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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Raffaele Lauro (del 26/03/2011 @ 13:52:18, in Il commento politico, linkato 505 volte)
Mafia. Stragi mafiose '92-'93. Lauro (PdL): Dopo l'audizione del presidente Luciano Violante della prossima settimana, sarà prioritario convocare in Antimafia l'ex responsabile del DAP, Adalberto Capriotti, nonché altri testimoni eccellenti
In relazione alle notizie di stampa sull'avvicendamento, nel giugno 1993, ai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria, di Nicolò Amato, con Adalberto Capriotti, il sen. Raffaele Lauro (PdL), membro della Commissione Antimafia, ha dichiarato: "Dopo l'audizione del presidente Luciano Violante della prossima settimana, sulle stragi mafiose del 1992-93, sarà prioritario convocare in Antimafia l'ex responsabile del DAP, Adalberto Capriotti, nonché altri testimoni eccellenti."
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Agenzie di stampa
ANTIMAFIA: LAURO, CONVOCARE CAPRIOTTI E ALTRI TESTIMONI =
(AGI) - Roma, 25 mar. - "Dopo l'audizione del presidente
Luciano Violante della prossima settimana, sulle stragi mafiose
del 1992-93, sara' prioritario convocare in Antimafia l'ex
responsabile del DAP, Adalberto Capriotti, nonche' altri
testimoni eccellenti". Lo chiede Raffaele Lauro del Popolo
della Liberta, componente della Commissione Antimafia,
commentando le notizie di stampa sull'avvicendamento, nel
giugno 1993, ai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria, di
Nicolo' Amato, con Adalberto Capriotti. (AGI)
Ted
251823 MAR 11
NNNN
Stragi '93, Lauro (Pdl): Convocare Capriotti in Commissione Antimafia
Roma, 25 MAR (Il Velino) - "Dopo l'audizione del
presidente Luciano Violante della prossima settimana, sulle
stragi mafiose del 1992-93, sara' prioritario convocare in
Antimafia l'ex responsabile del Dap, Adalberto Capriotti,
nonche' altri testimoni eccellenti". Lo chiede il senatore
Raffaele Lauro (Pdl), componente della Commissione Antimafia,
commentando le notizie di stampa sull'avvicendamento, nel
giugno 1993, ai vertici dell'Amministrazione penitenziaria,
di Nicolo' Amato, con Adalberto Capriotti. (com/ban)
251829 MAR 11
Di Raffaele Lauro (del 30/03/2011 @ 22:06:39, in Il commento politico, linkato 576 volte)
Unità d'Italia. Donne e Risorgimento. Lauro (PdL): E' necessario, oggi, rendere giustizia, in sede storica, al contributo delle donne al nostro risorgimento, che è stato determinante per la costruzione della nostra identità nazionale e della nostra coscienza di italiani.
"Il ruolo delle donne nella costruzione dell'unità nazionale è stato rilevante, anche se del tutto subordinato a quello maschile. Quelle donne, di diverse estrazioni sociali, nonostante la poca o nulla visibilità pubblica, si dimostrarono coraggiose, volitive e determinate, con idee e progetti, impegnate direttamente nelle cospirazioni, così come nelle lotte di liberazione. E, sebbene siano state figure di primo piano di quel processo storico, sono finite troppo presto nel dimenticatoio, tanto che i loro nomi risultano quasi scomparsi dai manuali di storia. La storia delle donne e dell'unità d'Italia, quindi, è stata scritta con un inchiostro invisibile. E' necessario, oggi, rendere giustizia, proprio in sede storica, a quelle donne, con un'opera di restituzione della dignità storica e di esaltazione di un contributo, che è stato determinante per la costruzione della nostra nazione e della nostra coscienza di italiani." Con queste considerazioni, stamane, al Senato, il sen. Raffaele Lauro (PdL) ha illustrato il programma del convegno nazionale, sul tema "Sorelle d'Italia", che si terrà a Sorrento, presso il Palazzo Municipale, sabato 2 aprile 2011. Il convegno, al quale parteciperanno studiosi italiani e stranieri, organizzato dall'Amministrazione Comunale di Sorrento e dalla Commissione Pari Opportunità, sarà coordinato da MariaTeresa De Angelis ed aperto dal Sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo. Tra le relatrici: Lucrezia Trovato e la giornalista Armida Parisi. Concluderà il sen. Raffaele Lauro.
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Agenzie di stampa
UNITÀ ITALIA: LAURO "RENDERE GIUSTIZIA CONTRIBUTO DONNE A RISORGIMENTO"
ROMA (ITALPRESS) - "Il ruolo delle donne nella costruzione
dell'unita' nazionale e' stato rilevante, anche se del tutto
subordinato a quello maschile. Quelle donne, di diverse estrazioni
sociali, nonostante la poca o nulla visibilita' pubblica, si
dimostrarono coraggiose, volitive e determinate, con idee e
progetti, impegnate direttamente nelle cospirazioni, cosi' come
nelle lotte di liberazione. E, sebbene siano state figure di primo
piano di quel processo storico, sono finite troppo presto nel
dimenticatoio, tanto che i loro nomi risultano quasi scomparsi dai
manuali di storia. La storia delle donne e dell'unita' d'Italia,
quindi, e' stata scritta con un inchiostro invisibile. E'
necessario, oggi, rendere giustizia, proprio in sede storica, a
quelle donne, con un'opera di restituzione della dignita' storica
e di esaltazione di un contributo, che e' stato determinante per
la costruzione della nostra nazione e della nostra coscienza di
italiani". Con queste considerazioni, il senatore del Pdl Raffaele
Lauro ha illustrato il programma del convegno nazionale, sul tema
"Sorelle d'Italia", che si terra' a Sorrento, presso il Palazzo
Municipale, sabato prossimo. Il convegno, al quale parteciperanno
studiosi italiani e stranieri, organizzato dall'Amministrazione
Comunale di Sorrento e dalla Commissione Pari Opportunita', sara'
coordinato da MariaTeresa De Angelis ed aperto dal Sindaco di
Sorrento, Giuseppe Cuomo. Tra le relatrici: Lucrezia Trovato e la
giornalista Armida Parisi. Concludera' il senatore Raffaele Lauro.
(ITALPRESS).
sat/com
30-Mar-11 12:49
NNNN
UNITA' D'ITALIA: LAURO (PDL), RENDERE GIUSTIZIA A RUOLO DONNE NEL RISORGIMENTO =
Roma, 30 mar. - (Adnkronos) - "Il ruolo delle donne nella
costruzione dell'unita' nazionale e' stato rilevante, anche se del
tutto subordinato a quello maschile". Lo ha detto il senatore Raffaele
Lauro (Pdl), illustrando il programma del convegno nazionale sul tema
"Sorelle d'Italia", che si terra' a Sorrento, presso il Palazzo
Municipale, sabato 2 aprile 2011. "Quelle donne, di diverse estrazioni
sociali, nonostante la poca o nulla visibilita' pubblica, si
dimostrarono coraggiose, volitive e determinate -ha aggiunto- con idee
e progetti, impegnate direttamente nelle cospirazioni, cosi' come
nelle lotte di liberazione".
"E, sebbene siano state figure di primo piano di quel processo
storico, sono finite -ha proseguito- troppo presto nel dimenticatoio,
tanto che i loro nomi risultano quasi scomparsi dai manuali di storia.
La storia delle donne e dell'unita' d'Italia, quindi, e' stata scritta
con un inchiostro invisibile. E' necessario, oggi, rendere giustizia,
proprio in sede storica, a quelle donne, con un'opera di restituzione
della dignita' storica e di esaltazione di un contributo, che e' stato
determinante per la costruzione della nostra nazione e della nostra
coscienza di italiani".
Il convegno, al quale parteciperanno studiosi italiani e
stranieri, organizzato dall'Amministrazione Comunale di Sorrento e
dalla Commissione Pari Opportunita', sara' coordinato da MariaTeresa
De Angelis ed aperto dal Sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo. Tra le
relatrici: Lucrezia Trovato e la giornalista Armida Parisi.
Concludera' il senatore Raffaele Lauro.
(Pol/Zn/Adnkronos)
30-MAR-11 13:01
NNNN
ITALIA 150, LAURO (PDL): RENDERE GIUSTIZIA CONTRIBUTO DONNE A RISORGIMENTO
(9Colonne) Roma, 30 mar - "Il ruolo delle donne nella costruzione dell'unità
nazionale è stato rilevante, anche se del tutto subordinato a quello maschile.
Quelle donne, di diverse estrazioni sociali, nonostante la poca o nulla
visibilità pubblica, si dimostrarono coraggiose, volitive e determinate, con
idee e progetti, impegnate direttamente nelle cospirazioni, così come nelle
lotte di liberazione. E, sebbene siano state figure di primo piano di quel
processo storico, sono finite troppo presto nel dimenticatoio, tanto che i
loro nomi risultano quasi scomparsi dai manuali di storia. La storia delle
donne e dell'unità d'Italia, quindi, è stata scritta con un inchiostro
invisibile. E' necessario, oggi, rendere giustizia, proprio in sede storica, a
quelle donne, con un'opera di restituzione della dignità storica e di
esaltazione di un contributo, che è stato determinante per la costruzione
della nostra nazione e della nostra coscienza di italiani." Con queste
considerazioni, il senatore del Pdl Raffaele Lauro ha illustrato il programma
del convegno nazionale, sul tema "Sorelle d'Italia", che si terrà a Sorrento,
presso il Palazzo Municipale, sabato 2 aprile 2011. Il convegno, al quale
parteciperanno studiosi italiani e stranieri, organizzato dall'Amministrazione
Comunale di Sorrento e dalla Commissione Pari Opportunità, sarà coordinato da
MariaTeresa De Angelis ed aperto dal Sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo. Tra
le relatrici: Lucrezia Trovato e la giornalista Armida Parisi. Concluderà il
senatore Raffaele Lauro.
(red)
301430 MAR 11
Di Raffaele Lauro (del 31/03/2011 @ 18:49:54, in Il commento politico, linkato 588 volte)
Turismo. Gastronomia. Lauro (PdL): L'Italia può vincere il confronto, nell'era della globalizzazione, attraverso la valorizzazione della qualità non riproducibile dei nostri prodotti tipici, puntando ad un'offerta ristorativa che costituisce un tassello non secondario dell'offerta turistica nazionale e dell'arte italiana dell'accoglienza
"L'affermazione e la promozione della ristorazione di eccellenza della Penisola Sorrentina, sia a livello nazionale che internazionale, rappresenta un patrimonio non soltanto gastronomico, ma culturale e sociale, del nostro Paese. L'Italia può vincere il confronto, nell'era della globalizzazione, attraverso la valorizzazione della qualità non riproducibile dei nostri prodotti tipici, come i formaggi, puntando ad un'offerta ristorativa che è un tassello non secondario dell'offerta turistica e dell'arte italiana dell'accoglienza." Con queste parole, il sen. Raffaele Lauro (PdL) ha annunciato, stamane, al Senato, la sua partecipazione, in rappresentanza delle Istituzioni, al convegno nazionale di cultura gastronomica, organizzato, a Sorrento, sabato 2 aprile 2011, presso il Grand Hôtel Conca Park, sul tema "I formaggi italiani. Delizia della tavola", organizzato dalla Delegazione Penisola Sorrentina dell'Accademia Italiana della Cucina. I lavori saranno aperti da Sergio Corbino e conclusi da Paolo Petroni, Segretario Generale dell'Accademia Italiana della Cucina e Presidente del Centro Studi Nazionale "Franco Marenghi".
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Agenzie di stampa
Turismo, Lauro (Pdl): Italia valorizzi prodotti tipico gastronomici
Roma, 31 MAR (Il Velino) - "L'affermazione e la
promozione della ristorazione di eccellenza della Penisola
Sorrentina, sia a livello nazionale che internazionale,
rappresenta un patrimonio non soltanto gastronomico, ma
culturale e sociale, del nostro Paese. L'Italia puo' vincere
il confronto, nell'era della globalizzazione, attraverso la
valorizzazione della qualita' non riproducibile dei nostri
prodotti tipici, come i formaggi, puntando ad un'offerta
ristorativa che e' un tassello non secondario dell'offerta
turistica e dell'arte italiana dell'accoglienza." Con queste
parole, il sen. Raffaele Lauro (PdL) ha annunciato, stamane,
al Senato, la sua partecipazione, in rappresentanza delle
Istituzioni, al convegno nazionale di cultura gastronomica,
organizzato, a Sorrento, sabato 2 aprile 2011, presso il
Grand Hôtel Conca Park, sul tema "I formaggi italiani.
Delizia della tavola", organizzato dalla Delegazione Penisola
Sorrentina dell'Accademia Italiana della Cucina. I lavori
saranno aperti da Sergio Corbino e conclusi da Paolo Petroni,
Segretario Generale dell'Accademia Italiana della Cucina e
Presidente del Centro Studi Nazionale "Franco Marenghi".
(com/baz)
311148 MAR 11 NNNN
TURISMO: LAURO (PDL), ITALIA VALORIZZI PRODOTTI GASTRONOMICI TIPICI =
VALORIZZAZIONE QUALITA' PER VINCERE SFIDA
Roma, 31 mar. (Adnkronos) - ''L'affermazione e la promozione
della ristorazione di eccellenza della Penisola Sorrentina, sia a
livello nazionale che internazionale, rappresenta un patrimonio non
soltanto gastronomico, ma culturale e sociale, del nostro Paese.
L'Italia puo' vincere il confronto, nell'era della globalizzazione,
attraverso la valorizzazione della qualita' non riproducibile dei
nostri prodotti tipici, come i formaggi, puntando ad un'offerta
ristorativa che e' un tassello non secondario dell'offerta turistica e
dell'arte italiana dell'accoglienza''.Con queste parole, il sen.
Raffaele Lauro (PdL) ha annunciato, stamane, al Senato, la sua
partecipazione, in rappresentanza delle Istituzioni, al convegno
nazionale di cultura gastronomica, organizzato, a Sorrento, sabato
prossimo, presso il Grand Ho'tel Conca Park, sul tema ''I formaggi
italiani. Delizia della tavola'', organizzato dalla Delegazione
Penisola Sorrentina dell'Accademia Italiana della Cucina. I lavori
saranno aperti da Sergio Corbino e conclusi da Paolo Petroni,
Segretario Generale dell'Accademia Italiana della Cucina e Presidente
del Centro Studi Nazionale ''Franco Marenghi''.
(Rre-Bis/Gs/Adnkronos)
31-MAR-11 12:03
NNNN
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TURISMO: LAURO (PDL), CON GASTRONOMIA E' BINOMIO VINCENTE
SABATO AL VIA INCONTRO 'FORMAGGI ITALIANI, DELIZIA DELLA TAVOLA
(ANSA) - NAPOLI, 31 MAR - Turismo e Gastronomia rappresentano
un binomio vincente, soprattutto in Costiera sorrentina. Ne e'
convinto Raffaele Lauro (PdL) che oggi, in Senato, ha annunciato
la sua partecipazione al convegno nazionale di cultura
gastronomica, organizzato sabato prossimo a Sorrento (Napoli),
nel Grand Hotel Conca Park.
Temi centrali dell'incontro, organizzato dalla Delegazione
Penisola Sorrentina dell'Accademia Italiana della Cucina,
saranno ''I formaggi italiani. Delizia della tavola''.
I lavori saranno aperti da Sergio Corbino e conclusi da Paolo
Petroni, segretario generale dell'Accademia Italiana della
Cucina e presidente del Centro Studi Nazionale ''Franco
Marenghi''.
''L'Italia puo' vincere il confronto, nell'era della
globalizzazione, attraverso la valorizzazione della qualita' non
riproducibile dei nostri prodotti tipici, puntando ad un'offerta
ristorativa che costituisce un tassello non secondario
dell'offerta turistica nazionale e dell'arte italiana
dell'accoglienza'', ha detto l'onorevole Lauro secondo il quale
''l'affermazione e la promozione della ristorazione di
eccellenza della Penisola Sorrentina, sia a livello nazionale
che internazionale, rappresenta un patrimonio non soltanto
gastronomico, ma culturale e sociale, del nostro Paese''.
''L'Italia puo' vincere il confronto, nell'era della
globalizzazione, attraverso la valorizzazione della qualita' non
riproducibile dei nostri prodotti tipici, - ha poi concluso
Lauro - come i formaggi, puntando ad un'offerta ristorativa che
e' un tassello non secondario dell'offerta turistica e dell'arte
italiana dell'accoglienza''. (ANSA).
W07-XPI
31-MAR-11 17:37
NNNN
Di Raffaele Lauro (del 03/04/2011 @ 19:03:00, in Il commento politico, linkato 402 volte)
"Siamo giunti ad un punto di non ritorno nel degrado politico italiano. Se l'obiettivo di qualcuno e' la definitiva delegittimazione delle istituzioni parlamentari, centro del nostro ordinamento costituzionale, allora siamo sulla strada giusta, andiamo verso il baratro. Il vento dell'antiparlamentarismo soffia sempre più forte nella coscienza collettiva del paese e rischia di diventare una bufera, alimentato, in primis, fin dall'inizio della legislatura: da un linguaggio aggressivo, volgare e personalmente offensivo nei confronti del premier, utilizzato quotidianamente da alcuni esponenti dell'opposizione; da un clima di rissa permanente, condito da ogni sorta di epiteti e da un linguaggio da trivio, che folleggia nei talk show televisivi e nei cosiddetti programmi di approfondimento, che non approfondiscono un bel niente, tranne il dizionario della violenza verbale; da inchieste superficiali e strumentali, pubblicate anche sulla grande stampa nazionale, intorno alla produttività dei lavori del Senato e della Camera e, infine, dalla mancanza di rispetto delle istituzioni, mostrata anche da alcuni membri del governo, che non riescono più a distinguere i loro ruoli, nei rispettivi partiti, dalle delicate responsabilità istituzionali ricoperte, utilizzando espressioni da osteria. Di fronte ai gravissimi problemi da affrontare, che rischiano di mettere in crisi la stessa coesione nazionale, la classe politica, nel suo insieme, deve riscoprire un minimo di galateo istituzionale, che non e' forma, ma sostanza, e quelle regole della convivenza civile, ispirate al rispetto dell'avversario politico e della dignità della persona umana, che costituiscono le fondamenta della nostra democrazia repubblicana." Lo ha dichiarato, al Senato, stamane, il sen. Raffaele Lauro (PdL), commentando la situazione politica.
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Agenzie di stampa
CAMERA, LAURO (PDL): PUNTO NON RITORNO DEGRADO POLITICO
(9Colonne) Roma, 1 apr - "Siamo giunti ad un punto di non ritorno nel degrado
politico italiano. Se l'obiettivo di qualcuno è la definitiva delegittimazione
delle istituzioni parlamentari, centro del nostro ordinamento costituzionale,
allora siamo sulla strada giusta, andiamo verso il baratro. Il vento
dell'antiparlamentarismo soffia sempre più forte nella coscienza collettiva
del Paese e rischia di diventare una bufera, alimentato, in primis, fin
dall'inizio della legislatura: da un linguaggio aggressivo, volgare e
personalmente offensivo nei confronti del premier, utilizzato quotidianamente
da alcuni esponenti dell'opposizione; da un clima di rissa permanente,
condito da ogni sorta di epiteti e da un linguaggio da trivio, che folleggia
nei talk show televisivi e nei cosiddetti programmi di approfondimento, che
non approfondiscono un bel niente, tranne il dizionario della violenza
verbale; da inchieste superficiali e strumentali, pubblicate anche sulla
grande stampa nazionale, intorno alla produttività dei lavori del Senato e
della Camera e, infine, dalla mancanza di rispetto delle istituzioni, mostrata
anche da alcuni membri del governo, che non riescono più a distinguere i loro
ruoli, nei rispettivi partiti, dalle delicate responsabilità istituzionali
ricoperte, utilizzando espressioni da osteria. Di fronte ai gravissimi
problemi da affrontare, che rischiano di mettere in crisi la stessa coesione
nazionale, la classe politica, nel suo insieme, deve riscoprire un minimo di
galateo istituzionale, che non e' forma, ma sostanza, e quelle regole della
convivenza civile, ispirate al rispetto dell'avversario politico e della
dignità della persona umana, che costituiscono le fondamenta della nostra
democrazia repubblicana". Così in una nota il senatore del Pdl Raffaele Lauro.
(red)
011202 APR 11
GOVERNO. LAURO (PDL): CI SONO MINISTRI DA OSTERIA
(DIRE) Roma, 1 apr. - "Siamo giunti ad un punto di non ritorno
nel degrado politico italiano. Se l'obiettivo di qualcuno e' la
definitiva delegittimazione delle istituzioni parlamentari,
centro del nostro ordinamento costituzionale, allora siamo sulla
strada giusta, andiamo verso il baratro". Lo dice il senatore del
Pdl, Raffaele Lauro.
"Il vento dell'anti-parlamentarismo- aggiunge Lauro- soffia
sempre piu' forte nella coscienza collettiva del Paese e rischia
di diventare una bufera, alimentato, in primis, fin dall'inizio
della legislatura: da un linguaggio aggressivo, volgare e
personalmente offensivo nei confronti del premier, utilizzato
quotidianamente da alcuni esponenti dell'opposizione; da un
clima di rissa permanente, condito da ogni sorta di epiteti e da
un linguaggio da trivio, che folleggia nei talk show televisivi e
nei cosiddetti programmi di approfondimento, che non
approfondiscono un bel niente, tranne il dizionario della
violenza verbale; da inchieste superficiali e strumentali,
pubblicate anche sulla grande stampa nazionale, intorno alla
produttivita' dei lavori del Senato e della Camera e, infine,
dalla mancanza di rispetto delle istituzioni, mostrata anche da
alcuni membri del governo, che non riescono piu' a distinguere i
loro ruoli, nei rispettivi partiti, dalle delicate
responsabilita' istituzionali ricoperte, utilizzando espressioni
da osteria".
Lauro spiega che "di fronte ai gravissimi problemi da
affrontare, che rischiano di mettere in crisi la stessa coesione
nazionale, la classe politica, nel suo insieme, deve riscoprire
un minimo di galateo istituzionale, che non e' forma, ma
sostanza, e quelle regole della convivenza civile, ispirate al
rispetto dell'avversario politico e della dignita' della persona
umana, che costituiscono le fondamenta della nostra democrazia
repubblicana".
(Com/Rai/ Dire)
12:36 01-04-11
NNNN
GOVERNO: LAURO (PDL), PUNTO DI NON RITORNO NEL DEGRADO POLITICO =
Roma, 1 apr. - (Adnkronos) - "Siamo giunti ad un punto di non
ritorno nel degrado politico italiano. Se l'obiettivo di qualcuno e'
la definitiva delegittimazione delle istituzioni parlamentari, centro
del nostro ordinamento costituzionale, allora siamo sulla strada
giusta, andiamo verso il baratro''. Lo dichiara il senatore Raffaele
Lauro (Pdl), commentando la situazione politica.
''Il vento dell'antiparlamentarismo -continua- soffia sempre
piu' forte nella coscienza collettiva del paese e rischia di diventare
una bufera, alimentato, in primis, fin dall'inizio della legislatura:
da un linguaggio aggressivo, volgare e personalmente offensivo nei
confronti del premier, utilizzato quotidianamente da alcuni esponenti
dell'opposizione; da un clima di rissa permanente, condito da ogni
sorta di epiteti e da un linguaggio da trivio, che folleggia nei talk
show televisivi e nei cosiddetti programmi di approfondimento, che non
approfondiscono un bel niente, tranne il dizionario della violenza
verbale; da inchieste superficiali e strumentali, pubblicate anche
sulla grande stampa nazionale, intorno alla produttivita' dei lavori
del Senato e della Camera e, infine, dalla mancanza di rispetto delle
istituzioni, mostrata anche da alcuni membri del governo, che non
riescono piu' a distinguere i loro ruoli, nei rispettivi partiti,
dalle delicate responsabilita' istituzionali ricoperte, utilizzando
espressioni da osteria''.
''Di fronte ai gravissimi problemi da affrontare, che rischiano
di mettere in crisi la stessa coesione nazionale, la classe politica,
nel suo insieme, deve riscoprire un minimo di galateo istituzionale,
che non e' forma, ma sostanza, e quelle regole della convivenza
civile, ispirate al rispetto dell'avversario politico e della dignita'
della persona umana, che costituiscono le fondamenta della nostra
democrazia repubblicana", conclude Lauro.
(Pol/Zn/Adnkronos)
01-APR-11 12:56
NNNN
Camere, Lauro (Pdl): Siamo a punto di non ritorno in degrado politico
Roma, 01 APR (Il Velino) - "Siamo giunti ad un punto di
non ritorno nel degrado politico italiano. Se l'obiettivo di
qualcuno e' la definitiva delegittimazione delle istituzioni
parlamentari, centro del nostro ordinamento costituzionale,
allora siamo sulla strada giusta, andiamo verso il baratro".
Lo ha dichiarato, al Senato, stamane, il senatore Raffaele
Lauro (Pdl), commentando la situazione politica. "Il vento
dell'antiparlamentarismo - ha continuato Lauro - soffia
sempre piu' forte nella coscienza collettiva del paese e
rischia di diventare una bufera, alimentato, in primis, fin
dall'inizio della legislatura: da un linguaggio aggressivo,
volgare e personalmente offensivo nei confronti del premier,
utilizzato quotidianamente da alcuni esponenti
dell'opposizione; da un clima di rissa permanente, condito da
ogni sorta di epiteti e da un linguaggio da trivio, che
folleggia nei talk show televisivi e nei cosiddetti programmi
di approfondimento, che non approfondiscono un bel niente,
tranne il dizionario della violenza verbale; da inchieste
superficiali e strumentali, pubblicate anche sulla grande
stampa nazionale, intorno alla produttivita' dei lavori del
Senato e della Camera e, infine, dalla mancanza di rispetto
delle istituzioni, mostrata anche da alcuni membri del
governo, che non riescono piu' a distinguere i loro ruoli,
nei rispettivi partiti, dalle delicate responsabilita'
istituzionali ricoperte, utilizzando espressioni da osteria.
Di fronte ai gravissimi problemi da affrontare, che rischiano
di mettere in crisi la stessa coesione nazionale, la classe
politica, nel suo insieme, deve riscoprire - ha concluso il
senatore Pdl - un minimo di galateo istituzionale, che non e'
forma, ma sostanza, e quelle regole della convivenza civile,
ispirate al rispetto dell'avversario politico e della
dignita' della persona umana, che costituiscono le fondamenta
della nostra democrazia repubblicana". (com/ndl)
011317 APR 11 NNNN
CAMERA: LAURO "PUNTO NON RITORNO DEGRADO POLITICO"
ROMA (ITALPRESS) - "Siamo giunti ad un punto di non ritorno nel
degrado politico italiano. Se l'obiettivo di qualcuno e' la
definitiva delegittimazione delle istituzioni parlamentari, centro
del nostro ordinamento costituzionale, allora siamo sulla strada
giusta, andiamo verso il baratro". Lo afferma in una nota il
senatore del Pdl Raffaele Lauro.
"Il vento dell'antiparlamentarismo soffia sempre piu' forte nella
coscienza collettiva del Paese e rischia di diventare una bufera,
alimentato, in primis, fin dall'inizio della legislatura: da un
linguaggio aggressivo, volgare e personalmente offensivo nei
confronti del premier, utilizzato quotidianamente da alcuni
esponenti dell'opposizione - aggiunge -; da un clima di rissa
permanente, condito da ogni sorta di epiteti e da un linguaggio da
trivio, che folleggia nei talk show televisivi e nei cosiddetti
programmi di approfondimento, che non approfondiscono un bel
niente, tranne il dizionario della violenza verbale; da inchieste
superficiali e strumentali, pubblicate anche sulla grande stampa
nazionale, intorno alla produttivita' dei lavori del Senato e
della Camera e, infine, dalla mancanza di rispetto delle
istituzioni, mostrata anche da alcuni membri del governo, che non
riescono piu' a distinguere i loro ruoli, nei rispettivi partiti,
dalle delicate responsabilita' istituzionali ricoperte,
utilizzando espressioni da osteria - conclude Lauro -. Di fronte
ai gravissimi problemi da affrontare, che rischiano di mettere in
crisi la stessa coesione nazionale, la classe politica, nel suo
insieme, deve riscoprire un minimo di galateo istituzionale, che
non e' forma, ma sostanza, e quelle regole della convivenza
civile, ispirate al rispetto dell'avversario politico e della
dignita' della persona umana, che costituiscono le fondamenta
della nostra democrazia repubblicana".
(ITALPRESS).
sat/com
01-Apr-11 15:24
NNNN
Di Raffaele Lauro (del 06/04/2011 @ 20:46:24, in Il commento politico, linkato 494 volte)
"Le Sorelle d'Italia - Donne e Rosorgimento"
Il ruolo delle donne nella costruzione dello Stato italiano è sempre stato considerato subordinato a quello maschile.
Quelle donne, nonostante la poca o nulla visibilità pubblica, non solo ebbero un ruolo rilevante in quel processo, ma furono numerose, di diverse estrazioni sociali, e si dimostrarono volitive, determinate, con idee e progetti da costruire, impegnate direttamente nelle cospirazioni così come nelle lotte vere e proprie, anche se in genere con funzioni di organizzatrici - una delle poche che imbracciò il fucile fu Anita Garibaldi - passate poi, dopo l'unificazione, a ruoli di impegno sociale a beneficio delle donne e dell'infanzia, per il riscatto sociale delle classi disagiate, per l'organizzazione e la promozione dell'educazione.
Queste donne, senza esagerare, furono centinaia. Anche se in gran parte dimenticate, non mancarono di essere coraggiose protagoniste nelle vicende che portarono all’unificazione d’Italia.
Sebbene, quindi, fossero state figure di primo piano in quel processo storico, sono finite troppo presto nel dimenticatoio, tanto che, i loro nomi risultano oggi quasi scomparsi dai manuali di storia e, dunque, sconosciuti ai più.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il loro apporto non si limitò alla partecipazione più o meno attiva alla fase di unificazione dello Stato italiano, ma proseguì nel tempo, concretizzandosi in iniziative di alto valore civile e sociale, in grado di far crescere la nuova nazione e di avviare la costruzione di una società più libera e giusta.
Il percorso che trasformò un’idea nella realtà dell’Italia unita, dalla Lombardia alla Sicilia, fu contrappuntato dal progressivo coinvolgimento delle masse, dunque l’apporto femminile fu determinante in tutte le sue tappe.
Questo percorso però, si espresse in forme di partecipazione diverse, che lo resero meno “eroico” e perciò più oscuro ed anche più facilmente oscurabile da parte degli stessi contemporanei. Il medesimo destino, del resto, che è sempre toccato nei secoli, e in parte ancora oggi, al ruolo della componente femminile, peraltro numericamente maggioritaria, in tutte, o quasi, le società umane.
La storia delle donne e dell'unità d'Italia, è stata una storia scritta con un inchiostro invisibile. Una trama fitta e sottile di presenze operose, generose, importanti, anche se taciute, come spesso accade all’agire femminile.
Le donne furono presenti attivamente nel processo risorgimentale e vi contribuirono con atteggiamenti diversi, coraggiosi e innovativi, con scelte di libertà. Ma, se le donne ci furono e operarono, una perpetrata omertà della storia e degli storici, non ha reso loro giustizia.
Giuseppe Mazzini nell’utopia universalistica della sua visione della realtà, manifestò posizioni aperte e rispettose circa l’importanza del ruolo della donna nella società, anche se ammise l’immaturità dei tempi affinché qualcosa potesse cambiare e la donna partecipare alla vita politica del Paese: “L’emancipazione della donna - scrisse Mazzini - sancirebbe una grande verità, di base a tutte le altre, l’unità del genere umano, e assocerebbe nella ricerca del vero e del progresso comune una somma di facoltà e di forze, isterilite da quella inferiorità che dimezza l’anima. Ma sperare di ottenerla alla Camera come è costituita, e sotto l’istituzione che regge l’Italia (la monarchia) è, a un dipresso, come se i primi cristiani avessero sperato di ottenere dal paganesimo l’inaugurazione del monoteismo e l’abolizione della schiavitù”.
L’emancipazione della donna passò, senza dubbio, attraverso l’esperienza dell’associazionismo, che diffuse la pratica del dibattito e della democrazia. In questo senso, il "salotto" fu il primo strumento di apertura alla sua partecipazione e all’impegno intellettuale e civile. Fu in ambiti aristocratici e alto-borghesi, il cui livello culturale e l’internazionalità della formazione consentivano di produrre opinioni e confrontarle diffondendo così la passione per l’impegno sociale e civile, che ciò ebbe luogo.
Nobildonne aprirono i loro salotti a letterati, patrioti e artisti, contribuendo, in modo sostanziale, alla creazione di un humus fertile alla diffusione dei fervori unitari e risorgimentali.
Spesso simpatizzanti delle idee mazziniane, o vicine alla carboneria, come poi lo saranno alla teosofia, alla massoneria, esse hanno meno combattuto tra le barricate a colpi di moschetto, e più lavorato per la costruzione del paese civile. Nel salotto di via Bigli, ad esempio, la contessa Maffei riunì patrioti e artisti, uniti dall'anelito di indipendenza e dall’ardore libertario, quegli stessi che, nel 1859 avrebbero imbracciato le armi contro l’aquila Asburgica.
Filantrope più che patriote, quindi, fondarono ospedali, organizzazioni per l’assistenza alle minorenni, aprirono asili e scuole per affrancare le donne da quella indigenza di cultura che si traduceva in mancanza di libertà.
Le sottili trame del femminile legarono fatti e persone e spesso, i destini di queste donne, si incrociarono o si sfiorarono. Alcune di esse sono entrate nei libri di scuola, come Anita Garibaldi, compagne di eroi, o astute strateghe dell’intrigo e della politica, come la Contessa di Castiglione. Altre contribuirono, con i loro sforzi e le loro idee, ad un’azione collettiva e diffusa in cui è difficile far emergere singole individualità.
Sono prime forme di associazionismo intorno a veri e propri progetti politici, sono comitati di filantrope dedite ad un progetto sociale, sono gruppi di giornaliste e intellettuali riunite intorno ad un periodico, comitati clandestini di patriote e congreghe dal carattere religioso.
Spesso queste storie si coloravano di episodi avventurosi e rocamboleschi, e queste non sempre famose eroine si destreggiavano vestendo, il più delle volte, panni maschili, nascondendosi sotto travestimenti e false identità.
Se gli uomini del Risorgimento, quindi, furono i protagonisti dell’Unità politica del Paese, le donne, nell’ombra, operarono alla creazione dell’unità sociale e culturale della nuova e giovane Italia. Nel fare questo, avviarono, contemporaneamente, la prima riflessione sulla condizione femminile, cominciando ad elaborare l’identità della donna dell’Italia unita.
Esse tracciarono la strada sulla quale avrebbero camminato le donne del futuro, quella stessa strada sulla quale, oggi, 150 anni dopo, esse sono ancora in cammino.
È bene volgere un rapido sguardo sulle esistenze di alcune di queste donne incredibili, per riparare, in piccolissima parte, al torto, commesso sia dai loro contemporanei, sia dagli storici, che le hanno confinate nel limbo della storia.
Cristina Trivulzio di Belgiojoso: milanese, ebbe una travagliata vita familiare e comportamenti, per il tempo, ritenuti scandalosi (sposata, lasciò il marito ed ebbe una figlia da un nuovo compagno). Fuggita in Francia dopo il 1831, divenne giornalista. Tornata in Italia nel 1840 si stabilì a Trivulzio. Colpita dalle condizioni di miseria dei contadini, si dedicò ai problemi sociali. Seguendo le teorie utopistiche di Saint Simon e Fourier, aprì asilo e scuole per figli e figlie del popolo. Nel 1848-'49 fu ancora in prima linea: raggiunse Milano guidando la "Divisione Belgioioso", 200 volontari da lei reclutati e trasportati in piroscafo da Roma a Genova e da lì a Milano. A Roma, nei mesi della Repubblica guidata da Mazzini, lavorò giorno e notte negli ospedali durante l'assedio della città, creando le "infermiere" laiche e chiamando a questo compito nobili, borghesi e prostitute. Alla caduta della Repubblica (luglio 1849), dopo essersi battuta per salvare feriti e prigionieri, fuggì a Malta, ad Atene e infine a Costantinopoli. Alla sua morte, nessuno dei politici d'Italia partecipò ai suoi funerali.
Anna Grassetti Zanardi: bolognese, fu moglie di uno degli organizzatori del tentativo insurrezionale mazziniano di Savigno. Anna, anch'essa ardente mazziniana, fu infermiera durante la campagna del 1848 e a Roma nel 1849. Durante la successiva restaurazione pontificia, per incarico di Mazzini, si occupò di creare comitati in città e anche in altri centri vicini. Sorvegliata e più volte perquisita, venne arrestata nel 1851 e trasferita nel carcere di Ferrara. Le cronache cittadine di fine ottocento la segnalavano, ormai vedova, sempre in testa al gruppo dei reduci garibaldini durante i cortei patriottici, con in dosso la camicia rossa garibaldina e il petto coperto da numerose medaglie.
Giuditta Tavani Arquati: romana, incinta del quarto figlio, si trovava in Trastevere, nel lanificio Aiani insieme al marito, al figlio dodicenne e a molti altri cospiratori, che preparavano la rivolta in attesa dell’arrivo di Garibaldi da Monterotondo. L’entrata degli zuavi pontifici scatenò un aspro combattimento e, nonostante una strenua resistenza, i congiurati vennero sopraffatti e Giuditta, che aveva spronato, aiutato e soccorso i rivoltosi, venne massacrata dopo aver visto uccidere il marito e il figlio.
Sara Levi Nathan: pesarese, si profuse per l'impegno politico e per le iniziative sociali: fu una fervente patriota, grande amica di Mazzini, che morì a Pisa nel 1872 proprio a casa di sua figlia Janet. Fu sorvegliata dalla polizia, e accusata di cospirazione. Riuscì a fuggire prima di essere arrestata e riparò a Lugano. Tornata a Roma, dette vita a numerose iniziative educative, filantropiche e sociali. Fondò, nel quartiere di Trastevere, una scuola intitolata a Mazzini, destinata alle ragazze, e aprì una casa per prostitute, l’Unione benefica, con l’intento di prevenire la prostituzione, offrendo a ragazze indigenti o in difficoltà alloggio, mezzi e possibilità di lavoro.
Giorgina Craufurd Saffi: di famiglia inglese, si innamorò dell’Italia, anche grazie al favore che la sua famiglia esprimeva per la causa italiana. Sposò Aurelio Saffi, esule italiano a Londra, già triumviro della Repubblica Romana nel 1849. Dalle idee mazziniane trasse il profondo interesse per l’educazione delle donne e dei giovani, cui andava inculcato il rispetto dei diritti e dei doveri dell'uomo, e l'idea che solo attraverso l'emancipazione e la partecipazione alla vita civile e civica si sarebbe potuto essere cittadini e non sudditi, e partecipare all'emancipazione della Patria e del Popolo. Giorgina scelse così di occuparsi, in primo luogo, dell’educazione di tutte le donne, prime e fondamentali educatrici dei propri figli, cosa che la porterà ad appoggiare i movimenti emancipazionisti che, in quella seconda metà dell‘800, faticosamente stavano facendosi strada.
Adelaide Cairoli: milanese, a 18 anni sposò Carlo Cairoli, professore di chirurgia di Pavia, di sentimenti patriottici. Donna di vasta cultura, curò lei stessa l’educazione per i figli indirizzandoli all’amore per la società e la patria. Finanziò giornali patriottici, ospitò un salotto politico-letterario, mantenne una corrispondenza con gli intellettuali del periodo. Così scrisse, lei stessa, una volta: “Prima ancora dunque che alla causa femminile, io mi ero votata a quella della mia patria e il mio amore per la prima nacque dal mio amore per la seconda.”
Enrichetta Caracciolo: napoletana, fu forzata dalla madre a prendere i voti, ma sei anni dopo, ne chiese lo scioglimento a Pio IX, con esito però negativo. Riuscì a far introdurre nel convento dove risiedeva, dei giornali liberali, prese posizione contro i Borbone e contro il fenomeno delle monacazioni forzate. Quando Garibaldi entrò a Napoli, depose il velo monacale sull’altare durante la messa di ringraziamento per la sconfitta dei Borbone. Sposò il patriota Giovanni Greuther e pubblicò un libro di memorie che ebbe molto successo, "I misteri del Chiostro napoletano"
Anita Ribeiro Garibaldi: fu la moglie di Giuseppe Garibaldi, nonché compagna di tutte le sue battaglie. Nel 1840, venne fatta prigioniera nella battaglia di Curitibanos, ma riuscì a sfuggire alla cattura. Nel 1849 era a Roma per la proclamazione della Repubblica Romana, dove combatté a fianco dei garibaldini, i quali però, dopo una lunga resistenza contro gli eserciti francese e austriaco che invasero la città, dovettero ritirarsi dopo la battaglia del Gianicolo. Durante quella fuga le condizioni di Anita, al quinto mese di gravidanza, peggiorarono, e fu proprio in quell'occasione che, a 28 anni, la donna-guerriero spirò.
Desidero sottolineare che ho potuto constatare di persona che in alcune delle enciclopedie italiane più rinomate, a differenza dei patrioti uomini, gran parte dei nomi che ho citato, o non sono neanche menzionati, o invece, laddove vi è la voce ricercata, vi è una semplice nota biografica, che non approfondisce minimamente il ruolo svolto dalla patriota negli avvenimenti storici.
Trovo tale fatto, in tutta sincerità, assurdo e fortemente paradossale. Sarebbe auspicabile, quindi, che parte delle energie e della vivacità impiegate per questi festeggiamenti del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, fossero investite nella ormai necessaria opera di restituzione della dignità storica a queste donne che, al pari degli uomini, contribuirono in modo determinante a costruire la nostra nazione e la nostra coscienza di italiani.
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"I Formaggi. Delizia della tavola"
La gastronomia è senza dubbio una parte importantissima della cultura italiana e parlarne in termini esaustivi è un compito tutt’altro che facile, data la vastità che ne rende praticamente incompleta qualunque definizione o descrizione.
La gastronomia italiana beneficia della ricchezza e della diversità delle tradizioni culinarie locali e degli ingredienti che contraddistinguono la maggioranza delle aree dello stivale: mare, monti, colline, laghi e pianure.
Certamente è anche il risultato di culture che hanno avuto una particolare sensibilità verso il cibo, visto non soltanto come modo per assicurare la sopravvivenza nella sua forma più essenziale, ma anche come elemento per ottenere piacere.
La cucina nazionale, quindi, si può definire come un insieme di culture e tradizioni gastronomiche regionali che hanno contribuito a creare un modello e uno stile identificabile con la “cucina italiana”.
La presenza di diverse culture popolari, che in ogni regione evidenziano ancora un forte legame con il proprio passato e con le proprie tradizioni culinarie, rende praticamente impossibile la definizione di una cucina italiana vera e propria.
Si può eventualmente parlare di uno stile “nazionale” e universalmente riconosciuto di interpretare la cucina tale da rendere le pietanze identificabili come “italiane”. Uno stile gastronomico apprezzato non solo in Italia, ma anche sinonimo del “buon mangiare” ovunque nel mondo.
La particolare posizione geografica dell’Italia e la sua conformazione assai poco omogenea, rendono il clima estremamente vario e fanno sì che si possano trovare a distanza di poche centinaia di chilometri l’una dall’altra, realtà assai diverse tra loro per ambiente, cultura e, quindi, cucina.
Oltre a ciò, è da considerare il notevole influsso degli antichi popoli che abitarono le regioni italiane in tempi passati e che introdussero sia l'uso di ingredienti, sia tecniche e pietanze specifiche, diventati con il tempo, tipiche e identificative.
Inoltre, bisogna conoscere e considerare le varie cucine regionali, profondamente diverse le une dalle altre in quanto in esse, vi è più del semplice cibo, ma anche manifestazione della cultura e della storia del suo popolo.
Cucina italiana, quindi, non significa solo spaghetti e pizza, in quanto ben più profonde sono le radici della nostra arte culinaria: i piatti regionali nascono da vere e proprie circostanze storiche e non pochi, sono gli aneddoti che si sono sviluppati intorno alla nascita di ricette che sono poi diventate capisaldi della cultura gastronomica italiana.
A partire dalla seconda metà del secolo scorso ed in funzione dell'influenza che altri Stati hanno cominciato ad esercitare sulle nostre abitudini e sulla nostra cultura, la tradizione culinaria nazionale ha subito delle trasformazioni a causa del diffondersi di alimenti che a tutt’oggi caratterizzano il modo ed il gusto di mangiare di alcuni strati della popolazione italiana.
Oltre alla diffusione dei fast food e dei cibi confezionati come alternativa alla tradizione in tavola, gli usi alimentari del nostro paese vengono costantemente influenzati dalla cultura culinaria delle minoranze straniere che popolano lo stivale e dalla facilità di contatti con il mondo intero che consente l'importazione di piatti e prodotti di altri paesi.
Occorre dunque fare in modo che la nostra preziosa cucina regionale non venga soppiantata dalle moderne tendenze alimentari, che non sono manifestazione di usi, costumi e tradizioni radicati nella storia del nostro paese.
Innovare in cucina è fondamentale, ma bisogna farlo mantenendo un’identità. Per questo è necessario partire dalla terra, che non è solo l’orto, ma un insieme di valori come usi e costumi, tradizioni gastronomiche, prodotti del territorio ed i suoi artigiani.
Solo dopo aver studiato, approfondito e rispettato la tradizione, si ha il diritto di metterla da parte, sempre però con la consapevolezza che le si è debitori. Naturalmente, se si resta ancorati al passato, la vita che continua diventa vita che si ferma ma, se ci si serve della tradizione come d’un trampolino, è ovvio che si salterà assai più in alto.
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