DDL Lauro antipirateria e dichiarazione alla stampa (Roma, 12 maggio 2011)
Pirateria. Sicurezza navale italiana. Lauro (PdL): Il nostro paese non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata. Il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza.
"Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata, adeguatamente equipaggiata, al fine di prevenire, sulle rotte a rischio, i gravi pericoli derivanti dalla pirateria, il nostro paese non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di organizzarsi con una scorta armata, lasciando così le imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza. Il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza." Con queste motivazioni, il sen. Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione Affari Costituzionali, ha illustrato, stamane, al Senato, come primo firmatario, un disegno di legge, in un solo articolo, sulla protezione delle navi mercantili italiane in alto mare, contro gli atti di pirateria. Tre sono le novità del provvedimento: l'obbligatorietà, per le società di navigazione, di dotare le proprie navi di servizi di vigilanza privata a bordo; la deducibilità o detraibilità, in sede fiscale, degli oneri finanziari che le società navali dovranno sostenere per provvedere alle scorte armate a bordo; ed, infine, la possibilità, da parte del Governo, in casi straordinari e di particolare rischio, al fine di tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano, di prevedere, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta messa a disposizione dalla Marina Militare Italiana. "I pirati sono ben informati - ha concluso Lauro - di questa carenza di sicurezza delle nostre navi mercantili, per cui, per loro, diventa quasi un gioco, con barchini leggeri, accostare, di notte, una nave italiana e, con poche persone armate, abbordarla, sequestrarla e condurla, con l'intero equipaggio, fatto prigioniero, nei loro porti protetti e chiedere riscatti. Sussistendo, tuttavia, i requisiti di necessità e di urgenza, mi auguro che il Governo possa provvedere, sulla delicata materia, con un decreto legge."
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Agenzie di stampa
Pirateria, Lauro (Pdl): Ddl per dare a navi italiane scorta armata
Roma, 13 MAG (Il Velino) - "Mentre gli armatori
francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno
dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata,
adeguatamente equipaggiata, al fine di prevenire, sulle rotte
a rischio, i gravi pericoli derivanti dalla pirateria, il
nostro Paese non prevede alcuno strumento legislativo che
consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di
organizzarsi con una scorta armata, lasciando cosi' le
imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di
sequestro dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit
di sicurezza. Il Parlamento deve provvedere a colmare questo
vuoto, anche per evitare che gli armatori italiani si vedano
costretti a cambiare bandiera, per ottenere maggiore tutela e
sicurezza." Con queste motivazioni, il senatore Raffaele
Lauro (Pdl), membro della commissione Affari costituzionali,
ha illustrato oggi, come primo firmatario, un disegno di
legge, in un solo articolo, sulla protezione delle navi
mercantili italiane in alto mare, contro gli atti di
pirateria. Tre sono le novita' del provvedimento:
l'obbligatorieta', per le societa' di navigazione, di dotare
le proprie navi di servizi di vigilanza privata a bordo; la
deducibilita' o detraibilita', in sede fiscale, degli oneri
finanziari che le societa' navali dovranno sostenere per
provvedere alle scorte armate a bordo; ed, infine, la
possibilita', da parte del governo, in casi straordinari e di
particolare rischio, al fine di tutelare la sicurezza
nazionale e l'armamento italiano, di prevedere, accanto alla
scorta armata privata, anche una scorta messa a disposizione
dalla Marina militare italiana. "I pirati sono ben informati
- spiega - di questa carenza di sicurezza delle nostre navi
mercantili, per cui, per loro, diventa quasi un gioco, con
barchini leggeri, accostare, di notte, una nave italiana e,
con poche persone armate, abbordarla, sequestrarla e
condurla, con l'intero equipaggio, fatto prigioniero, nei
loro porti protetti e chiedere riscatti. Sussistendo,
tuttavia, i requisiti di necessita' e di urgenza, mi auguro
che il governo possa provvedere, sulla delicata materia, con
un decreto legge". - www.ilvelino.it - (com/gat)
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PIRATI: DDL LAURO (PDL) PER SCORTA ARMATA SU NAVI ITALIANE =
'PARLAMENTO PROVVEDA A COLMARE VUOTO LEGISLATIVO'
Roma, 13 mag. (Adnkronos) - In Italia non c'e' ''alcuno
strumento legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera
italiana, di organizzarsi con una scorta armata, lasciando cosi' le
imbarcazioni italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei
pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza''. E'
quanto denuncia il senatore Raffaele Lauro (Pdl), secondo il quale
''il Parlamento deve provvedere a colmare questo vuoto, anche per
evitare che gli armatori italiani si vedano costretti a cambiare
bandiera, per ottenere maggiore tutela e sicurezza''.
Lauro, membro della Commissione Affari Costituzionali, ha
illustrato stamattina al Senato, come primo firmatario, un disegno di
legge in un solo articolo sulla protezione delle navi mercantili
italiane in alto mare, contro gli atti di pirateria. Tre sono le
novita' del provvedimento: l'obbligatorieta', per le societa' di
navigazione, di dotare le proprie navi di servizi di vigilanza privata
a bordo, la deducibilita' o detraibilita', in sede fiscale, degli
oneri finanziari che le societa' navali dovranno sostenere per
provvedere alle scorte armate a bordo ed, infine, la possibilita', da
parte del Governo, ''in casi straordinari e di particolare rischio, al
fine di tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano'', di
prevedere, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta messa
a disposizione dalla Marina Militare Italiana. "Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi,
statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di
vigilanza privata, adeguatamente equipaggiata, al fine di prevenire,
sulle rotte a rischio, i gravi pericoli derivanti dalla pirateria
-rileva Lauro- il nostro paese non prevede alcuno strumento
legislativo che consenta alle navi, battenti bandiera italiana, di
organizzarsi con una scorta armata, lasciando cosi' le imbarcazioni
italiane gravemente esposte alle minacce di sequestro dei pirati, che
ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza''.
"I pirati sono ben informati di questa carenza di sicurezza
delle nostre navi mercantili, per cui, per loro, diventa quasi un
gioco, con barchini leggeri, accostare, di notte, una nave italiana e,
con poche persone armate, abbordarla, sequestrarla e condurla, con
l'intero equipaggio, fatto prigioniero, nei loro porti protetti e
chiedere riscatti. Sussistendo, tuttavia, i requisiti di necessita' e
di urgenza, mi auguro -conclude- che il Governo possa provvedere,
sulla delicata materia, con un decreto legge".
(Sin/Col/Adnkronos)
13-MAG-11 11:58
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DDL
SENATO DELLA REPUBBLICA
AS ....
XVI LEGISLATURA
DISEGNO DI LEGGE
diniziativa del senatore LAURO
Disposizioni concernenti lo svolgimento di servizi di vigilanza privata per la protezione delle navi mercantili italiane
in alto mare contro gli atti di pirateria
Onorevoli senatori. - Il disegno di legge affronta la problematica, quanto mai attuale, della sicurezza delle imbarcazioni battenti bandiera italiana in navigazione nelle aree interessate dalla pirateria marittima.
Si tratta di un fenomeno che ha assunto, in questi ultimi anni, proporzioni molto elevate ed ha indotto la comunità internazionale ad assumere iniziative volte a contrastare questa minaccia. La pirateria rappresenta un grave pericolo per la libertà di navigazione, per i trasporti e per le altre attività che si svolgono nelle acque internazionali.
Mentre gli armatori francesi, spagnoli, inglesi, statunitensi e sudafricani hanno dotato le proprie imbarcazioni di vigilanza privata, adeguatamente equipaggiati al fine di prevenire i gravi rischi, sia per il personale a bordo, sia per i trasportati, il nostro Paese, invece, non prevede alcuno strumento legislativo che consenta alle navi battenti bandiera italiana di imbarcare addetti alla sicurezza privata, lasciando così le imbarcazioni italiane gravemente esposte alla minaccia dei pirati, che ben conoscono questo nostro deficit di sicurezza.
A ciò provvede il presente disegno di legge che rende obbligatorio per le società di navigazione il ricorso ai servizi di vigilanza privata, essendo tali navi pur sempre territorio italiano.
Esso consta di un unico articolo.
Al comma 1, è previsto che i servizi di vigilanza privata di cui agli articoli 133 e seguenti del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (R.D. 18 giugno 1931, n. 773) siano obbligatoriamente svolti, con l'impiego di guardie giurate e l'utilizzo di armi comuni da sparo, a protezione, oltre che delle merci e dei valori, anche delle persone imbarcate su navi mercantili e da pesca battenti bandiera italiana in acque internazionali, in cui esiste il rischio di atti di pirateria.
Gli oneri che le società navali dovranno sostenere per dotarsi di scorte armate private sono deducibili o detraibili in sede di dichiarazione dei redditi.
Θ utile ricordare che il Titolo IV del testo unico reca norme relative alle guardie particolari e agli istituti di vigilanza e di investigazione privata (articoli 133-141). Le guardie private esercitano attività di vigilanza o custodia di beni mobili o immobili per conto di privati o alle dipendenze di enti o di istituti di vigilanza, oppure attività investigativa alle dipendenze di istituti di investigazione.
Con particolare riferimento all'utilizzo dei servizi di vigilanza privata di cui al presente disegno di legge, è opportuno segnalare che, ad oggi, non esistendo una definizione normativa di nave mercantile, si intendono ricomprese nella categoria le navi che non appartengono alla Marina militare. Per quanto riguarda la categoria particolare di navi mercantili rappresentate dalle navi da pesca, se ne può rinvenire invece una definizione nell'articolo 2 del decreto legislativo n. 298 del 1999 (Attuazione della direttiva 93/103/CE relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di salute per il lavoro a bordo delle navi da pesca), il quale stabilisce che, agli effetti delle disposizioni di cui all'appena citato decreto, si intende per nave da pesca ogni imbarcazione battente bandiera di uno Stato membro dell'Unione europea o registrata sotto la piena giurisdizione di uno Stato membro, impiegata per fini commerciali per la cattura, o per la cattura e la lavorazione, del pesce o di altre risorse vive del mare.
Il comma 2 rimette ad un decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa - con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - da emanare entro due mesi ovvero sessanta giorni dall'entrata in vigore del provvedimento in esame, la definizione delle caratteristiche, delle condizioni e dei requisiti per il possesso, l'utilizzo, l'acquisizione e il trasporto delle armi per la prestazione dei servizi di protezione armati di cui si è detto.
Con riferimento all'utilizzo delle armi comuni da sparo va ricordato che la legge 18 aprile 1975 n. 110 (Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi), all'articolo 2, disciplina le armi e munizioni comuni da sparo la cui ricognizione viene effettuata attraverso il Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, istituito dall'articolo 7 della medesima legge con la funzione di autorizzare la produzione o l'importazione definitiva di armi, mediante l'attribuzione a ogni specifico modello o prototipo della qualifica di arma comune da sparo.
Il comma 3 prevede che, sempre con decreto del Ministro dell'interno, in casi straordinari e particolarmente a rischio, per tutelare la sicurezza nazionale e l'armamento italiano, possa essere prevista, accanto alla scorta armata privata, anche una scorta armata messa a disposizione dalla marina militare. Ciò al fine di evitare che gli armatori italiani siano costretti a cambiare bandiera per ottenere maggiore tutela.
Art. 1.
1. E' fatto obbligo alle società navali mercantili e da pesca, battenti bandiera italiana nelle acque internazionali, in cui esiste il rischio di atti di pirateria contro la sicurezza delle persone e dei beni, di dotarsi dei servizi di vigilanza privata, come disciplinati dagli articoli 133 e seguenti del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, e dagli articoli 249 e seguenti del relativo regolamento per l'esecuzione, di cui al regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, e successive modificazioni, con l'impiego di guardie giurate e con l'utilizzo di armi comuni da sparo, a protezione delle persone, delle merci e dei valori. I relativi oneri sono detraibili o deducibili in sede di dichiarazione dei redditi.
2. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti da emanare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti le caratteristiche, le condizioni e i requisiti per il possesso, l'utilizzo, l'acquisizione e il trasporto delle armi per la prestazione dei servizi di protezione delle persone e dei beni sulle navi di cui al comma 1, al fine di prevenire e di reprimere gli atti di pirateria.
3. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, in casi straordinari e particolarmente rischiosi, per garantire la sicurezza nazionale e dell'armamento italiano, può essere assegnata anche una scorta armata, messa a disposizione dalla marina militare.
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