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Comunicato stampa e agenzie DDL Lauro abolizione Ordine dei Giornalisti (Roma, 10 dicembre 2010)
Di Raffaele Lauro (del 10/12/2010 @ 16:52:28, in Il commento politico, linkato 429 volte)
COMUNICATO STAMPA DEL SEN. RAFFAELE LAURO (PdL) (Senato, 10 dicembre 2010) ORDINE GIORNALISTI. LAURO (PdL): Con l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti verrà a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituirà piena dignità professionale a chi svolge la professione di giornalista. Tornare alla rivoluzione liberale di Luigi Eiunaudi Con un disegno di legge, in un unico articolo, presentato stamane al Senato, il sen. Raffaele Lauro (PdL) propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, come disciplinato dalla legge n. 69 del 1963 e che compone quella parte della legislazione statale che, nel corso dei decenni, si è stratificata in materia di comunicazione e di informazione. Tale intento soppressivo deriva sostanzialmente dai profondi ed irreversibili mutamenti che i processi telematici e di Internet hanno determinato sul versante della liberalizzazione dei sistemi di comunicazione. La rivoluzione informatica, già nei fatti, ha determinato uno spostamento radicale dalla "materialità" della carta stampata al mondo del web, determinando di conseguenza anche concettualmente una coincidenza tra il concetto di libertà di stampa con quello di libertà di opinione. "La legge che propongo di abrogare - ha dichiarato Lauro - ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere, più che la libertà di stampa, la stampa, intesa come corporazione giornalistica. Già nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l’istituzione di un Ordine dei Giornalisti, definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perché avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioè alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell’albo obbligatorio avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una previsione, quella di Einaudi, primo Presidente della Repubblica, che ha trovato drammatico riscontro nella realtà di questi decenni repubblicani, fino ad oggi. Il dettato costituzionale e la lettera stessa dell’articolo 21 della Costituzione (libertà di pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio della libertà di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario, perchè nessuno può assumere il titolo, né esercitare la professione di giornalista, se non è iscritto nell'albo professionale." "Con l'abolizione dell'Ordine - ha aggiunto Lauro - verrà a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituirà piena dignità professionale a chi svolge la professione di giornalista. Ogni singolo professionista risponderà della sua capacità di esercitare la professione nei termini di legge. Avremo professionisti che non vedrebbero minato il loro diritto alla libertà di opinione od espressione, semplicemente perché un ordine impone, come etica collettiva, quella che invece dovrebbe essere un’etica individuale. Resterà ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene più opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali è obbligatorio iscriversi." " Parliamo sempre di Europa, ma difendiamo tutte le vecchie logiche corporativistiche. Nel resto d’Europa - ha concluso Lauro -la professione è governata da logiche prevalentemente associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di regolazione professionale con il concorso di autorità pubbliche. In sostanza, si vede chiaramente che l’attività giornalistica è concepita secondo logiche di mercato, associativo-sindacali e organizzative proprie delle aziende editoriali, in cui viene svolto il lavoro vero e proprio. Da una parte gli editori, dall’altra i giornalisti (tutelati da uno o più sindacati). Lo Stato interviene in rari casi, partecipando alle commissioni che abilitano i giornalisti alla professione. In altri casi, come in Gran Bretagna o in Germania, lo Stato non c’entra affatto. Bisogna spingere verso il modello più avanzato europeo ed aprire l’esercizio della professione a tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito sulla riforma dell’Ordine non è arrivato a nulla e dimostra probabilmente l’impossibilità di un'autoriforma. Solo con l'abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di posizioni di rendita e di potere di pochi, si otterrà anche una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono." --------ADNKRONOS, venerdì 10 dicembre 2010, 13.31.01 GIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DISEGNO LEGGE PER ABOLIRE ORDINE Roma, 10 dic. (Adnkronos) - Con un disegno di legge, in un unico articolo, presentato oggi a Palazzo Madama, il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, propone l' abolizione dell' Ordine dei Giornalisti, come disciplinato dalla legge n.69 del 1963. "La legge che propongo di abrogare -spiega Lauro- ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la liberta' di stampa, la stampa, intesa come corporazione giornalistica. Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l' istituzione di un Ordine dei giornalisti, definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perche' avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioe' alla libera espressione del pensiero''. '' Ammettere il principio dell' albo obbligatorio -rimarca Lauro- avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una previsione, quella di Einaudi, primo Presidente della Repubblica, che ha trovato drammatico riscontro nella realta' di questi decenni repubblicani, fino ad oggi''. '' Il dettato costituzionale -ricorda il senatore del Pdl- e la lettera stessa dell' articolo 21 della Costituzione (liberta' di pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l' esercizio della liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne' esercitare la professione di giornalista, se non e' iscritto nell' albo professionale". (segue) (Pol-Gkd/Col/Adnkronos) 10-DIC-10 13:23 Oggetto: GIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DISEGNO LEGGE PER ABOLIRE ORDINE (2) ADNKRONOS, venerdì 10 dicembre 2010, 13.41.28 GIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DISEGNO LEGGE PER ABOLIRE ORDINE (2) (Adnkronos) - "Con l' abolizione dell' Ordine -ha aggiunto Lauro- verra' a cadere un' anomalia tutta italiana all' interno dell' Unione Europea e si restituira' piena dignita' professionale a chi svolge la professione di giornalista. Restera' ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali e' obbligatorio iscriversi''. '' Nel resto d' Europa, invece -fa notare il senatore Pdl- la professione e' governata da logiche prevalentemente associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di regolazione professionale con il concorso di autorita' pubbliche". "Bisogna, quindi, spingere verso il modello piu' avanzato europeo -conclude Lauro- ed aprire l' esercizio della professione a tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito sulla riforma dell' Ordine non e' arrivato a nulla e dimostra probabilmente l' impossibilita' di un' autoriforma. Solo con l' abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di posizioni di rendita e di potere di pochi, si otterra' anche una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono". (Pol-Gkd/Col/Adnkronos) 10-DIC-10 13:34 NNN Odg, Lauro (Pdl): Con abolizione Ordine cade anomalia tutta italiana Romac, 10 DIC (Il Velino) - Con un disegno di legge, in un unico articolo, presentato stamane al Senato, il senatore Raffaele Lauro (Pdl) propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, come disciplinato dalla legge n. 69 del 1963. "La legge che propongo di abrogare - dichiara Lauro - ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la liberta' di stampa, la stampa intesa come corporazione giornalistica. Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l'istituzione di un Ordine dei Giornalisti, definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perche' avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha e non dovrebbe avere, cioe' alla libera espressione del pensiero". "Ammettere il principio dell'albo obbligatorio - spiega Lauro - avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una previsione, quella di Einaudi, primo presidente della Repubblica, che ha trovato drammatico riscontro nella realta' di questi decenni repubblicani, fino ad oggi. Il dettato costituzionale e la lettera stessa dell'articolo 21 della Costituzione (liberta' di pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio della liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne' esercitare la professione di giornalista, se non e' iscritto nell'albo professionale". "Con l'abolizione dell'Ordine - aggiunge Lauro - verra' a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituira' piena dignita' professionale a chi svolge la professione di giornalista. Restera' ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali e' obbligatorio iscriversi. Nel resto d'Europa, invece, la professione e' governata da logiche prevalentemente associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di regolazione professionale con il concorso di autorita' pubbliche". "Bisogna quindi spingere verso il modello piu' avanzato europeo ed aprire l'esercizio della professione a tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito sulla riforma dell'ordine non e' arrivato a nulla e dimostra probabilmente l'impossibilita' di un'autoriforma. Solo con l'abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di posizioni di rendita e di potere di pochi - conclude Lauro - si otterra' anche una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono". (com/ant) 101406 DIC 10 NNNNGIORNALISTI: LAURO (PDL) PRESENTA DDL PER ABOLIZIONE ORDINE = (AGI) - Roma, 10 dic - Con un disegno di legge, in un unico articolo, presentato stamane al Senato, il senatore Raffaele Lauro (PdL) propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, come disciplinato dalla legge n. 69 del 1963. "La legge che propongo di abrogare - ha dichiarato Lauro - ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la liberta' di stampa, la stampa, intesa come corporazione giornalistica. Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l'istituzione di un Ordine dei Giornalisti, definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perche' avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioe' alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti. Una previsione, quella di Einaudi, primo Presidente della Repubblica, che ha trovato drammatico riscontro nella realta' di questi decenni repubblicani, fino ad oggi. Il dettato costituzionale e la lettera stessa dell'articolo 21 della Costituzione (liberta' di pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio della liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne' esercitare la professione di giornalista, se non e' iscritto nell'albo professionale". "Con l'abolizione dell'Ordine - ha aggiunto Lauro - verra' a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituira' piena dignita' professionale a chi svolge la professione di giornalista. Restera' ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali e' obbligatorio iscriversi. Nel resto d'Europa, invece, la professione e' governata da logiche prevalentemente associativo-sindacali, anche se non mancano iniziative di regolazione professionale con il concorso di autorita' pubbliche". "Bisogna, quindi, spingere verso il modello piu' avanzato europeo ed aprire l'esercizio della professione a tutti coloro che la esercitano di fatto. Il lungo dibattito sulla riforma dell'Ordine non e' arrivato a nulla e dimostra probabilmente l'impossibilita' di un'autoriforma. Solo con l'abrogazione della legge, unitamente al depotenziamento di posizioni di rendita e di potere di pochi, si otterra' anche una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono" conclude Lauro.(AGI) Mal 101735 DIC 10 GIORNALISTI: LAURO (PDL) ABOLIRE L'ORDINE, E' UN'ANOMALIA (ANSA) - ROMA, 10 DIC - Con un disegno di legge, in un unico articolo, presentato stamane al Senato, il senatore del Pdl Raffaele Lauro propone l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, disciplinato da una legge del 1963 perche' si difende ''una corporazione'' ed e' ''un'anomalia italiana''. ''La legge che propongo di abrogare - spiega Lauro - ha garantito e tutelato, fin dal suo nascere, piu' che la liberta' di stampa, la stampa, intesa come corporazione giornalistica. Gia' nel 1945, Luigi Einaudi aveva levato la voce contro l'istituzione di un Ordine dei Giornalisti, definendo addirittura immorale un albo obbligatorio, perche' avrebbe posto un limite a quel che limiti non ha, e non dovrebbe avere, cioe' alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell'albo obbligatorio avrebbe resuscitato i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti''. ''Una previsione, quella di Einaudi, - sostiene Lauro - che ha trovato drammatico riscontro nella realta' di questi decenni repubblicani, fino ad oggi. Il dettato costituzionale e la lettera stessa dell'articolo 21 della Costituzione (liberta' di pensiero e di stampa) consentono a tutti i cittadini l'esercizio della liberta' di stampa, mentre la legge n. 69 del 1963 ha stabilito il contrario, perche' nessuno puo' assumere il titolo, ne' esercitare la professione di giornalista, se non e' iscritto nell'albo professionale''. ''Con l'abolizione dell'Ordine - sottolinea Lauro - verra' a cadere un'anomalia tutta italiana all'interno dell'Unione Europea e si restituira' piena dignita' professionale a chi svolge la professione di giornalista. Restera' ovviamente salvo il diritto per ogni categoria di organizzarsi come ritiene piu' opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non tramite ordini, ai quali e' obbligatorio iscriversi. (ANSA). SES 10-DIC-10 19:07 NNNN
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