenti di Camera e Senato. “Ho inviato il mio disegno di legge, oltre che a tutti i senatori, ai capigruppo e ai presidenti delle commissioni del Senato, anche a tutti i deputati, nella speranza che proposte legislative analoghe, di iniziativa parlamentare, possano essere presentate anche alla Camera. Mi auguro, inoltre – ha aggiunto Lauro – che il presidente Schifani e la conferenza dei capigruppo del Senato vogliano decidere sulla calendarizzazione del provvedimento, in sede deliberante. Tutto ciò, in attesa del dibattito parlamentare sui documenti dell'antimafia, predisposti dal comitato antiriciclaggio, che hanno l'obiettivo primario di pervenire a una commissione parlamentare di inchiesta sul gioco d'azzardo. L'indagine, portata avanti, in questi mesi, dal comitato antiriciclaggio, presieduto dal senatore Li Gotti, e che, tra poche settimane, sarà sottoposta all'approvazione della commissione Antimafia, in sede plenaria, quindi resa pubblica, risulta sinceramente sconvolgente. A tal proposito, voglio ringraziare pubblicamente l’AAMS per aver inviato al comitato tutti i dati richiesti, in particolare quelli relativi alle entrate erariali e quelli relativi agli investimenti pubblicitari del settore. Spero che – ha concluso Lauro – il sistema mediatico nazionale e il mondo dell'informazione escano dal torpore ed informino adeguatamente la pubblica opinione sullo stato della situazione.” --------------- Agenzie di stampa Giochi, Lauro (Pdl): Ok ritiro "Gratta e vinci" ma non basta Roma, 12 MAG (Il Velino) - "Questa marcia indietro e' apprezzabile, ma non basta. E' necessario che il Parlamento vari, al piu' presto, le misure urgenti sul gioco d'azzardo per la tutela dei minori, sul divieto di pubblicita' ingannevole, sul riciclaggio e sulla trasparenza dei flussi finanziari in materia di scommesse". Cosi' il senatore Raffaele Lauro (Pdl) in merito al ritiro dell'offerta di giochi dagli uffici postali del Senato e della Camera. "Ho inviato il mio disegno di legge, oltre che a tutti i senatori, ai capigruppo ed ai presidenti delle commissioni del Senato, anche a tutti i deputati - continua Lauro -, nella speranza che proposte legislative analoghe, di iniziativa parlamentare, possano essere presentate anche alla Camera. Mi auguro, inoltre, che il presidente Schifani e la conferenza dei capigruppo del Senato vogliano decidere sulla immediata calendarizzazione del provvedimento, in sede deliberante. Tutto cio', in attesa del dibattito parlamentare sui documenti dell'antimafia, predisposti dal comitato antiriciclaggio, che hanno l'obiettivo primario di pervenire ad una commissione parlamentare di inchiesta sul gioco d'azzardo. L'indagine, portata avanti, in questi mesi, dal comitato antiricliclaggio, presieduto dal senatore Li Gotti, e che, tra poche settimane, sara' sottoposta all'approvazione della commissione antimafia, in sede plenaria, quindi resa pubblica, risulta sinceramente sconvolgente. Spero che, almeno allora, il sistema mediatico nazionale ed il mondo dell'informazione escano dal torpore ed informino adeguatamente la pubblica opinione sullo stato della situazione". - www.ilvelino.it - (com/gat) 121324 MAG 11 NNNN GIOCHI: LAURO (PDL), BENE RITIRO DA UFFICI POSTALI PARLAMENTO = MA NON BASTA, ORA MISURE URGENTI SU GIOCO D'AZZARDO PER TUTELA MINORI Roma, 12 mag. (Adnkronos) - ''Questa marcia indietro e' apprezzabile, ma non basta. E' necessario che il Parlamento approvi, al piu' presto, le misure urgenti sul gioco d'azzardo per la tutela dei minori, sul divieto di pubblicita' ingannevole, sul riciclaggio e sulla trasparenza dei flussi finanziari in materia di scommesse''. Lo ha detto ad Agicos il senatore del Pdl Raffaele Lauro, in relazione al ritiro dell'offerta di giochi dagli uffici postali del Senato e della Camera, a seguito anche dell'appello rivolto ieri ai presidenti di Camera e Senato. ''Ho inviato il mio disegno di legge -ha aggiunto Lauro- oltre che a tutti i senatori, ai capigruppo e ai presidenti delle commissioni del Senato, anche a tutti i deputati, nella speranza che proposte legislative analoghe, di iniziativa parlamentare, possano essere presentate anche alla Camera. Mi auguro, inoltre che il presidente Schifani e la conferenza dei capigruppo del Senato vogliano decidere sulla calendarizzazione del provvedimento, in sede deliberante''. ''Tutto cio' -ha rimarcato l'esponente del Pdl- in attesa del dibattito parlamentare sui documenti dell'antimafia, predisposti dal comitato antiriciclaggio, che hanno l'obiettivo primario di pervenire a una commissione parlamentare di inchiesta sul gioco d'azzardo. L'indagine, portata avanti, in questi mesi, dal comitato antiriciclaggio, presieduto dal senatore Li Gotti, e che, tra poche settimane, sara' sottoposta all'approvazione della commissione Antimafia, in sede plenaria, quindi resa pubblica, risulta sinceramente sconvolgente''. ''A tal proposito -ha concluso Lauro- voglio ringraziare pubblicamente l'Aams per aver inviato al comitato tutti i dati richiesti, in particolare quelli relativi alle entrate erariali e quelli relativi agli investimenti pubblicitari del settore. Spero che il sistema mediatico nazionale e il mondo dell'informazione escano dal torpore ed informino adeguatamente la pubblica opinione sullo stato della situazione''. 48 Giochi, Lauro (Pdl): Ok ritiro "Gratta e vinci" ma non basta 48 Giochi, Lauro (Pdl): Ok ritiro "Gratta e vinci" ma non basta Roma, 12 MAG (Il Velino) - "Questa marcia indietro e' apprezzabile, ma non basta. E' necessario che il Parlamento vari, al piu' presto, le misure urgenti sul gioco d'azzardo per la tutela dei minori, sul divieto di pubblicita' ingannevole, sul riciclaggio e sulla trasparenza dei flussi finanziari in materia di scommesse". Cosi' il senatore Raffaele Lauro (Pdl) in merito al ritiro dell'offerta di giochi dagli uffici postali del Senato e della Camera. "Ho inviato il mio disegno di legge, oltre che a tutti i senatori, ai capigruppo ed ai presidenti delle commissioni del Senato, anche a tutti i deputati - continua Lauro -, nella speranza che proposte legislative analoghe, di iniziativa parlamentare, possano essere presentate anche alla Camera. Mi auguro, inoltre, che il presidente Schifani e la conferenza dei capigruppo del Senato vogliano decidere sulla immediata calendarizzazione del provvedimento, in sede deliberante. Tutto cio', in attesa del dibattito parlamentare sui documenti dell'antimafia, predisposti dal comitato antiriciclaggio, che hanno l'obiettivo primario di pervenire ad una commissione parlamentare di inchiesta sul gioco d'azzardo. L'indagine, portata avanti, in questi mesi, dal comitato antiricliclaggio, presieduto dal senatore Li Gotti, e che, tra poche settimane, sara' sottoposta all'approvazione della commissione antimafia, in sede plenaria, quindi resa pubblica, risulta sinceramente sconvolgente. Spero che, almeno allora, il sistema mediatico nazionale ed il mondo dell'informazione escano dal torpore ed informino adeguatamente la pubblica opinione sullo stato della situazione". - www.ilvelino.it - (com/gat) 121324 MAG 11 NNNN
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Amministrative. Lauro (PdL): Per garantire, in futuro, la trasparenza, bisogna intervenire a monte, per imporre un criterio, che responsabilizzi direttamente i candidati, e costituisca, per le pesanti sanzioni previste, un forte deterrente per quei soggetti che progettano di fare da pontieri tra le istituzioni rappresentative e le consorterie criminali. Ciò per evitare ricorrenti strumentalizzazioni partitiche, come è avvenuto, in queste ore, a Napoli, dove un candidato sindaco, dal rivendicato e riconosciuto profilo istituzionale, come Mario Morcone, non ha esitato a coinvolgere, per motivi di bassa bottega elettorale, la sua amministrazione di provenienza e, indirettamente, un prefetto di altissima professionalità, come Andrea De Martino, nella polemica bagarre finale e in uno spettacolo di rivendicazioni, decisamente non apprezzabile e, per davvero, poco istituzionale. "I candidati alle elezioni politiche, europee, regionali, dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali, alla data della convocazione dei comizi elettorali, devono dichiarare, sotto la propria responsabilità, con certificazione autenticata con atto notarile, di non essere sottoposti ad alcun tipo di procedimento penale, neppure come indagati, avvisati delle indagini, tra quelli specificatamente previsti dal codice di autoregolamentazione della commissione antimafia, e di essere estranei, altresì, a qualsiasi attività, connessa, direttamente o indirettamente, a vario titolo, professionale, imprenditoriale, commerciale o per colleganza familiare con la criminalità organizzata o con circuiti criminali, nonché di possedere quei requisiti di affidabilità, di credibilità e di onorabilità, necessari per ricoprire un incarico pubblico o una pubblica responsabilità." Questa é la norma-chiave del disegno di legge, presentato stamane al Senato, dal sen. Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione Antimafia, che reca nel titolo "Norme a garanzia della trasparenza nella formazione delle liste elettorali e nelle candidature e proposte di nomina per i consigli di amministrazione di società pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica". Le norme sono estese, quindi, anche alle candidature o alle proposte di nomina per i consigli di amministrazioni e di società pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica, sia locali (municipalizzate) che nazionali. Le sanzioni sono molto pesanti. In caso di dichiarazioni non veritiere, infatti, rese al tempo della candidatura ed accertate ex post, o di situazioni pregiudizievoli, intervenute successivamente all’elezione o alla nomina, senza un’autodenunzia da parte dell’interessato o rinunzia alla carica pubblica, il responsabile del mendacio, o della mancata autodenunzia, sarà perseguito per il reato di falso in atto pubblico, con tutte le conseguenze che ciò può determinare, ivi comprese, qualora rinviato a giudizio, l’immediata decadenza dalla carica ricoperta e, in caso di condanna in primo grado, la pena accessoria, ed immediatamente esecutiva, dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. "La soluzione ottimale - ha dichiarato Lauro -, da me sostenuta anche in Commissione antimafia, sarebbe quella di porre a carico dei partiti un obbligo, giuridicamente sanzionato, per assicurare, in sede di formazione delle liste elettorali, una totale trasparenza delle candidature, volta a scongiurare il pericolo che risultino prima candidati e, poi, eletti, soggetti a vario titolo collusi, in modo diretto o indiretto, con la criminalità organizzata. Questa soluzione, tuttavia, presuppone una regolamentazione organica, per legge, dei partiti politici, che, fin dall'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, è stata da più parti auspicata, ma mai realmente attuata. Né, allo stato, appare realisticamente attuabile." "Ogni forma, inoltre, non giuridicamente sanzionata, - ha aggiunto Lauro -, volta a imporre comportamenti più virtuosi nella selezione della classe dirigente e nella formazione delle liste elettorali, non è apparsa, finora, e non appare, per il futuro, capace di risolvere il problema di fondo. L'adozione di codici di autoregolamentazione e di altri strumenti (protocolli etici, garanti della legalità), che, su base volontaristica, i partiti hanno deciso o decidano di adottare per garantire trasparenza, non è sembrata e non sembra idonea a realizzare lo scopo, configurandosi purtroppo come uno strumento blando e scarsamente efficace. Insomma trattasi di palliativi, che servono soltanto ad alimentare, di fronte ai fallimenti, le strumentalizzazioni politiche, le polemiche e gli scambi di accuse reciproche sull’ inquinamento delle liste avversarie, come è avvenuto, in queste ore, a Napoli, dove un candidato sindaco, dal rivendicato e riconosciuto profilo istituzionale, come Mario Morcone, non ha esitato a coinvolgere, per motivi di bassa bottega elettorale, la sua amministrazione di provenienza e, indirettamente, un prefetto di altissima professionalità, come Andrea De Martino, nella polemica bagarre finale e in uno spettacolo di rivendicazioni, decisamente non apprezzabile e, per davvero, poco istituzionale." "Alla luce di queste considerazioni - ha concluso Lauro - ho proposto di intervenire a monte per imporre un criterio di trasparenza, che responsabilizzi direttamente i candidati, e costituisca, per le pesanti sanzioni previste, un forte deterrente per quei soggetti che progettano di fare da pontieri tra le istituzioni rappresentative o società pubbliche, e le consorterie criminali. La cosiddetta zona grigia." ------------------- Agenzie di stampa ELEZIONI: LAURO (PDL), DDL PER TRASPARENZA CANDIDATURE (ANSA) - ROMA, 12 MAG - Alla vigilia di ogni elezione si presenta il problema di avere candidati senza pendenze giudiziarie e il senatore del Pdl Raffaele Lauro ha presentato un ddl che si avvale dell'autocertificazione davanti al notaio che vale non solo per le competizioni elettorali ma anche per gli incarichi pubblici. Il ddl di Lauro, che e' membro del'Antimafia, prevede, che ''i candidati alle elezioni politiche, europee, regionali, dei Consigli provinciali, comunali e circoscrizionali, alla data della convocazione dei comizi elettorali, devono dichiarare, sotto la propria responsabilita', con certificazione autenticata con atto notarile, di non essere sottoposti ad alcun tipo di procedimento penale, neppure come indagati, avvisati delle indagini, tra quelli specificatamente previsti dal codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia. E di essere estranei, altresi', a qualsiasi attivita', connessa, direttamente o indirettamente, a vario titolo, professionale, imprenditoriale, commerciale o per colleganza familiare con la criminalita' organizzata o con circuiti criminali''. Inoltre l'aspirante politico deve ''possedere quei requisiti di affidabilita', di credibilita' e di onorabilita', necessari per ricoprire un incarico pubblico o una pubblica responsabilita'''. Le norme sono estese anche alle proposte di nomina per i Consigli di Amministrazione e di societa' pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica, sia locali (municipalizzate) che nazionali. Le sanzioni previste dal ddl Lauro stabiliscono che in caso di dichiarazioni non veritiere rese al tempo della candidatura ed accertate ex post, o di situazioni pregiudizievoli, intervenute successivamente all'elezione o alla nomina, senza un'autodenuncia da parte dell'interessato o rinuncia alla carica pubblica, il responsabile sara' perseguito per il reato di falso in atto pubblico, con tutte le conseguenze che cio' puo' determinare, ivi comprese, qualora rinviato a giudizio, l'immediata decadenza dalla carica ricoperta e, in caso di condanna in primo grado, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici''. (ANSA). SES 12-MAG-11 12:12 NNNN AMMINISTRATIVE. LAURO (PDL): DDL PER GARANTIRE TRASPARENZA LISTE (DIRE) Roma, 12 mag. - Il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, membro della commissione Antimafia, ha presentato al Senato il disegno di legge 'Norme a garanzia della trasparenza nella formazione delle liste elettorali e nelle candidature e proposte di nomina per i consigli di amministrazione di societa' pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica'. Ecco come lo spiega: "I candidati alle elezioni politiche, europee, regionali, dei Consigli provinciali, comunali e circoscrizionali, alla data della convocazione dei comizi elettorali, devono dichiarare, sotto la propria responsabilita', con certificazione autenticata con atto notarile, di non essere sottoposti ad alcun tipo di procedimento penale, neppure come indagati, avvisati delle indagini, tra quelli specificatamente previsti dal codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia. E di essere estranei, altresi', a qualsiasi attivita', connessa, direttamente o indirettamente, a vario titolo, professionale, imprenditoriale, commerciale o per colleganza familiare con la criminalita' organizzata o con circuiti criminali. Nonche' di possedere quei requisiti di affidabilita', di credibilita' e di onorabilita', necessari per ricoprire un incarico pubblico o una pubblica responsabilita'. Le norme sono estese anche alle candidature o alle proposte di nomina per i Consigli di Amministrazione e di societa' pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica, sia locali (municipalizzate) che nazionali".Le sanzioni previste, spiega ancora il senatore Lauro (Pdl) sono molto pesanti: "In caso di dichiarazioni non veritiere, infatti, rese al tempo della candidatura ed accertate ex post, o di situazioni pregiudizievoli, intervenute successivamente all'elezione o alla nomina, senza un'autodenuncia da parte dell'interessato o rinuncia alla carica pubblica, il responsabile del mendacio, o della mancata autodenuncia, sara' perseguito per il reato di falso in atto pubblico, con tutte le conseguenze che cio' puo' determinare, ivi comprese, qualora rinviato a giudizio, l'immediata decadenza dalla carica ricoperta e, in caso di condanna in primo grado, la pena accessoria, ed immediatamente esecutiva, dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per Lauro "la soluzione ottimale, da me sostenuta anche in commissione Antimafia, sarebbe quella di porre a carico dei partiti un obbligo, giuridicamente sanzionato, per assicurare, in sede di formazione delle liste elettorali, una totale trasparenza delle candidature, volta a scongiurare il pericolo che risultino prima candidati e, poi, eletti, soggetti a vario titolo collusi, in modo diretto o indiretto, con la criminalita' organizzata. Questa soluzione, tuttavia, presuppone una regolamentazione organica, per legge, dei partiti politici, che, fin dall'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, e' stata da piu' parti auspicata, ma mai realmente attuata. Ne', allo stato, appare realisticamente attuabile". (Com/Anb/ Dire) 12:19 12-05-11 NNNN Elezioni, Lauro (Pdl): Ddl per trasparenza candidature Roma, 12 MAG (Il Velino) - Il senatore del Pdl Raffaele Lauro, membro della commissione Antimafia, ha presentato al Senato il disegno di legge "Norme a garanzia della trasparenza nella formazione delle liste elettorali e nelle candidature e proposte di nomina per i consigli di amministrazione di societa' pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica. "I candidati alle elezioni politiche, europee, regionali, dei Consigli provinciali, comunali e circoscrizionali - spiega - alla data della convocazione dei comizi elettorali, devono dichiarare, sotto la propria responsabilita', con certificazione autenticata con atto notarile, di non essere sottoposti ad alcun tipo di procedimento penale, neppure come indagati, avvisati delle indagini, tra quelli specificatamente previsti dal codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia. E di essere estranei, altresi', a qualsiasi attivita', connessa, direttamente o indirettamente, a vario titolo, professionale, imprenditoriale, commerciale o per colleganza familiare con la criminalita' organizzata o con circuiti criminali. Nonche' di possedere quei requisiti di affidabilita', di credibilita' e di onorabilita', necessari per ricoprire un incarico pubblico o una pubblica responsabilita'. Le norme sono estese anche alle candidature o alle proposte di nomina per i Consigli di Amministrazione e di societa' pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica, sia locali (municipalizzate) che nazionali. Le sanzioni previste sono molto pesanti. In caso di dichiarazioni non veritiere, infatti, rese al tempo della candidatura ed accertate ex post, o di situazioni pregiudizievoli, intervenute successivamente all'elezione o alla nomina, senza un'autodenuncia da parte dell'interessato o rinuncia alla carica pubblica, il responsabile del mendacio, o della mancata autodenuncia, sara' perseguito per il reato di falso in atto pubblico, con tutte le conseguenze che cio' puo' determinare, ivi comprese, qualora rinviato a giudizio, l'immediata decadenza dalla carica ricoperta e, in caso di condanna in primo grado, la pena accessoria, ed immediatamente esecutiva, dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici". Elezioni, Lauro (Pdl): Ddl per trasparenza candidature (2) Roma, 12 MAG (Il Velino) - "La soluzione ottimale, da me sostenuta anche in Commissione antimafia - aggiunge Lauro -, sarebbe quella di porre a carico dei partiti un obbligo, giuridicamente sanzionato, per assicurare, in sede di formazione delle liste elettorali, una totale trasparenza delle candidature, volta a scongiurare il pericolo che risultino prima candidati e, poi, eletti, soggetti a vario titolo collusi, in modo diretto o indiretto, con la criminalita' organizzata. Questa soluzione, tuttavia, presuppone una regolamentazione organica, per legge, dei partiti politici, che, fin dall'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, e' stata da piu' parti auspicata, ma mai realmente attuata. Ne', allo stato, appare realisticamente attuabile. Ogni forma, inoltre, non giuridicamente sanzionata volta a imporre comportamenti piu' virtuosi nella selezione della classe dirigente e nella formazione delle liste elettorali, non e' apparsa, finora, e non appare, per il futuro, capace di risolvere il problema di fondo. L'adozione di codici di autoregolamentazione e di altri strumenti (protocolli etici, garanti della legalita'), che, su base volontaristica, i partiti hanno deciso o decidano di adottare per garantire trasparenza, non e' sembrata e non sembra idonea a realizzare lo scopo, configurandosi purtroppo come uno strumento blando e scarsamente efficace. Insomma trattasi di palliativi, che servono soltanto ad alimentare, di fronte ai fallimenti, le strumentalizzazioni politiche, le polemiche e gli scambi di accuse reciproche sull'inquinamento delle liste avversarie, come e' avvenuto, in queste ore, a Napoli, dove un candidato sindaco, dal rivendicato e riconosciuto profilo istituzionale, come Mario Morcone, non ha esitato a coinvolgere, per motivi di bassa bottega elettorale, la sua amministrazione di provenienza e, indirettamente, un prefetto di altissima professionalita', come Andrea De Martino, nella polemica bagarre finale e in uno spettacolo di rivendicazioni, decisamente non apprezzabile e, per davvero, poco istituzionale. Alla luce di queste considerazioni ho proposto di intervenire a monte per imporre un criterio di trasparenza, che responsabilizzi direttamente i candidati, e costituisca, per le pesanti sanzioni previste, un forte deterrente per quei soggetti che progettano di fare da pontieri tra le istituzioni rappresentative o societa' pubbliche, e le consorterie criminali. La cosiddetta zona grigia". - www.ilvelino.it - (com/ala) 121234 MAG 11 NNNN ----------------- DDL SENATO DELLA REPUBBLICA AS .... ———– XVI LEGISLATURA ———– DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa del senatore LAURO ———– Norme a garanzia della trasparenza nella formazione delle liste elettorali e nelle candidature o proposte di nomina per i consigli di amministrazione di società pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica ———– Onorevoli senatori. - La Commissione antimafia, nella seduta del 18 febbraio 2010, nel licenziare la prescritta Relazione al Parlamento, approvò, altresì, e sempre all'unanimità, un codice di autoregolamentazione, offerto ai partiti, che costituisse la "bussola" nella formazione delle liste dei propri candidati alle diverse competizioni elettorali. Purtroppo il codice, nonostante le iniziali buone intenzioni, non ha prodotto risultati soddisfacenti e significativi. Al contrario ha alimentato polemiche tra i partiti senza conseguire l’obiettivo, prefissato sul piano istituzionale. La soluzione ottimale, sostenuta anche in Commissione antimafia, sarebbe certamente quella di porre a carico dei partiti un obbligo, giuridicamente sanzionato, per assicurare, in sede di formazione delle liste elettorali, una totale trasparenza delle candidature, volta a scongiurare il pericolo che risultino prima candidati e, poi, eletti, soggetti a vario titolo collusi, in modo diretto o indiretto, con la criminalità organizzata. Questa soluzione, tuttavia, presuppone una regolamentazione organica, per legge, dei partiti politici, che, fin dall'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, è stata da più parti auspicata, ma mai realmente attuata. Né, allo stato, appare realisticamente attuabile. Ogni forma non giuridicamente sanzionata, volta a imporre comportamenti più virtuosi nella selezione della classe dirigente e nella formazione delle liste elettorali, non è apparsa, finora, e non appare, per il futuro, capace di risolvere il problema di fondo. L'adozione di codici di autoregolamentazione e di altri strumenti (ad es.: protocolli etici, garanti della legalità), che, su base volontaristica, i partiti hanno deciso o decidano di adottare per garantire trasparenza, non è sembrata e non sembra idonea a realizzare lo scopo, configurandosi purtroppo come uno strumento blando e scarsamente efficace. Insomma trattasi di palliativi, che servono soltanto ad alimentare, di fronte ai fallimenti, strumentalizzazioni politiche, polemiche e scambi di accuse reciproche sull’ inquinamento delle liste avversarie. Alla luce di queste considerazioni appare necessario intervenire a monte per imporre un criterio di trasparenza, che responsabilizzi direttamente i candidati, e costituisca una forte deterrenza per quei soggetti che progettano di fare i pontieri tra le istituzioni rappresentative o società pubbliche, e le consorterie criminali. La cosiddetta “zona grigia”! La finalità è di rendere più rigorosa la scelta dei soggetti da inserire nelle liste elettorali o alla guida di società pubbliche, nel quadro di un processo volto alla formazione e alla selezione di classi dirigenti ai tutti i livelli istituzionali, nessuno escluso: dalle rappresentanze locali a quelle nazionali; dalle nomine pubbliche locali (municipalizzate) a quelle in società pubbliche, di dimensioni nazionali o internazionali. Appare necessario ed urgente scongiurare il pericolo che, all’interno della competizione elettorale prima e nell’area di amministrazione pubblica poi, o nell’amministrazione di importanti settori dei servizi o comparti dell’economia in mano pubblica, siano coinvolti interessi connessi alla criminalità organizzata, secondo progetti programmati e realizzati anche con il voto di scambio, con il controllo del territorio o con il condizionamento mafioso di nomine pubbliche, per l’accaparramento degli appalti pubblici o di risorse pubbliche.. Occorre prevenire ed evitare il coinvolgimento giudiziario di responsabili politici e amministratori pubblici o di società pubbliche, in collusioni con la malavita e di assicurare alle comunità locali e a quella nazionale, sistemi di amministrazione trasparenti e impermeabili ai condizionamenti e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. A tal fine, il presente disegno di legge prevede che i candidati alle elezioni o a qualsiasi nomina pubblica, a qualsiasi livello di governo, centrale o periferico, presentino, oltre ai requisiti previsti dalle norme specifiche, previste dalle leggi in materia, anche un'autocertificazione, autenticata con atto notarile, nella quale ciascun candidato all’elezione o alla nomina pubblica, dichiara, sotto la sua personale responsabilità, non solo di non essere sottoposto a nessun tipo di procedimento penale, neppure come indagato, avvisato delle indagini, tra quelli specificatamente previsti dal codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia, ma di essere altresì estraneo a qualsiasi attività, connessa, direttamente o indirettamente, a vario titolo, con la criminalità organizzata o con circuiti criminali, nonché di possedere quei requisiti di affidabilità, di credibilità e di onorabilità, necessari per ricoprire un incarico pubblico o una pubblica responsabilità. In caso di dichiarazioni non veritiere, rese al tempo della candidatura ed accertate ex post, o di situazioni pregiudizievoli, intervenute successivamente all’elezione o alla nomina, senza un’autodenunzia da parte dell’interessato o rinunzia alla carica pubblica, il responsabile del mendacio o della mancata autodenunzia sarà perseguito per reato di falso in atto pubblico, con tutte le conseguenze che ciò può determinare, ivi comprese, qualora rinviato a giudizio, l’immediata decadenza dalla carica ricoperta e, in caso di condanna in primo grado, la pena accessoria, ed immediatamente esecutiva, dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Art. 1 1. I candidati alle elezioni politiche, europee, regionali, dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, dichiarano, sotto la propria responsabilità, con certificazione autenticata con atto notarile, che nei loro confronti non sia stato emesso decreto che dispone il giudizio, ovvero non sia stata emessa misura cautelare personale non revocata né annullata, ovvero che non si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive, ovvero che non siano stati condannati con sentenza anche non definitiva, in relazione a uno dei seguenti delitti: a) delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale; b) estorsione (articolo 629 del codice penale), usura (articolo 644 del codice penale); c) riciclaggio e impiego di danaro di provenienza illecita (articolo 648-bis e articolo 648-ter del codice penale); d) trasferimento fraudolento di valori (articolo 12-quinquies del decreto-legge 8 giugno 1992, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356); e) omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte delle persone sottoposte ad una misura di prevenzione disposta ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva per il delitto previsto dall’articolo 416-bis del codice penale (articolo 31 della legge 13 settembre 1982, n. 646); f) attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); g) delitti le cui caratteristiche o modalità di commissione rientrino nelle pratiche comuni alle attività a carattere mafioso, previste dall’articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203. 2. Con la medesima dichiarazione, i candidati di cui al comma 1 attestano che, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, non ricorra una delle seguenti condizioni: a) sia stata disposta l’applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, ancorché non definitive, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575; b) siano stati imposti divieti, sospensioni e decadenze ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575; c) siano stati rimossi, sospesi o dichiarati decaduti ai sensi dell’articolo 142 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 3. Con la medesima dichiarazione, i candidati, di cui al comma 1, attestano la loro estraneità e non contiguità diretta o indiretta, per attività professionale, imprenditoriale o commerciale, o per colleganza famigliare, ad associazioni o ad ambienti criminali, nonché di possedere quei requisiti di affidabilità, di credibilità e di onorabilità, necessari per ricoprire un incarico pubblico o una pubblica responsabilità. 4. Alle dichiarazioni, di cui ai commi precedenti, sono tenuti anche coloro che intendono candidarsi o essere proposti per i consigli di amministrazione di società pubbliche o a prevalente partecipazione pubblica, nazionali o locali. 5. In caso di dichiarazioni non veritiere, rese al tempo della candidatura ovvero in caso di mancata denuncia di situazioni intervenute successivamente all'elezione o alla nomina, si applica la pena prevista per il reato di cui all'articolo 476 del codice penale, ivi comprese, qualora rinviato a giudizio, l’immediata decadenza dalla carica ricoperta e, in caso di condanna in primo grado, la pena accessoria, ed immediatamente esecutiva, dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
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Pirateria. Sicurezza navale italiana. Lauro (PdL): Il nostro paese non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata. Il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza. "Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata, adeguatamente equipaggiata, al fine di prevenire, sulle rotte a rischio, i gravi pericoli derivanti dalla pirateria, il nostro paese non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata, lasciando così le imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza. Il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza." Con queste motivazioni, il sen. Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione Affari Costituzionali, ha illustrato, stamane, al Senato, come primo firmatario, un disegno di legge, in un solo articolo, sulla protezione delle navi mercantili italiane in alto mare, contro gli atti di pirateria. Tre sono le novità del provvedimento: l'obbligatorietà, per le società di navigazione, di dotare le proprie navi di servizi di vigilanza privata a bordo; la deducibilità o detraibilità, in sede fiscale, degli oneri finanziari che le società navali dovranno sostenere per provvedere alle scorte armate a bordo; ed, infine, la possibilità, da parte del Governo, in casi straordinari e di particolare rischio, al fine di tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano, di prevedere, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta messa a disposizione dalla Marina Militare Italiana. "I pirati sono ben informati - ha concluso Lauro - di questa carenza di sicurezza delle nostre navi mercantili, per cui, per loro, diventa quasi un gioco, con barchini leggeri, accostare, di notte, una nave italiana e, con poche persone armate, abbordarla, sequestrarla e condurla, con l'intero equipaggio, fatto prigioniero, nei loro porti protetti e chiedere riscatti. Sussistendo, tuttavia, i requisiti di necessità e di urgenza, mi auguro che il Governo possa provvedere, sulla delicata materia, con un decreto legge." ------------------------ Agenzie di stampa Pirateria, Lauro (Pdl): Ddl per dare a navi italiane scorta armata Roma, 13 MAG (Il Velino) - "Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata, adeguatamente equipaggiata, al fine di prevenire, sulle rotte a rischio, i gravi pericoli derivanti dalla pirateria, il nostro Paese non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata, lasciando cosi' le imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza. Il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza." Con queste motivazioni, il senatore Raffaele Lauro (Pdl), membro della commissione Affari costituzionali, ha illustrato oggi, come primo firmatario, un disegno di legge, in un solo articolo, sulla protezione delle navi mercantili italiane in alto mare, contro gli atti di pirateria. Tre sono le novita' del provvedimento: l'obbligatorieta', per le societa' di navigazione, di dotare le proprie navi di servizi di vigilanza privata a bordo; la deducibilita' o detraibilita', in sede fiscale, degli oneri finanziari che le societa' navali dovranno sostenere per provvedere alle scorte armate a bordo; ed, infine, la possibilita', da parte del governo, in casi straordinari e di particolare rischio, al fine di tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano, di prevedere, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta messa a disposizione dalla Marina militare italiana. "I pirati sono ben informati - spiega - di questa carenza di sicurezza delle nostre navi mercantili, per cui, per loro, diventa quasi un gioco, con barchini leggeri, accostare, di notte, una nave italiana e, con poche persone armate, abbordarla, sequestrarla e condurla, con l'intero equipaggio, fatto prigioniero, nei loro porti protetti e chiedere riscatti. Sussistendo, tuttavia, i requisiti di necessita' e di urgenza, mi auguro che il governo possa provvedere, sulla delicata materia, con un decreto legge". - www.ilvelino.it - (com/gat) 131101 MAG 11 NNNN PIRATI: DDL LAURO (PDL) PER SCORTA ARMATA SU NAVI ITALIANE = 'PARLAMENTO PROVVEDA A COLMARE VUOTO LEGISLATIVO' Roma, 13 mag. (Adnkronos) - In Italia non c'e' ''alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata, lasciando cosi' le imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza''. E' quanto denuncia il senatore Raffaele Lauro (Pdl), secondo il quale ''il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza''. Lauro, membro della Commissione Affari Costituzionali, ha illustrato stamattina al Senato, come primo firmatario, un disegno di legge in un solo articolo sulla protezione delle navi mercantili italiane in alto mare, contro gli atti di pirateria. Tre sono le novita' del provvedimento: l'obbligatorieta', per le societa' di navigazione, di dotare le proprie navi di servizi di vigilanza privata a bordo, la deducibilita' o detraibilita', in sede fiscale, degli oneri finanziari che le societa' navali dovranno sostenere per provvedere alle scorte armate a bordo ed, infine, la possibilita', da parte del Governo, ''in casi straordinari e di particolare rischio, al fine di tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano'', di prevedere, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta messa a disposizione dalla Marina Militare Italiana. "Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata, adeguatamente equipaggiata, al fine di prevenire, sulle rotte a rischio, i gravi pericoli derivanti dalla pirateria -rileva Lauro- il nostro paese non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata, lasciando cosi' le imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza''. "I pirati sono ben informati di questa carenza di sicurezza delle nostre navi mercantili, per cui, per loro, diventa quasi un gioco, con barchini leggeri, accostare, di notte, una nave italiana e, con poche persone armate, abbordarla, sequestrarla e condurla, con l'intero equipaggio, fatto prigioniero, nei loro porti protetti e chiedere riscatti. Sussistendo, tuttavia, i requisiti di necessita' e di urgenza, mi auguro -conclude- che il Governo possa provvedere, sulla delicata materia, con un decreto legge". (Sin/Col/Adnkronos) 13-MAG-11 11:58 NNNN ------------------- DDL SENATO DELLA REPUBBLICA AS .... ———– XVI LEGISLATURA ———– DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa del senatore LAURO ———– Disposizioni concernenti lo svolgimento di servizi di vigilanza privata per la protezione delle navi mercantili italiane in alto mare contro gli atti di pirateria ———– Onorevoli senatori. - Il disegno di legge affronta la problematica, quanto mai attuale, della sicurezza delle imbarcazioni battenti bandiera italiana in navigazione nelle aree interessate dalla pirateria marittima. Si tratta di un fenomeno che ha assunto, in questi ultimi anni, proporzioni molto elevate ed ha indotto la comunità internazionale ad assumere iniziative volte a contrastare questa minaccia. La pirateria rappresenta un grave pericolo per la libertà di navigazione, per i trasporti e per le altre attività che si svolgono nelle acque internazionali. Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata, adeguatamente equipaggiati al fine di prevenire i gravi rischi, sia per il personale a bordo, sia per i trasportati, il nostro Paese, invece, non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi battenti bandiera italiana di imbarcare addetti alla sicurezza privata, lasciando così le imbarcazioni italiane gravemente esposte alla minaccia dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza. A ciò provvede il presente disegno di legge che rende obbligatorio per le società di navigazione il ricorso ai servizi di vigilanza privata, essendo tali navi pur sempre territorio italiano. Esso consta di un unico articolo. Al comma 1, è previsto che i servizi di vigilanza privata di cui agli articoli 133 e seguenti del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (R.D. 18 giugno 1931, n. 773) siano obbligatoriamente svolti, con l'impiego di guardie giurate e l'utilizzo di armi comuni da sparo, a protezione, oltre che delle merci e dei valori, anche delle persone imbarcate su navi mercantili e da pesca battenti bandiera italiana in acque internazionali, in cui esiste il rischio di atti di pirateria. Gli oneri che le società navali dovranno sostenere per dotarsi di scorte armate private sono deducibili o detraibili in sede di dichiarazione dei redditi. È utile ricordare che il Titolo IV del testo unico reca norme relative alle guardie particolari e agli istituti di vigilanza e di investigazione privata (articoli 133-141). Le guardie private esercitano attività di vigilanza o custodia di beni mobili o immobili per conto di privati o alle dipendenze di enti o di istituti di vigilanza, oppure attività investigativa alle dipendenze di istituti di investigazione. Con particolare riferimento all'utilizzo dei servizi di vigilanza privata di cui al presente disegno di legge, è opportuno segnalare che, ad oggi, non esistendo una definizione normativa di nave mercantile, si intendono ricomprese nella categoria le navi che non appartengono alla Marina militare. Per quanto riguarda la categoria particolare di navi mercantili rappresentate dalle navi da pesca, se ne può rinvenire invece una definizione nell'articolo 2 del decreto legislativo n. 298 del 1999 (Attuazione della direttiva 93/103/CE relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di salute per il lavoro a bordo delle navi da pesca), il quale stabilisce che, agli effetti delle disposizioni di cui all'appena citato decreto, si intende per nave da pesca ogni imbarcazione battente bandiera di uno Stato membro dell'Unione europea o registrata sotto la piena giurisdizione di uno Stato membro, impiegata per fini commerciali per la cattura, o per la cattura e la lavorazione, del pesce o di altre risorse vive del mare. Il comma 2 rimette ad un decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa - con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - da emanare entro due mesi ovvero sessanta giorni dall'entrata in vigore del provvedimento in esame, la definizione delle caratteristiche, delle condizioni e dei requisiti per il possesso, l'utilizzo, l'acquisizione e il trasporto delle armi per la prestazione dei servizi di protezione armati di cui si è detto. Con riferimento all'utilizzo delle armi comuni da sparo va ricordato che la legge 18 aprile 1975 n. 110 (Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi), all'articolo 2, disciplina le armi e munizioni comuni da sparo la cui ricognizione viene effettuata attraverso il Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, istituito dall'articolo 7 della medesima legge con la funzione di autorizzare la produzione o l'importazione definitiva di armi, mediante l'attribuzione a ogni specifico modello o prototipo della qualifica di arma comune da sparo. Il comma 3 prevede che, sempre con decreto del Ministro dell'interno, in casi straordinari e particolarmente a rischio, per tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano, possa essere prevista, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta armata messa a disposizione dalla marina militare. Ciò al fine di evitare che gli armatori italiani siano costretti a cambiare bandiera per ottenere maggiore tutela. Art. 1. 1. E' fatto obbligo alle società navali mercantili e da pesca, battenti bandiera italiana nelle acque internazionali, in cui esiste il rischio di atti di pirateria contro la sicurezza delle persone e dei beni, di dotarsi dei servizi di vigilanza privata, come disciplinati dagli articoli 133 e seguenti del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, e dagli articoli 249 e seguenti del relativo regolamento per l'esecuzione, di cui al regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, e successive modificazioni, con l'impiego di guardie giurate e con l'utilizzo di armi comuni da sparo, a protezione delle persone, delle merci e dei valori. I relativi oneri sono detraibili o deducibili in sede di dichiarazione dei redditi. 2. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti da emanare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti le caratteristiche, le condizioni e i requisiti per il possesso, l'utilizzo, l'acquisizione e il trasporto delle armi per la prestazione dei servizi di protezione delle persone e dei beni sulle navi di cui al comma 1, al fine di prevenire e di reprimere gli atti di pirateria. 3. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, in casi straordinari e particolarmente rischiosi, per garantire la sicurezza nazionale e dell'armamento italiano, può essere assegnata anche una scorta armata, messa a disposizione dalla marina militare.
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Giochi. Lauro (PdL): L'offerta dei giochi è arrivata negli Uffici Postali del Senato e della Camera. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari? In relazione alla comparsa, da alcuni giorni, negli Uffici Postali del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, di offerte di giochi, il sen. Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione Antimafia, stamane, al Senato, ha dichiarato: "L'offerta dei giochi è finalmente arrivata in Parlamento. Se ne avvertiva il bisogno. Me ne compiaccio. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?" "Mi appello - ha concluso Lauro - ai Presidenti del Senato e della Camera, affinché questa decisione venga immediatamente revocata." ------------------------ Agenzie di stampa Giochi, Lauro: A quando slot machine a Palazzo Madama e Montecitorio? Roma, 11 MAG (Il Velino) - In relazione alla comparsa, da alcuni giorni, negli uffici postali del Senato e della Camera, di offerte di giochi, il senatore Raffaele Lauro (Pdl), membro della Commissione Antimafia, dichiara: "L'offerta dei giochi e' finalmente arrivata in Parlamento. Se ne avvertiva il bisogno. Me ne compiaccio. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?. Mi appello ai presidenti del Senato e della Camera, affinche' questa decisione venga immediatamente revocata". - www.ilvelino.it - (com/gat) 111346 MAG 11 NNNN GIOCHI. LAURO: A QUANDO SLOT MACHINES IN BUVETTE SENATO E CAMERA? SCHIFANI E FINI INTERVENGANO PER STOP A OFFERTE IN UFFICI POSTALI (DIRE) Roma, 11 mag. - "L'offerta dei giochi e' finalmente arrivata in Parlamento. Se ne avvertiva il bisogno. Me ne compiaccio. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?". Cosi' il senatore Raffaele Lauro (Pdl), membro della commissione Antimafia in relazione alla comparsa, da alcuni giorni, negli uffici postali del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, di offerte di giochi. "Mi appello- ha concluso Lauro- ai presidenti del Senato e della Camera, affinche' questa decisione venga immediatamente revocata". (Com/Vid/ Dire) 13:59 11-05-11 NNNN GIOCHI: LAURO (PDL), A QUANDO SLOT MACHINES NELLA BUVETTE CAMERA E SENATO? = 'PRESIDENTI MONTECITORIO E MADAMA RITIRINO GIOCHI IN UFFICI POSTALI PARLAMENTO' Roma, 11 mag. - (Adnkronos) - "L'offerta dei giochi e' finalmente arrivata in Parlamento. Se ne avvertiva il bisogno. Me ne compiaccio. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?". Usa l'ironia il senatore Raffaele Lauro (Pdl), componente della Commissione Antimafia, per commentare la comparsa di alcuni giochi, negli Uffici Postali del Senato e della Camera. "Mi appello ai Presidenti del Senato e della Camera, affinche' questa decisione venga immediatamente revocata", ammonisce Lauro. (Sin/Pn/Adnkronos) 11-MAG-11 14:22 NNNN Giochi, Lauro (PdL): A quando le slot nelle buvette delle Aule? Senatore contro distributori in uffici postali del Parlamento roma, 11 MAG (Il Velino/Agicos) - "L'offerta dei giochi e' finalmente arrivata in Parlamento. Se ne avvertiva il bisogno. Me ne compiaccio. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?". Lo ha detto il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, in relazione alla comparsa, da alcuni giorni, negli Uffici Postali del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, di distributori di Gratta e Vinci. "Mi appello" ha concluso Lauro "ai presidenti del Senato e della Camera, affinche' questa decisione venga immediatamente revocata". - www.ilvelino.it - (agc) 111516 MAG 11 NNNN GIOCHI. GRATTA E VINCI IN PARLAMENTO, MA E' STOP PER I DEPUTATI DA IERI VENDITA IN UFFICI POSTE, OGGI DIRETTORE LI BLOCCA (DIRE) Roma, 11 mag. - In maniera molto soft, senza essere esposti e quindi a richiesta, da ieri sono in vendita negli uffici postali di Camera e Senato i tagliandi del 'gratta e vinci'. Un 'debutto' che, pero', non e' una novita' per le Poste italiane visto che questo prodotto e' da mesi in vendita negli negli uffici postali fuori del 'Palazzo'. La novita', pero', non e' affatto piaciuta al senatore del Pdl Raffaele Lauro che in una nota ha invitato i presidenti delle Camere ad intervenire per "revocare immediatamente questa decisione". D'altra parte, si precisa negli uffici, esiste un piano di attivita' commerciale delle Poste italiane. Tra queste, c'e' proprio l'abilitazione alla vendita di una serie di prodotti, come libri o cd, e anche dei 'gratta e vinci'. Dunque, nulla di strano, si sottolinea, cosi' come esiste un piano di implementazione degli uffici abilitati alla vendita. Ecco perche' da ieri i tagliandi del 'gratta e vinci' sono approdati al Senato e alla Camera. Nell'arco di 24 ore, pero', a Montecitorio e' gia' arrivato lo stop alla vendita dei tagliandi. Sembra, infatti, che il direttore dell'ufficio postale abbia deciso di bloccarli. A chi voleva acquistare il 'gratta e vinci', infatti, i dipendenti dell'ufficio hanno risposto che non era possibile. D'altra parte, hanno aggiunto, "e' evidente che questo non e' un ufficio postale come gli altri, siamo in un palazzo prestigioso dal punto di vista istituzionale che, tra l'altro, non e' aperto al pubblico". Interpellate sulla questione, le Poste italiane preferiscono per il momento non commentare. La lotteria istantanea venne introdotta in Italia nel febbraio del 1994 dalla finanziaria del governo Ciampi. Il primo 'gratta e vinci' prese il nome di 'La fontana della fortuna'. (Vid/ Dire) 15:35 11-05-11 NNNN GIOCHI: 'GRATTA E VINCI' DA IERI ANCHE A CAMERA E SENATO. ED E' POLEMICA = +++Da stamattina stop vendite a Montecitorio. Per ora 'no comment' da Poste italiane+++. (ASCA) - Roma, 11 mag - La novita' e' arrivata ieri, ma tutta in sordina: negli uffici postali di Camera e Senato, a richiesta, e' possibile acquistare i 'Gratta e vinci', piu' correttamente detti 'lotterie istantanee'. La 'rivoluzione' sarebbe anche passata inosservata, tanto prudente e' stata la politica degli uffici in questione: nessuna locandina a pubblicizzare il passo, niente schedine in bella vista ad occhieggiare agli utenti in fila per pagamenti e invio di missive (parlamentari, ma anche molti funzionari ed impiegati dei Palazzi). Eppure la notizia non e' passata inosservata a tutti, visto che ha sollevato da subito non poche polemiche. Risultato: alla Camera, dopo il battesimo, la direzione ha ritenuto piu' opportuno questa mattina sospendere la vendita dei Gratta e vinci (''Ieri c'erano, ma stamattina ci hanno detto di non venderli piu''', spiegano agli sportelli), mentre da Palazzo Madama il senatore Pdl, Raffaele Lauro, ha diramato un comunicato tagliente in cui si chiede: ''A quando le slot machines alla buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio per garantire un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?'', sollecitando poi i presidenti di Camera e Senato perche' intervengano ''affinche' questa decisione venga immediatamente revocata''. Ma c'e' chi fa osservare che, ancorche' nei Palazzi, si tratta pur sempre di uffici a pieno titolo di Poste italiane, dove da tempo e' possibile acquistare oltre che francobolli anche altri prodotti, da quelli finanziari all'oggettistica, a libri, cd ed altro. Oltre tutto le Poste non sono neppure concessionarie dei 'Gratta e vinci' e offrono soltanto il servizio, nell'ambito di una politica commerciale volta ad implementare le vendite. Interpellata in proposito, Poste italiane preferisce al momento non commentare. njb/vlm 111540 MAG 11 NNNN CAMERA: STOP DOPO ESORDIO 'GRATTA E VINCI' A UFFICIO POSTALE = (AGI) - Roma, 11 mag. - Veni, vidi ma per ora non gratti, ne' vinci. Almeno alla Camera, dove da oggi non sono piu' in vendita i gratta e vinci che avevano fatto il loro esordio giusto ieri. Nulla di strano, visto che si tratta della messa in atto di un accordo tra Consorzio lotterie nazionale e Poste Spa, relativo fra l'altro alla vendita allo sportello dei tagliandi in 7mila uffici postali. Quelli all'interno di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama sono uffici postali a tutti gli effetti, ma, data la loro collocazione, non e' difficile immaginare che un'offerta come la lotteria istantanea, peraltro in passato acquistabile presso la tabaccheria, rientri nelle questioni da portare alla valutazione dell'ufficio dei Questori di Montecitorio. Risultato, vendita sospesa. Proprio oggi era stato il senatore Pdl Raffaele Lauro a commentare la novita' nei due rami del Parlamento con un ironico "se ne avvertiva il bisogno, me ne compiaccio. A quando le slot machines nella buvette di Palazzo Madama e di Montecitorio, per garantire, a senatori e deputati, un sano intrattenimento nell'intervallo dei lavori parlamentari?". (AGI) Bal 111751 MAG 11
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