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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Raffaele Lauro (del 10/12/2010 @ 16:52:28, in Il commento politico, linkato 430 volte)
COMUNICATO STAMPA DEL SEN. RAFFAELE LAURO (PdL)
(Senato, 10 dicembre 2010)
ORDINE GIORNALISTI. LAURO (PdL): Con l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti verrà a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituirà piena dignità professionale a chi svolge la professione di giornalista. Tornare alla rivoluzione liberale di Luigi Eiunaudi
Con un disegno di legge, in un unico articolo, presentato stamane al Senato, il sen. Raffaele Lauro (PdL) propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, come disciplinato dalla legge n. 69 del 1963 e che compone quella parte della legislazione statale che, nel corso dei decenni, si è stratificata in materia di comunicazione e di informazione. Tale intento soppressivo deriva sostanzialmente dai profondi ed irreversibili mutamenti che i processi telematici e di Internet hanno determinato sul versante della liberalizzazione dei sistemi di comunicazione. La rivoluzione informatica, già nei fatti, ha determinato uno spostamento radicale dalla "materialità" della carta stampata al mondo del web, determinando di conseguenza anche concettualmente una coincidenza tra il concetto di libertà di stampa con quello di libertà di opinione. "La legge che propongo di abrogare - ha dichiarato Lauro - ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere, più che la libertà di stampa, la stampa, intesa come corporazione giornalistica. Già nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l’istituzione di un Ordine dei Giornalisti, definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perché avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioè alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell’albo obbligatorio avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una previsione, quella di Einaudi, primo Presidente della Repubblica, che ha trovato drammatico riscontro nella realtà di questi decenni repubblicani, fino ad oggi. Il dettato costituzionale e la lettera stessa dell’articolo 21 della Costituzione (libertà di pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio della libertà di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario, perchè nessuno può assumere il titolo, né esercitare la professione di giornalista, se non è iscritto nell'albo professionale." "Con l'abolizione dell'Ordine - ha aggiunto Lauro - verrà a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituirà piena dignità professionale a chi svolge la professione di giornalista. Ogni singolo professionista risponderà della sua capacità di esercitare la professione nei termini di legge. Avremo professionisti che non vedrebbero minato il loro diritto alla libertà di opinione od espressione, semplicemente perché un ordine impone, come etica collettiva, quella che invece dovrebbe essere un’etica individuale. Resterà ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene più opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali è obbligatorio iscriversi." " Parliamo sempre di Europa, ma difendiamo tutte le vecchie logiche corporativistiche. Nel resto d’Europa - ha concluso Lauro -la professione è governata da logiche prevalentemente associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di regolazione professionale con il concorso di autorità pubbliche. In sostanza, si vede chiaramente che l’attività giornalistica è concepita secondo logiche di mercato, associativo-sindacali e organizzative proprie delle aziende editoriali, in cui viene svolto il lavoro vero e proprio. Da una parte gli editori, dall’altra i giornalisti (tutelati da uno o più sindacati). Lo Stato interviene in rari casi, partecipando alle commissioni che abilitano i giornalisti alla professione. In altri casi, come in Gran Bretagna o in Germania, lo Stato non c’entra affatto. Bisogna spingere verso il modello più avanzato europeo ed aprire l’esercizio della professione a tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito sulla riforma dell’Ordine non è arrivato a nulla e dimostra probabilmente l’impossibilità di un'autoriforma. Solo con l'abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di posizioni di rendita e di potere di pochi, si otterrà anche una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono."
--------ADNKRONOS, venerdì 10 dicembre 2010, 13.31.01
GIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DISEGNO LEGGE PER ABOLIRE ORDINE
Roma, 10 dic. (Adnkronos) - Con un disegno di legge, in un unico
articolo, presentato oggi a Palazzo Madama, il senatore del Pdl,
Raffaele Lauro, propone l' abolizione dell' Ordine dei Giornalisti, come
disciplinato dalla legge n.69 del 1963. "La legge che propongo di
abrogare -spiega Lauro- ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere,
piu' che la liberta' di stampa, la stampa, intesa come corporazione
giornalistica. Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce
contro l' istituzione di un Ordine dei giornalisti, definendo
addirittura immorale un albo obbligatorio, perche' avrebbe posto un
limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioe' alla
libera espressione del pensiero''.
'' Ammettere il principio dell' albo obbligatorio -rimarca Lauro-
avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle
corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime
dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una previsione, quella
di Einaudi, primo Presidente della Repubblica, che ha trovato
drammatico riscontro nella realta' di questi decenni repubblicani,
fino ad oggi''.
'' Il dettato costituzionale -ricorda il senatore del Pdl- e la
lettera stessa dell' articolo 21 della Costituzione (liberta' di
pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l' esercizio della
liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il
contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne' esercitare la
professione di giornalista, se non e' iscritto nell' albo
professionale". (segue)
(Pol-Gkd/Col/Adnkronos)
10-DIC-10 13:23
Oggetto: GIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DISEGNO LEGGE PER ABOLIRE ORDINE
(2)
ADNKRONOS, venerdì 10 dicembre 2010, 13.41.28
GIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DISEGNO LEGGE PER ABOLIRE ORDINE (2)
(Adnkronos) - "Con l' abolizione dell' Ordine -ha aggiunto Lauro-
verra' a cadere un' anomalia tutta italiana all' interno dell' Unione
Europea e si restituira' piena dignita' professionale a chi svolge la
professione di giornalista. Restera' ovviamente salvo il diritto per
ogni categoria di organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad esempio
con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non
tramite ordini, ai quali e' obbligatorio iscriversi''.
'' Nel resto d' Europa, invece -fa notare il senatore Pdl- la
professione e' governata da logiche prevalentemente
associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di regolazione
professionale con il concorso di autorita' pubbliche".
"Bisogna, quindi, spingere verso il modello piu' avanzato
europeo -conclude Lauro- ed aprire l' esercizio della professione a
tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito sulla
riforma dell' Ordine non e' arrivato a nulla e dimostra probabilmente
l' impossibilita' di un' autoriforma. Solo con l' abrogazione della
legge, unitamente al depotenziamento di posizioni di rendita e di
potere di pochi, si otterra' anche una maggiore responsabilizzazione
di coloro che scrivono".
(Pol-Gkd/Col/Adnkronos)
10-DIC-10 13:34
NNN
Odg, Lauro (Pdl): Con abolizione Ordine cade anomalia tutta italiana
Romac, 10 DIC (Il Velino) - Con un disegno di legge, in
un unico articolo, presentato stamane al Senato, il senatore
Raffaele Lauro (Pdl) propone l'abolizione dell'Ordine dei
Giornalisti, come disciplinato dalla legge n. 69 del 1963.
"La legge che propongo di abrogare - dichiara Lauro - ha
garantito e tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la
liberta' di stampa, la stampa intesa come corporazione
giornalistica. Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la
voce contro l'istituzione di un Ordine dei Giornalisti,
definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perche'
avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha e non
dovrebbe avere, cioe' alla libera espressione del pensiero".
"Ammettere il principio dell'albo obbligatorio - spiega Lauro
- avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle
corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche
acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una
previsione, quella di Einaudi, primo presidente della
Repubblica, che ha trovato drammatico riscontro nella realta'
di questi decenni repubblicani, fino ad oggi. Il dettato
costituzionale e la lettera stessa dell'articolo 21 della
Costituzione (liberta' di pensiero e di stampa) consentono a
tutti i cittadini l'esercizio della liberta' di stampa,
mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario,
perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne' esercitare la
professione di giornalista, se non e' iscritto nell'albo
professionale". "Con l'abolizione dell'Ordine - aggiunge
Lauro - verra' a cadere un'anomalia tutta italiana
all'interno dell'Unione Europea e si restituira' piena
dignita' professionale a chi svolge la professione di
giornalista. Restera' ovviamente salvo il diritto per ogni
categoria di organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad
esempio con associazioni di categoria o associazioni
parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali e'
obbligatorio iscriversi. Nel resto d'Europa, invece, la
professione e' governata da logiche prevalentemente
associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di
regolazione professionale con il concorso di autorita'
pubbliche". "Bisogna quindi spingere verso il modello piu'
avanzato europeo ed aprire l'esercizio della professione a
tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito
sulla riforma dell'ordine non e' arrivato a nulla e dimostra
probabilmente l'impossibilita' di un'autoriforma. Solo con
l'abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di
posizioni di rendita e di potere di pochi - conclude Lauro -
si otterra' anche una maggiore responsabilizzazione di coloro
che scrivono". (com/ant)
101406 DIC 10 NNNNGIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DDL PER ABOLIZIONE ORDINE =
(AGI) - Roma, 10 dic - Con un disegno di legge, in un unico
articolo, presentato stamane al Senato, il senatore Raffaele
Lauro (PdL) propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti,
come disciplinato dalla legge n. 69 del 1963. "La legge che
propongo di abrogare - ha dichiarato Lauro - ha garantito e
tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la liberta' di stampa,
la stampa, intesa come corporazione giornalistica. Gia' nel
1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l'istituzione
di un Ordine dei Giornalisti, definendo addirittura immorale un
albo obbligatorio, perche' avrebbe posto un limite a quel che
limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioe' alla libera
espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo
obbligatorio avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle
caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni
e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei
non-conformisti. Una previsione, quella di Einaudi, primo
Presidente della Repubblica, che ha trovato drammatico
riscontro nella realta' di questi decenni repubblicani, fino ad
oggi. Il dettato costituzionale e la lettera stessa
dell'articolo 21 della Costituzione (liberta' di pensiero e di
stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio della
liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito
il contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne'
esercitare la professione di giornalista, se non e' iscritto
nell'albo professionale". "Con l'abolizione dell'Ordine - ha
aggiunto Lauro - verra' a cadere un'anomalia tutta italiana
all'interno dell'Unione Europea e si restituira' piena dignita'
professionale a chi svolge la professione di giornalista.
Restera' ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di
organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad esempio con
associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non
tramite ordini, ai quali e' obbligatorio iscriversi. Nel resto
d'Europa, invece, la professione e' governata da logiche
prevalentemente associativo-sindacali, anche se non mancano
iniziative di regolazione professionale con il concorso di
autorita' pubbliche". "Bisogna, quindi, spingere verso il
modello piu' avanzato europeo ed aprire l'esercizio della
professione a tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo
dibattito sulla riforma dell'Ordine non e' arrivato a nulla e
dimostra probabilmente l'impossibilita' di un'autoriforma. Solo
con l'abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di
posizioni di rendita e di potere di pochi, si otterra' anche
una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono"
conclude Lauro.(AGI)
Mal
101735 DIC 10
GIORNALISTI: LAURO (PDL) ABOLIRE L'ORDINE, E' UN'ANOMALIA
(ANSA) - ROMA, 10 DIC - Con un disegno di legge, in un unico
articolo, presentato stamane al Senato, il senatore del Pdl
Raffaele Lauro propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti,
disciplinato da una legge del 1963 perche' si difende ''una
corporazione'' ed e' ''un'anomalia italiana''.
''La legge che propongo di abrogare - spiega Lauro - ha
garantito e tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la liberta'
di stampa, la stampa, intesa come corporazione giornalistica.
Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro
l'istituzione di un Ordine dei Giornalisti, definendo
addirittura immorale un albo obbligatorio, perche' avrebbe posto
un limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioe'
alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio
dell'albo obbligatorio avrebbe resuscitato i peggiori istituti
delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei
tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei
non-conformisti''.
''Una previsione, quella di Einaudi, - sostiene Lauro - che ha
trovato drammatico riscontro nella realta' di questi decenni
repubblicani, fino ad oggi. Il dettato costituzionale e la
lettera stessa dell'articolo 21 della Costituzione (liberta' di
pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio
della liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha
stabilito il contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo,
ne' esercitare la professione di giornalista, se non e' iscritto
nell'albo professionale''.
''Con l'abolizione dell'Ordine - sottolinea Lauro - verra' a
cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione
Europea e si restituira' piena dignita' professionale a chi
svolge la professione di giornalista. Restera' ovviamente salvo
il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene piu'
opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o
associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali e'
obbligatorio iscriversi. (ANSA).
SES
10-DIC-10 19:07 NNNN
Di Raffaele Lauro (del 10/12/2010 @ 17:05:33, in Il commento politico, linkato 398 volte)
LAURO - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della gioventù
Premesso che:
- nel caso di social network, come Facebook, risulta di fatto impossibile garantire la privacy, perché è l'utente stesso che immette volontariamente i propri dati in rete, nel momento in cui compila il proprio profilo, all'interno del quale possono essere presenti la propria foto, il nome e il cognome, l'indirizzo, il tipo di lavoro, gli hobbies ed altro. Tali informazioni sono, peraltro, disponibili per ogni 'amico' collegato alla rete virtuale dell'utente. Benché alcuni utilizzino uno pseudonimo e, al posto della foto personale, talvolta inseriscano la foto di un personaggio famoso o un disegno, la maggior parte degli utenti sceglie comunque di presentarsi con le proprie reali generalità;
- l'iscrizione a un social network, come Facebook, comporta automaticamente l'accettazione del contratto d'uso, che prevede, oltre alla cessione al titolare del sito dei diritti d'uso dei contenuti immessi, la non responsabilità della società per i danni che l'utente può subire a causa dell'uso del sito stesso,
considerato che:
- i social network prevedono un limite d'età per l'accesso e l’iscrizione, ma poiché non esiste alcun modo di verificare se l'età dichiarata dall'utente corrisponde a quella reale, di fatto qualunque minore intelligente può con facilità iscriversi, ad esempio, al sito di Facebook;
- i minori e i giovani in generale immettono in rete dati sensibili con facilità, sia perché non posseggono la stessa concezione della privacy delle generazioni più vecchie, sia perché non ritengono che i dati sensibili costituiscano una fonte di potenziali pericoli;
- i minori possono essere fatti oggetto di bullismo attraverso la rete (il cosiddetto cyberbullismo), sotto forma di aggressioni verbali e minacce più o meno spinte, ma possono evitare di farne parola con i propri genitori, con altri parenti, o con i conoscenti. Entra in gioco, infatti, un meccanismo di blocco psicologico dovuto, a seconda dei casi, alla paura che si avverino le minacce ricevute, oppure al senso di vergogna per essersi ritrovati vittime impotenti della situazione;
- i minori possono anche essere fatti oggetto di attenzione sessuale da parte di singoli individui o gruppi organizzati. Anche in questo caso è possibile che i giovani non rivelino ad alcuno la situazione per senso di vergogna o per il timore di punizioni da parte dell'adulto;
- alcuni minori trascorrono molte ore nei collegamenti a uno o più social network. Di per sé questo comportamento non provoca arresti dello sviluppo o danni irreversibili a livello della personalità, ma, di fatto, limitando le interazioni fisiche del minore con i coetanei e con il proprio contesto di vita, può condurre a una sorta di "analfabetismo emotivo", cioè alla difficoltà - da parte del minore prima e dell’adulto poi - sia nel gestire le complesse dinamiche di rapporto con le persone reali che nell'assumersi la responsabilità delle conseguenze che le proprie parole e le proprie azioni generano nell'altro,
si chiede di sapere se il Governo intenda intervenire:
- per costringere i gestori dei siti a rendere ben evidente l'informativa relativa alle condizioni d'uso; a differenziare i livelli di consenso al trattamento dati (compresa l'indicizzazione del profilo nei motori di ricerca); a consentire all'utente la propria cancellazione dal sito tramite una procedura chiara e di facile accesso (di recente anche Facebook ha reso più semplice l'identificazione del procedimento cancellazione);
- per incoraggiare gli utenti a usare uno pseudonimo al posto del vero nome; a non immettere dati sensibili come la propria foto, il proprio indirizzo, la propria sede di lavoro, le scuole o le università frequentate e in genere tutti quegli elementi della propria biografia che possano consentire la localizzazione dell'utente; ad accettare l'amicizia nell'ambito del social network solo nel caso di persone già ben conosciute in contesti reali;
- per promuovere campagne di sensibilizzazione dei genitori,attraverso i media (TV e giornali), invitando le famiglie a non trascurare la conoscenza di come i figli utilizzano la rete e a non rifuggire dal dialogo con loro;
- per promuovere anche campagne di sensibilizzazione rivolte direttamente ai minori e finalizzate all’uso responsabile e intelligente dei social network;
- per costituire, quanto prima, un osservatorio nazionale e/o più osservatori regionali finalizzati alla raccolta di informazioni e allo studio delle attuali modalità di utilizzo della rete da parte dei giovani, nonché incaricati di monitorare gli effetti delle nuove tecnologie sulla vita e sul comportamento delle giovani generazioni;
- per dotare i computer destinati ai minori, tramite predisposizione già al momento dell'acquisto, di programmi-filtro con i quali gli adulti possano limitare gli accessi a siti potenzialmente dannosi o non sufficientemente sicuri.
Di Raffaele Lauro (del 10/12/2010 @ 17:07:08, in Il commento politico, linkato 414 volte)
Facebook. Lauro (PdL): L'utilizzo per ore, in una stessa giornata, dei social network, da parte dei minori, può portare all'analfabetismo emotivo. E' necessario un Osservatorio Nazionale.
Con una interpellanza ai Ministri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e della Gioventù, il Sen. Raffaele Lauro (PdL) affronta i temi della tutela della privacy e dei minori nell'utilizzo dei social network, con particolare riferimento a Facebook, e formula alcune proposte al Governo, tra le quali un Osservatorio Nazionale sul fenomeno. "Nel caso di Facebook - ha dichiarato Lauro - risulta di fatto impossibile garantire la privacy, perché è l'utente stesso che immette volontariamente i propri dati in rete, nel momento in cui compila il proprio profilo, all'interno del quale possono essere presenti la propria foto, il nome e il cognome, l'indirizzo, il tipo di lavoro, gli hobbies ed altro. Tali informazioni sono, peraltro, disponibili per ogni 'amico' collegato alla rete virtuale dell'utente. Benché alcuni utilizzino uno pseudonimo e, al posto della foto personale, talvolta inseriscano la foto di un personaggio famoso o un disegno, la maggior parte degli utenti sceglie comunque di presentarsi con le proprie reali generalità. Inoltre, l'iscrizione comporta automaticamente l'accettazione del contratto d'uso, che prevede, oltre alla cessione al titolare del sito dei diritti d'uso dei contenuti immessi, la non responsabilità della società per i danni che l'utente può subire a causa dell'uso del sito stesso." "Non si può più ignorare che i social network - ha precisato Lauro - prevedono un limite d'età per l'accesso e l’iscrizione, ma, poiché non esiste alcun modo di verificare se l'età dichiarata dall'utente corrisponde a quella reale, di fatto qualunque minore intelligente può con facilità iscriversi, ad esempio, a Facebook; che i minori e i giovani in generale immettono in rete dati sensibili con facilità, sia perché non posseggono la stessa concezione della privacy delle generazioni più vecchie, sia perché non ritengono che i dati sensibili costituiscano una fonte di potenziali pericoli; che i minori possono essere fatti oggetto di bullismo attraverso la rete (il cosiddetto cyberbullismo), sotto forma di aggressioni verbali e minacce più o meno spinte, ma possono evitare di farne parola con i propri genitori, con altri parenti, o con i conoscenti (entra in gioco, infatti, un meccanismo di blocco psicologico dovuto, a seconda dei casi, alla paura che si avverino le minacce ricevute, oppure al senso di vergogna per essersi ritrovati vittime impotenti della situazione); che i minori possono anche essere fatti oggetto di attenzione sessuale da parte di singoli individui o gruppi organizzati (anche in questo caso è possibile che i giovani non rivelino ad alcuno la situazione per senso di vergogna o per il timore di punizioni da parte dell'adulto); che alcuni minori trascorrono molte ore nei collegamenti a uno o più social network (di per sé questo comportamento non provoca arresti dello sviluppo o danni irreversibili a livello della personalità, ma, di fatto, limitando le interazioni fisiche del minore con i coetanei e con il proprio contesto di vita, può condurre a una sorta di 'analfabetismo emotivo', cioè alla difficoltà - da parte del minore prima e dell’adulto poi - sia nel gestire le complesse dinamiche di rapporto con le persone reali che nell'assumersi la responsabilità delle conseguenze che le proprie parole e le proprie azioni generano nell'altro)." "Chiedo - ha aggiunto Lauro - al Governo di intervenire per ottenere dai gestori dei siti a rendere ben evidente l'informativa relativa alle condizioni d'uso, a differenziare i livelli di consenso al trattamento dati (compresa l'indicizzazione del profilo nei motori di ricerca) e a consentire all'utente la propria cancellazione dal sito tramite una procedura chiara e di facile accesso (di recente anche Facebook ha reso più semplice l'identificazione del procedimento cancellazione), nonché per incoraggiare gli utenti a usare uno pseudonimo al posto del vero nome, a non immettere dati sensibili come la propria foto, il proprio indirizzo, la propria sede di lavoro, le scuole o le università frequentate e in genere tutti quegli elementi della propria biografia che possano consentire la localizzazione dell'utente ad accettare l'amicizia nell'ambito del social network solo nel caso di persone già ben conosciute in contesti reali; per promuovere campagne di sensibilizzazione dei genitori, attraverso i media (TV e giornali), invitando le famiglie a non trascurare la conoscenza di come i figli utilizzano la rete e a non rifuggire dal dialogo con loro; per promuovere, anche tramite le istituzioni scolastiche, campagne di sensibilizzazione rivolte direttamente ai minori e finalizzate all’uso responsabile e intelligente dei social network." "Bisogna istituire con urgenza - ha concluso Lauro - un Osservatorio Nazionale e/o più osservatori regionali, finalizzati alla raccolta di informazioni e allo studio delle attuali modalità di utilizzo della rete da parte dei giovani, nonché incaricati di monitorare gli effetti delle nuove tecnologie sulla vita e sul comportamento delle giovani generazioni."
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Internet: Lauro (Pdl), serve osservatorio nazionale su effetti social network
Interpellanza, 'su Facebook di fatto impossibile garantire la privacy'
Roma, 11 dic. (Adnkronos) - Con una interpellanza ai Ministri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e della Gioventù, il Sen. Raffaele Lauro (PdL) affronta i temi della tutela della privacy e dei minori nell'utilizzo dei social network, con particolare riferimento a Facebook, e formula alcune proposte al Governo, tra le quali un Osservatorio Nazionale sul fenomeno. "Nel caso di Facebook - ha dichiarato Lauro - risulta di fatto impossibile garantire la privacy, perché è l'utente stesso che immette volontariamente i propri dati in rete, nel momento in cui compila il proprio profilo, all'interno del quale possono essere presenti la propria foto, il nome e il cognome, l'indirizzo, il tipo di lavoro, gli hobbies ed altro''.
''Tali informazioni sono, peraltro, disponibili per ogni 'amico' collegato alla rete virtuale dell'utente. Benché alcuni utilizzino uno pseudonimo e, al posto della foto personale, talvolta inseriscano la foto di un personaggio famoso o un disegno, la maggior parte degli utenti sceglie comunque di presentarsi con le proprie reali generalità . Inoltre -rileva Lauro- l'iscrizione comporta automaticamente l'accettazione del contratto d'uso, che prevede, oltre alla cessione al titolare del sito dei diritti d'uso dei contenuti immessi, la non responsabilità della società per i danni che l'utente può subire a causa dell'uso del sito stesso". (segue)
(Pun/Ct/Adnkronos)
Internet: Lauro (Pdl), serve osservatorio nazionale su effetti social network (2)
(Adnkronos) - "Non si può più ignorare -osserva Lauro- che i social network prevedono un limite d'età per l'accesso e l’iscrizione, ma, poiché non esiste alcun modo di verificare se l'età dichiarata dall'utente corrisponde a quella reale, di fatto qualunque minore intelligente può con facilità iscriversi, ad esempio, a Facebook; che i minori e i giovani in generale immettono in rete dati sensibili con facilità , sia perché non posseggono la stessa concezione della privacy delle generazioni più vecchie, sia perché non ritengono che i dati sensibili costituiscano una fonte di potenziali pericoli''.
I minori, poi, ''possono essere fatti oggetto di bullismo attraverso la rete (il cosiddetto cyberbullismo), sotto forma di aggressioni verbali e minacce più o meno spinte, ma possono evitare di farne parola con i propri genitori, con altri parenti, o con i conoscenti (entra in gioco, infatti, un meccanismo di blocco psicologico dovuto, a seconda dei casi, alla paura che si avverino le minacce ricevute, oppure al senso di vergogna per essersi ritrovati vittime impotenti della situazione)''. (segue)
(Pun/Ct/Adnkronos)
Internet: Lauro (Pdl), serve osservatorio nazionale su effetti social network (3)
(Adnkronos) - Il senatore del Pdl sottolinea poi ''che i minori possono anche essere fatti oggetto di attenzione sessuale da parte di singoli individui o gruppi organizzati (anche in questo caso è possibile che i giovani non rivelino ad alcuno la situazione per senso di vergogna o per il timore di punizioni da parte dell'adulto); che alcuni minori trascorrono molte ore nei collegamenti a uno o più social network (di per sé questo comportamento non provoca arresti dello sviluppo o danni irreversibili a livello della personalità , ma, di fatto, limitando le interazioni fisiche del minore con i coetanei e con il proprio contesto di vita, può condurre a una sorta di 'analfabetismo emotivo', cioè alla difficoltà - da parte del minore prima e dell’adulto poi - sia nel gestire le complesse dinamiche di rapporto con le persone reali che nell'assumersi la responsabilità delle conseguenze che le proprie parole e le proprie azioni generano nell'altro)."
Lauro chiede quindi al governo di intervenire per ottenere dai gestori dei siti un impegno ''a rendere ben evidente l'informativa relativa alle condizioni d'uso, a differenziare i livelli di consenso al trattamento dati (compresa l'indicizzazione del profilo nei motori di ricerca) e a consentire all'utente la propria cancellazione dal sito tramite una procedura chiara e di facile accesso (di recente anche Facebook ha reso più semplice l'identificazione del procedimento cancellazione), nonché per incoraggiare gli utenti a usare uno pseudonimo al posto del vero nome, a non immettere dati sensibili come la propria foto, il proprio indirizzo, la propria sede di lavoro, le scuole o le università frequentate e in genere tutti quegli elementi della propria biografia che possano consentire la localizzazione dell'utente e ad accettare l'amicizia nell'ambito del social network solo nel caso di persone già ben conosciute in contesti reali''. (segue)
(Pun/Ct/Adnkronos)
Internet: Lauro (Pdl), serve osservatorio nazionale su effetti social network (4)
(Adnkronos) - E' infine opportuno per Lauro ''promuovere campagne di sensibilizzazione dei genitori, attraverso i media (TV e giornali), invitando le famiglie a non trascurare la conoscenza di come i figli utilizzano la rete e a non rifuggire dal dialogo con loro'', oltre che ''promuovere, anche tramite le istituzioni scolastiche, campagne di sensibilizzazione rivolte direttamente ai minori e finalizzate all’uso responsabile e intelligente dei social network."
"Bisogna istituire con urgenza - conclude Lauro - un Osservatorio Nazionale e/o più osservatori regionali, finalizzati alla raccolta di informazioni e allo studio delle attuali modalità di utilizzo della rete da parte dei giovani, nonché incaricati di monitorare gli effetti delle nuove tecnologie sulla vita e sul comportamento delle giovani generazioni."
(Pun/Ct/Adnkronos)
Di Raffaele Lauro (del 13/12/2010 @ 19:41:07, in Il commento politico, linkato 418 volte)
Commentando l'intervento del premier Berlusconi al Senato, il Sen. Raffaele Lauro (PdL) ha dichiarato: "Un discorso lucido, pacato ed esemplare per la chiarezza dell'analisi politico-istituzionale e per le prospettive delineate, dopo il conseguimento della fiducia al Senato e alla Camera. L'apertura a tutti i moderati, con la proposta di un patto di legislatura, rappresenta la chiave per rafforzare la maggioranza e per concludere la legislatura con il completamento dell'azione riformatrice intrapresa, rispettando la volontà popolare."
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VELINO, lunedì 13 dicembre 2010, 10.33.49
Berlusconi, Lauro (Pdl) : Discorso lucido, pacato ed esemplare
Roma, 13 DIC (Il Velino) - Il senatore del gruppo Pdl,
Raffaele Lauro, commentando l' intervento del premier
Berlusconi al Senato, ha dichiarato: "Un discorso lucido,
pacato ed esemplare per la chiarezza dell' analisi
politico-istituzionale e per le prospettive delineate, dopo
il conseguimento della fiducia al Senato e alla Camera.
L' apertura a tutti i moderati, con la proposta di un patto di
legislatura rappresenta la chiave per rafforzare la
maggioranza per concludere la legislatura con il
completamento dell' azione riformatrice intrapresa,
rispettando la volonta' popolare". (com/ban)
131026 DIC 10 NNN
9 Colonne, lunedì 13 dicembre 2010, 10.45.56
GOVERNO, LAURO (PDL) : DISCORSO LUCIDO, PACATO ED ESEMPLARE
(9Colonne) Roma, 13 dic - Il senatore del gruppo Pdl, Raffaele Lauro,
commentando l' intervento del premier Berlusconi al Senato, ha dichiarato:
"Un discorso lucido, pacato ed esemplare per la chiarezza dell' analisi
politico-istituzionale e per le prospettive delineate, dopo il conseguimento
della fiducia al Senato e alla Camera. L' apertura a tutti i moderati, con
la proposta di un patto di legislatura rappresenta la chiave per rafforzare
la maggioranza per concludere la legislatura con il completamento dell'
azione riformatrice intrapresa, rispettando la volontà popolare".
(red)
}131038 DIC 10 ~
Governo: Lauro (Pdl), da premier discorso lucido e pacato
Roma, 13 dic. (Adnkronos) - "Un discorso lucido, pacato ed esemplare per la chiarezza dell'analisi politico-istituzionale e per le prospettive delineate, dopo il conseguimento della fiducia al Senato e alla Camera". E' quanto dichiara Raffaele Lauro , senatore del Pdl, commentando l'intervento del premier Berlusconi al Senato.
"L'apertura a tutti i moderati -prosegue- con la proposta di un patto di legislatura, rappresenta la chiave per rafforzare la maggioranza e per concludere la legislatura con il completamento dell'azione riformatrice intrapresa, rispettando la volontà popolare."
(Pol//Adnkronos)
Di Raffaele Lauro (del 16/12/2010 @ 14:50:12, in Il commento politico, linkato 452 volte)
Sabato prossimo, 18 dicembre 2010, alle ore 17.00, presso l'Auditorium della Chiesa del S. Rosario del Capo di Sorrento, su invito del sen. Raffaele Lauro (PdL), sarà presentato il libro di Anna Maria Gargiulo, dal titolo "Non gettiamo questa vita", Edizioni CentoAutori, sulla terza età e sull'assistenza sociale agli anziani. I lavori saranno coordinati da Massimo Milone, Direttore TG3 Campania. Interverranno: Don Antonino Persico, Parroco della Chiesa del S. Rosario del Capo di Sorrento; Giuseppe Cuomo, Sindaco di Sorrento; Leone Gargiulo, Sindaco di Massa Lubrense; Don Carmine Giudici, Parroco della Chiesa Cattedrale di Sorrento; Raffaele Lauro, Senatore della Repubblica. Concluderà Paolo Russo, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Sarà presente l'Autrice. Il libro nasce da una forte esperienza di vita e con una finalità solidaristica. I diritti d'autore, infatti, saranno utilizzati per creare laboratori per anziani nell'ambito di strutture d'accoglienza. Il libro è il diario di incontri, disperazioni, solitudini e speranze di anziani. Storie di vita, realmente vissute. Sullo sfondo palpita Napoli, con la sfida della sopravvivenza tra mille espedienti. La storia dei tanti Gennaro, ma anche quella di tanti volontari che, con discrezione, accolgono anziani soli, volti senza nome e senza voce. Anna Maria Gargiulo è nata e vive a Termini di Massa Lubrense. Laureata in Scienze del Servizio Sociale presso l'Università Suor Orsola Benincasa, master in Economia e Gestione Aziendale per l'innovazione in sanità presso l'Università Partenope, mediatore sistemico-relazionale, componente del direttivo Uneba, docente per gli esami di Stato dell'Ordine degli assistenti sociali, dirige e coordina, da cinque anni, nel napoletano, una casa-albergo per anziani, molti dei quali in condizioni disagiate. La presentazione del libro sarà preceduta, alle 16.00, da una Santa Messa, celebrata da Don Antonino Persico nella Chiesa del S. Rosario, e sarà seguita dallo scambio degli auguri natalizi.
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