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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Convegno ANEV Eolica Roma – Nuova Fiera di Roma Mercoledì, 30 settembre 2009 Nel nostro Paese il comparto energetico legato all’eolico ha un indotto economico estremamente rilevante, e anche nel primo semestre del 2009 i numeri registrati rilevano una sostanziale e continua crescita dell’occupazione e nelle realizzazioni nei settori inerenti l’eolico. Attualmente il numero degli occupati, diretti ed indiretti, si aggira nell’intorno delle 22.000 unità con prospettive di crescita ulteriore che porterebbero al 2020 a triplicare tale valore. È importante sottolineare come l’impatto occupazionale ricada principalmente nelle zone del centro – sud Italia, aree notoriamente affette da un’endemica carenza di posti di lavoro. Per quanto riguarda l’industria il dato è altrettanto significativo, vista la continua crescita di aziende italiane che si occupano di componentistica, processi, gestione, realizzazione e produzione di energia elettrica. Tale dato testimonia la fluidità di un sistema in continua crescita che, se si analizzano gli ultimi dati disponibili, sta dimostrando di risentire poco della recente crisi economica, che ha solo ridotto il taso di crescita che si è mantenuto ad oggi comunque superiore al 20%. L’Italia dipende dall’estero per ben l’86% del suo fabbisogno energetico (circa il 35 % in più rispetto alla media europea, le importazioni pesano per 60 miliardi di euro all’anno sulla bilancia commerciale e la nostra bolletta elettrica è più cara del 30% rispetto alla media dei principali paesi europei. Il nostro mix di generazione elettrica è caratterizzato dall’impiego sbilanciato di gas e petrolio, dal modesto riscorso al carbone, da un apporto di fonti rinnovabili ancora insufficiente. Ridurre i consumi di energia proveniente da fonte fossile è divenuta ormai una priorità assoluta e per fare questo si devono diversificare le fonti e le aree di approvvigionamento, in questo il Governo ha dichiarato come obiettivo l’innalzamento fino al 25% della quota di produzione elettrica da fonti rinnovabili, promuovendo l’efficienza energetica, in linea con gli obiettivi europei dichiarati e in corso di definizione per il periodo al 2020. Nel contesto internazionale l’Italia è strutturalmente pronta a seguire le nuove direttive del G8 e dell’Unione Europea in tema di ambiente ed energia, ma serve un cambio di passo sul fronte della semplificazione, e della risoluzione delle principali criticità che rallentano la crescita di un comparto strategico come è quello dell’energia da fonte eolica. Infatti un concreto e definitivo sviluppo delle Rinnovabili e dell’eolico passa necessariamente per il superamento di alcune criticità, sia a livello amministrativo che tecnico, che potrebbe avere in un testo unico l’appropriata soluzione alle criticità esistenti in maniera organica per dare risposte concrete alle sollecitazioni che verranno da Copenhagen. L’ANEV da tempo ha sollevato numerose questioni che necessariamente dovranno essere affrontate se non si vuole ricadere in situazioni di ritardo rispetto agli altri Paesi e, cosa ancor più gravosa, in eventuali penalità economiche. Il Governo ha iniziato a dare risposte a tali questioni, seppur tra le molte difficoltà che il quadro complessivo comporta, e altre ne darà proprio per dare impulso a quella politica dell’efficienza e della semplificazione che ne caratterizzano l’azione. Provvedimenti come le Linee Guida Nazionali o la definizione di obiettivi regionali per le rinnovabili (burden sharing) sono attesi da molti anni e non possono essere ulteriormente rimandati se si vuole garantire la corretta crescita del comparto e non farci trovare impreparati sugli obiettivi del pacchetto 20-20-20. Come detto in precedenza, la definizione di obiettivi regionali di produzione energetica da fonti rinnovabili è un passaggio indispensabile per il raggiungimento degli obblighi comunitari nell’attuale assetto di ripartizione costituzionale dei poteri. Tali obiettivi, che necessariamente devono essere accompagnati dalla definizione di semplificazioni a livello normativo, se da una parte rappresenterebbero potenziali fonti di penalizzazione qualora non fossero raggiunti nei tempi stabiliti, dall’altra definirebbero un quadro di sviluppo economico ed occupazionale per l’intero territorio. Per quanto riguarda l’aspetto riguardante le infrastrutture energetiche poi, molta attenzione deve essere posta nello sviluppo funzionale della Rete di Trasmissione Nazionale, anche in vista della nuova politica energetica Italiana che vedrà Rinnovabili e Nucleare al 25% e fossili al 50%, dovranno essere approntati tutti quegli interventi necessari a rendere efficiente il meccanismo di dispacciamento dell’energia elettrica prodotta. Per quanto riguarda poi l’obiettivo di incrementare la quota di generazione da fonti rinnovabili, la stessa deve essere perseguita con la massima cura i progetti, e su questo l’ANEV ha dato un importante segno con la sottoscrizione di un Protocollo volontario che obbliga i propri associati al rispetto di procedure di particolare rispetto per quanto attiene il territorio ed il paesaggio, volto alla mitigazione degli impatti seppur marginali che ogni tecnologia comporta. Solo attraverso una attenta analisi dell’effettivo potenziale di ogni fonte e i dati relativi al rapporto tra costi e produzione è possibile evitare il rischio che vengano finanziate iniziative poco efficienti e prive di prospettive concrete. Proprio nel settore eolico, al quale è dedicata questa manifestazione, l’ANEV ha garantito nel passato il rispetto di principi imprenditoriali sani e basati su principi economici non assistenziali, e con ancor più impegno dovrà lavorare al fianco delle Istituzioni per garantire in un momento non facile il raggiungimento del miglio risultato con il minimo sforzo per il Paese. Infatti oggi dobbiamo puntare a valorizzare a pieno le rilevanti potenzialità che l’eolico ancora presenta nel nostro Paese. Secondo le stime effettuate dal Ministero dello sviluppo economico e dall’ENEA, vi sono ancora 11.000 MW di potenza da installare, con una produzione potenziale di 23 TeraWatt/ora. E le stime potrebbero essere ancora più elevate, proprio come indicato nello studio presentato dal’ANEV lo scorso anno e che si è dimostrato molto accurato nei risultati ad oggi. Sfruttare l’energia eolica vuol dire disporre di maggiore energia, ridurre le importazioni e le emissioni di gas serra. Ma la valorizzazione del settore eolico può avere positivi effetti anche sul piano occupazionale come ricordato, cosa altrettanto focale per l’Italia in questo momento congiunturale sfavorevole. In conclusione l’anno 2008 ha registrato una crescita incoraggiante per il settore eolico, con 1.010 MW installati sul territorio nazionale che hanno portato la quota totale dell’installato a 3.736 MW, registrando rispetto all’anno precedente un + 37%. Incoraggiante inoltre il dato relativo all’occupazione, con circa 5.000 nuovi posti di lavoro nell’anno, la maggior parte dei quali in contesti territoriali dove c’è sostanziale bisogno di innovazione tecnologica e nuovi posti di lavoro. La situazione storica in cui attualmente versa il sistema economico internazionale non sembra aver intaccato un settore, quello delle rinnovabili, da cui, attualmente le principali nazioni europee e mondiali stanno ricevendo nuova linfa e una nuova spinta per la sfida economica ed ecologica. L’eolico, in particolare, in Italia è una tecnologia altamente collaudata, su cui ci siamo mossi in maniera tempestiva e lungimirante anticipando nazioni, come Stati Uniti, India e Cina, che ad oggi pianificano ingenti installazioni. Il trend di crescita pare essere confortato anche in questo inizio di 2009, con una quota di potenza installata prossima ai 550 MW, e la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, che ad oggi hanno raggiunto una cifra significativa, prossima alle 22.000 unità. Appare quindi sempre più probabile il raggiungimento degli obiettivi tracciati dall’ANEV, ovvero una potenza installabile al 2020 pari a 16.000 MW, cui corrisponderebbe una quota di occupati pari a circa 66.000 unità. L’impegno del Governo nazionale è già stato dichiarato e con il supporto tecnico degli imprenditori del settore e della loro Associazione tale sviluppo potrà essere sostenuto con beneficio per il Paese e per l’ambiente.
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SUD: LAURO (PDL), PER LA 'SVOLTA' RINNOVARE CLASSE DIRIGENTE = Napoli, 29 set. (Adnkronos) - ''Se Zanardelli tornasse a visitare il Mezzogiorno, come fece, nel 1902, da primo ministro del Regno d'Italia, troverebbe la questione meridionale ancor piu' complicata da affrontare di allora. I condizionamenti allo sviluppo civile ed economico del Mezzogiorno, al di la' delle apparenze, sono oggi ancor piu' difficili da risolvere: il dualismo economico tra Nord e Sud si e' accentuato; moltissime risorse sono state dilapidate; la questione criminale e' diventata, anch'essa, questione nazionale; le classi dirigenti del Sud sembrano incapaci di uscire dalle logiche gattopardesche; il Mezzogiorno e' segmentato e non omogeneo''. E' l'analisi del senatore del Pdl Raffaele Lauro, dopo il convegno nazionale su ''Questione meridionale, come questione nazionale'', organizzata, presso il Palazzo Reale di Napoli, dai Gruppi PdL della Camera e del Senato. Lauro ha quindi aggiunto: ''Il documento di base, presentato dai Gruppi per la discussione, e' un'eccellente radiografia della situazione, tuttavia non mette nella dovuta evidenza il pericolo gia' denunziato dai meridionalisti democratici, alla vigilia dell'introduzione, in applicazione della Costituzione, dell'istituto regionale: il neocentralismo. Ad uno Stato centralizzato ed inaccessibile, si sono sostituiti i governi regionali della Campania, della Puglia, della Calabria, della Basilicata e della Sicilia, altrettanto, quanto ancor piu', inaccessibili. Era piu' facile ad un Sindaco farsi ricevere da un dirigente ministeriale, che, oggi, da un dirigente regionale''. ''Le istituzioni regionali del Sud sembrano rocche impenetrabili, non collegate tra loro da un progetto strategico, ma bramose di impegnare le risorse disponibili in una perversa logica padronale e meramente conservatrice del potere personale, familistico o di gruppi collegati, che prescinde da una filosofia macroregionale dello sviluppo, che il centro e il nord del paese praticano con efficacia -osserva ancora lauro- Manca un progettualita' prospettica, finalizzata a sciogliere i nodi infrastrutturali, in un'ottica non meramente localistica od egoistica. Quindi si pone il problema non tanto di scegliere i candidati governatori, quanto quello, piu' arduo, di rinnovare l'intera classe dirigente regionale, che ha fallito''. (segue) (Red/Gs/Adnkronos) 29-SET-09 08:58 ADN0048 3 POL 0 RTD POL NAZ RCA SUD: LAURO (PDL), PER LA 'SVOLTA' RINNOVARE CLASSE DIRIGENTE (2) = (Adnkronos) - ''Questo e' un problema totalmente politico e di etica politica, che solo i partiti nazionali possono tentare di sciogliere -esorta Lauro- Se non si rinnova la classe dirigente altre risorse saranno dilapidate, con pochi tangibili risultati per le comunita' meridionali, alla vigilia dell'introduzione di un federalismo che non lascera' scampo alle inerzie e alle miopie. Ben venga la Banca del Sud o la collaborazione con il Cnr, come ha annunziato Tremonti, ma cio' non bastera', se non si parte dal rinnovamento del personale politico''. ''Spetta, innanzi tutto al Pdl, partito nazionale per definizione e per consenso, iniziare l'opera, alla vigilia dell'appuntamento elettorale regionale del 2010. Altrimenti tutto sara' vano e il Mezzogiorno andra' alla deriva, una deriva tutta africana, lontana anni luce dall'Unione Europea!'', conclude il senatore del pdl. (Red/Gs/Adnkronos) 29-SET-09 09:05
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INTERVENTO DEL SEN. LAURO Parlando, a conclusione dei lavori del convegno nazionale su “Questione meridionale, come questione nazionale”, organizzata, presso il Palazzo Reale di Napoli, dai Gruppi PdL della Camera e del Senato, il sen. Raffaele Lauro ha affrontato il nodo del neocentralismo regionale e del rinnovamento della classe dirigente: “Se Zanardelli tornasse a visitare il Mezzogiorno, come fece, nel 1902, da primo ministro del Regno d’Italia, troverebbe la questione meridionale ancor più complicata da affrontare di allora. I condizionamenti allo sviluppo civile ed economico del Mezzogiorno, al di là delle apparenze, sono oggi ancor più difficili da risolvere: il dualismo economico tra Nord e Sud si è accentuato; moltissime risorse sono state dilapidate; la questione criminale è diventata, anch’essa, questione nazionale; le classi dirigenti del Sud sembrano incapaci di uscire dalle logiche gattopardesche; il Mezzogiorno è segmentato e non omogeneo. Il documento di base, presentato dai Gruppi per la discussione, è un’eccellente radiografia della situazione, tuttavia non mette nella dovuta evidenza il pericolo già denunziato dai meridionalisti democratici, alla vigilia dell’introduzione, in applicazione della Costituzione, dell’istituto regionale: il neocentralismo. Ad uno Stato centralizzato ed inaccessibile, si sono sostituiti i governi regionali della Campania, della Puglia, della Calabria, della Basilicata e della Sicilia, altrettanto, quanto ancor più, inaccessibili. Era più facile ad un Sindaco farsi ricevere da un dirigente ministeriale, che, oggi, da un dirigente regionale. Le istituzioni regionali del Sud sembrano rocche impenetrabili, non collegate tra loro da un progetto strategico, ma bramose di impegnare le risorse disponibili in una perversa logica padronale e meramente conservatrice del potere personale, familistico o di gruppi collegati, che prescinde da una filosofia macroregionale dello sviluppo, che il centro e il nord del paese praticano con efficacia. Manca un progettualità prospettica, finalizzata a sciogliere i nodi infrastrutturali, in un’ottica non meramente localistica od egoistica. Quindi si pone il problema non tanto di scegliere i candidati governatori, quanto quello, più arduo, di rinnovare l’intera classe dirigente regionale, che ha fallito. Questo è un problema totalmente politico e di etica politica, che solo i partiti nazionali possono tentare di sciogliere. Se non si rinnova la classe dirigente altre risorse saranno dilapidate, con pochi tangibili risultati per le comunità meridionali, alla vigilia dell’introduzione di un federalismo che non lascerà scampo alle inerzie e alle miopie. Ben venga la Banca del Sud o la collaborazione con il CNR, come ha annunziato Tremonti, ma ciò non basterà, se non si parte dal rinnovamento del personale politico. Spetta, innanzi tutto al PdL, partito nazionale per definizione e per consenso, iniziare l’opera, alla vigilia dell’appuntamento elettorale regionale del 2010. Altrimenti tutto sarà vano e il Mezzogiorno andrà alla deriva, una deriva tutta africana, lontana anni luce dall’Unione Europea!” Napoli, 28 settembre 2009
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IMMIGRATI. LAURO (PDL) PRESENTA DDL: 8 ANNI VOTO, 12 CITTADINANZA CERTIFICATO AMMINISTRATIVE DOPO ESAME-VERIFICA DEI CARABINIERI (DIRE) Roma, 15 set. - "Il diritto di voto alle amministrative dopo otto anni e la cittadinanza italiana dopo dodici, esito di un processo di integrazione e non graziosa concessione". Il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, sintetizza cosi' il contenuto dei due nuovi disegni di legge presentati al Senato, uno di modifica costituzionale dell'art. 12 della Costituzione e l'altro sulle nuove modalita' di acquisto della cittadinanza da parte degli immigrati stranieri. "La cittadinanza italiana- spiega Lauro- deve essere l'esito di un processo di integrazione, che implica la volonta' di appartenenza del soggetto richiedente, e non una graziosa concessione, ammantata di falso progressismo, che prescinda del tutto da quella volonta'. In coerenza con tale impostazione, il periodo di residenza legale sul territorio della Repubblica e' fissato in dodici anni e non piu' di dieci, come e' attualmente". Il senatore Lauro spiega che, pero', "il periodo di tempo necessario per l'ottenimento della cittadinanza italiana, viene qualificato e arricchito di contenuti educativi, che sostanziano la cittadinanza di valori sociali e culturali". (SEGUE) (Com/Vid/ Dire) 14:58 15-09-09 NNNN IMMIGRATI. LAURO (PDL) PRESENTA DDL: 8 ANNI VOTO, 12... -2- (DIRE) , 15 set. - Quindi, prosegue il senatore del Pdl, "al termine dell'ottavo anno, lo straniero riceve un certificato che gli attribuisce il fondamentale diritto civico del voto, limitato alle elezioni amministrative degli Enti Locali (Provincia, Comune). La concessione del certificato e' subordinata ad una puntuale verifica della conoscenza della lingua e delle istituzioni della Repubblica, nonche' della cultura nazionale e locale, nonche' delle tradizioni storiche, religiose, sociali del territorio, nel quale lo straniero aspirante alla cittadinanza si e' inserito". E, spiega, "l'autorita' competente all'adempimento di tale funzione di verifica e' l'Arma dei Carabinieri. Decorsi quattro anni dalla consegna del certificato, senza ulteriori formalita', se non quelle previste dalla legge vigente, allo straniero e' concessa la cittadinanza italiana, qualora non sia stato sottoposto a procedimento penale". Infine, conclude Lauro, "e' prevista anche l'abrogazione dell'acquisto della cittadinanza tramite matrimonio. Al coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano e' rilasciato, esclusivamente, un certificato di residenza, previa verifica della reale convivenza". (Com/Vid/ Dire) 14:58 15-09-09 NNNN IMMIGRAZIONE: LAURO(PDL),8 ANNI PER VOTO 12 PER CITTADINANZA (ANSA) - ROMA, 15 SET - Dopo 8 anni gli immigrati regolari acquisiscono il diritto di voto alle amministrative, dopo 12 anni maturano, invece, il diritto di cittadinanza che conclude 'un processo di integrazione e non graziosa concessione'. Sono i capisaldi di due distinti ddl presentati dal senatore del PdL Raffaele Lauro. Uno dei due disegni di legge punta a modificare l'art. 12 della Costituzione. 'La cittadinanza italiana - spiega Lauro - deve essere l'esito di un processo di integrazione, che implica la volonta' di appartenenza del soggetto richiedente, e non una graziosa concessione, ammantata di falso progressismo, che prescinda del tutto da quella volonta'. In coerenza con tale impostazione, il periodo di residenza legale sul territorio della Repubblica e' fissato in dodici anni e non piu' in dieci, come e' attualmente'. Il senatore Lauro spiega che, pero', 'il periodo di tempo necessario per l'ottenimento della cittadinanza italiana, viene qualificato e arricchito di contenuti educativi, che sostanziano la cittadinanza di valori sociali e culturali'. Quindi, aggiunge il senatore del PdL, al termine dell'ottavo anno 'lo straniero riceve un certificato che gli attribuisce il fondamentale diritto civico del voto, limitato alle elezioni amministrative. La concessione del certificato e' subordinata ad una puntuale verifica della conoscenza della lingua e delle istituzioni della Repubblica, nonche' della cultura nazionale e locale, nonche' delle tradizioni storiche, religiose, sociali del territorio, nel quale lo straniero aspirante alla cittadinanza si e' inserito'. (ANSA). COM-CLA 15-SET-09 15:49 NNNN MMIGRATI: LAURO (PDL), DDL SU CITTADINANZA E VOTO AMMINISTRATIVO = SERVE PROCESSO DI INTEGRAZIONE LEGATO ALLA VOLONTA' DEL SOGGETTO Roma, 15 set. (Adnkronos) - Il senatore del Pdl Raffaele Lauro ha presentato due nuovi disegni di legge, uno di modifica costituzionale dell'art. 12 della Costituzione e l'altro sulle nuove modalita' di acquisto della cittadinanza da parte degli immigrati stranieri. 'La cittadinanza italiana - ha dichiarato il senatore Lauro - deve essere l'esito di un processo di integrazione, che implica la volonta' di appartenenza del soggetto richiedente, e non una graziosa concessione, ammantata di falso progressismo, che prescinda del tutto da quella volonta'". "In coerenza con tale impostazione -ha aggiunto- il periodo di residenza legale sul territorio della Repubblica e' fissato in dodici anni e non piu' di dieci, come e' attualmente. Il periodo di tempo necessario per l'ottenimento della cittadinanza italiana, pero', viene qualificato e arricchito di contenuti educativi, che sostanziano la cittadinanza di valori sociali e culturali". "Al termine dell'ottavo anno -ha spiegato- lo straniero riceve un certificato che gli attribuisce il fondamentale diritto civico del voto, limitato alle elezioni amministrative degli Enti Locali (Provincia, Comune). La concessione del certificato e' subordinata ad una puntuale verifica della conoscenza della lingua e delle istituzioni della Repubblica, nonche' della cultura nazionale e locale, nonche' delle tradizioni storiche, religiose, sociali del territorio, nel quale lo straniero aspirante alla cittadinanza si e' inserito". (segue) (Pol/Zn/Adnkronos) 15-SET-09 15:52 IMMIGRATI: LAURO (PDL), DDL SU CITTADINANZA E VOTO AMMINISTRATIVO (2) = (Adnkronos) - Secondo la proposta del senatore Lauro "l'autorita' competente all'adempimento di tale funzione di verifica e' l'Arma dei Carabinieri. Decorsi quattro anni dalla consegna del certificato, senza ulteriori formalita', se non quelle previste dalla legge vigente, allo straniero e' concessa la cittadinanza italiana, qualora non sia stato sottoposto a procedimento penale". "L'eventuale sottoposizione a procedimento penale, infatti -ha rilevato l'esponente del Pdl- rappresenta un indizio particolarmente grave, da cui si evince che lo straniero non ha compiuto adeguatamente il percorso di integrazione e non ha introiettato, in modo pieno, quella cultura della legalita', propedeutica all'ottenimento della cittadinanza". "Infine e' prevista anche -ha concluso- l'abrogazione dell'acquisto della cittadinanza tramite matrimonio. Al coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano e' rilasciato, esclusivamente, un certificato di residenza, previa verifica della reale convivenza'. (Pol/Zn/Adnkronos) 15-SET-09 15:54 NNNN IMMIGRATI: LAURO (PDL), DDL PER 8 ANNI PER VOTO, 12 PER CITTADINANZA = (ASCA) - Roma, 15 set - Otto anni per ottenere il diritto di voto e 12 per maturare quello di cittadinanza. E' quanto prevedono due ddl presentati dal senatore Pdl, Raffaele Lauro, per gli immigrati regolari. 'La cittadinanza italiana - ha dichiarato il senatore Lauro - deve essere l'esito di un processo di integrazione, che implica la volonta' di appartenenza del soggetto richiedente, e non una graziosa concessione, ammantata di falso progressismo, che prescinda del tutto da quella volonta'. In coerenza con tale impostazione, il periodo di residenza legale sul territorio della Repubblica e' fissato in dodici anni e non piu' di dieci, come e' attualmente'. Il periodo di tempo necessario per l'ottenimento della cittadinanza italiana, pero', prosegue Lauro, 'viene qualificato e arricchito di contenuti educativi, che sostanziano la cittadinanza di valori sociali e culturali. Al termine dell'ottavo anno, lo straniero riceve un certificato che gli attribuisce il fondamentale diritto civico del voto, limitato alle elezioni amministrative degli Enti Locali (Provincia, Comune). La concessione del certificato e' subordinata ad una puntuale verifica della conoscenza della lingua e delle istituzioni della Repubblica, nonche' della cultura nazionale e locale, nonche' delle tradizioni storiche, religiose, sociali del territorio, nel quale lo straniero aspirante alla cittadinanza si e' inserito. L'autorita' competente all'adempimento di tale funzione di verifica e' l'Arma dei Carabinieri'. Decorsi quattro anni dalla consegna del certificato, senza ulteriori formalita', se non quelle previste dalla legge vigente, allo straniero e' concessa la cittadinanza italiana, qualora non sia stato sottoposto a procedimento penale. L'eventuale sottoposizione a procedimento penale, infatti, rappresenta un indizio particolarmente grave, da cui si evince che lo straniero non ha compiuto adeguatamente il percorso di integrazione e non ha introiettato, in modo pieno, quella cultura della legalita', propedeutica all'ottenimento della cittadinanza. Infine e' prevista anche l'abrogazione dell'acquisto della cittadinanza tramite matrimonio. 'Al coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano - conclude Lauro - e' rilasciato, esclusivamente, un certificato di residenza, previa verifica della reale convivenza'. red-njb/mcc/alf 151609 SET 09 NNNN Apc-Immigrati/Lauro(Pdl):Diritto voto dopo 8 anni,12 per cittadinanza Senatore maggioranza presenta due ddl a Palazzo Madama Roma, 15 set. (Apcom) - "Il diritto di voto alle amministrative dopo otto anni e la cittadinanza italiana dopo dodici, esito di un processo di integrazione e non graziosa concessione". Lo chiede il senatore del Pdl Raffaele Lauro che ha presentato due nuovi disegni di legge, uno di modifica costituzionale dell`art. 12 della Costituzione e l`altro sulle nuove modalità di acquisto della cittadinanza da parte degli immigrati stranieri. "La cittadinanza italiana - dichiara Lauro - deve essere l'esito di un processo di integrazione, che implica la volontà di appartenenza del soggetto richiedente, e non una graziosa concessione, ammantata di falso progressismo, che prescinda del tutto da quella volontà. In coerenza con tale impostazione, il periodo di residenza legale sul territorio della Repubblica è fissato in dodici anni e non più di dieci, come è attualmente. Il periodo di tempo necessario per l`ottenimento della cittadinanza italiana, però, viene qualificato e arricchito di contenuti educativi, che sostanziano la cittadinanza di valori sociali e culturali. Al termine dell`ottavo anno, lo straniero riceve un certificato che gli attribuisce il fondamentale diritto civico del voto, limitato alle elezioni amministrative degli Enti Locali (Provincia, Comune). La concessione del certificato è subordinata ad una puntuale verifica della conoscenza della lingua e delle istituzioni della Repubblica, nonché della cultura nazionale e locale, nonché delle tradizioni storiche, religiose, sociali del territorio, nel quale lo straniero aspirante alla cittadinanza si è inserito. L'autorità competente all'adempimento di tale funzione di verifica è l'Arma dei Carabinieri. Decorsi quattro anni dalla consegna del certificato, senza ulteriori formalità, se non quelle previste dalla legge vigente, allo straniero è concessa la cittadinanza italiana, qualora non sia stato sottoposto a procedimento penale. L'eventuale sottoposizione a procedimento penale, infatti, rappresenta un indizio particolarmente grave, da cui si evince che lo straniero non ha compiuto adeguatamente il percorso di integrazione e non ha introiettato, in modo pieno, quella cultura della legalità, propedeutica all`ottenimento della cittadinanza. Infine è prevista anche l`abrogazione dell`acquisto della cittadinanza tramite matrimonio. Al coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano è rilasciato, esclusivamente, un certificato di residenza, previa verifica della reale convivenza". Red/Luc 151617 set 09 Immigrazione, Lauro (Pdl) presenta ddl su cittadinanza Roma, 15 SET (Velino) - Il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, ha presentato due nuovi disegni di legge, uno di modifica costituzionale dell'art. 12 della Costituzione e l'altro sulle nuove modalita' di acquisto della cittadinanza da parte degli immigrati stranieri. "La cittadinanza italiana - ha dichiarato il senatore Lauro - deve essere l'esito di un processo di integrazione, che implica la volonta' di appartenenza del soggetto richiedente, e non una graziosa concessione, ammantata di falso progressismo, che prescinda del tutto da quella volonta'. In coerenza con tale impostazione, il periodo di residenza legale sul territorio della Repubblica e' fissato in dodici anni e non piu' di dieci, come e' attualmente. Il periodo di tempo necessario per l'ottenimento della cittadinanza italiana, pero', viene qualificato e arricchito di contenuti educativi, che sostanziano la cittadinanza di valori sociali e culturali. Al termine dell'ottavo anno, lo straniero riceve un certificato che gli attribuisce il fondamentale diritto civico del voto, limitato alle elezioni amministrative degli Enti Locali (Provincia, Comune)". (segue) (com/bic) 151626 SET 09 NNNN Immigrazione, Lauro (Pdl) presenta ddl su cittadinanza (2) Roma, 15 SET (Velino) - "La concessione del certificato e' subordinata ad una puntuale verifica della conoscenza della lingua e delle istituzioni della Repubblica, nonche' della cultura nazionale e locale, nonche' delle tradizioni storiche, religiose, sociali del territorio, nel quale lo straniero aspirante alla cittadinanza si e' inserito. L'autorita' competente all'adempimento di tale funzione di verifica e' l'Arma dei Carabinieri. Decorsi quattro anni dalla consegna del certificato, senza ulteriori formalita', se non quelle previste dalla legge vigente, allo straniero e' concessa la cittadinanza italiana, qualora non sia stato sottoposto a procedimento penale - prosegue Lauro -. L'eventuale sottoposizione a procedimento penale, infatti, rappresenta un indizio particolarmente grave, da cui si evince che lo straniero non ha compiuto adeguatamente il percorso di integrazione e non ha introiettato, in modo pieno, quella cultura della legalita', propedeutica all'ottenimento della cittadinanza. Infine e' prevista anche l'abrogazione dell'acquisto della cittadinanza tramite matrimonio. Al coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano e' rilasciato, esclusivamente, un certificato di residenza, previa verifica della reale convivenza". (com/bic) 151626 SET 09 NNNN
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FINCANTIERI: LAURO (PDL), PER LAVORATORI CASTELLAMMARE AVVIATO FATTIVO PERCORSO Roma, 14 set. (Adnkronos) - "E' stato avviato un fattivo percorso, con tappe programmate, per affrontare e risolvere la questione dei lavoratori dell'indotto, delle commesse destinate ai cantieri di Castellammare e del nuovo bacino di carenaggio, attraverso un accordo di programma''. Lo afferma il senatore del Pdl Raffaele Lauro, consigliere del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, in relazione all'incontro sui problemi dei lavoratori Fincantieri di Castellammare di Stabia tenutosi oggi al ministero dello Sviluppo Economico, tra Fincantieri e sindacati, esprimendo ''soddisfazione per i risultati della prima riunione''. (Zla//Adnkronos (ANSA) - SORRENTO (NAPOLI), 14 SET - «Importante svolta per il futuro dei lavoratori della Fincantieri di Castellammare, dopo l'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo Economico, tra Fincantieri e Sindacati». Lo ha detto a Sorrento il senatore Raffaele Lauro (Pdl), consigliere del ministro Scajola, esprimendo soddisfazione per i risultati della prima riunione. «È stato avviato un fattivo percorso - ha spiegato il parlamentare -, con tappe programmate, per affrontare e risolvere la questione dei lavoratori dell'indotto, delle commesse destinate ai cantieri di Castellammare e del nuovo bacino di carenaggio, attraverso un accordo di programma». Per il rilancio della cantieristica in Italia, il senatore Raffaele Lauro ha anche elaborato un disegno di legge per la salvaguardia del settore.(ANSA).
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