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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Raffaele Lauro (del 16/10/2009 @ 08:01:40, in Il commento politico, linkato 413 volte)
Turismo: lauro (pdl), no alle case da gioco per promuoverlo
Roma, 15 ott. - (Adnkronos) - L'ipotesi di introdurre case da gioco d'azzardo per promuovere il turismo prevista dal provevdimento elaborato dal ministro Michela Brambilla che il Cdm di oggi ha deciso di rinviare alla prossima riunione viene bocciata dal senatore Raffaele Lauro. '' In linea di principio -afferma l'esponente del Pdl- resto contrarissimo alla case da gioco d'azzardo, sia pure confinate negli alberghi di lusso a cinque stelle''.''Ho presentato da un anno -ricorda- un documento in commissione antimafia, che analizza, a livello internazionale, gli effetti devastanti e deleteri, nel medio e lungo termine, dei casinò, con rischi di lievitazione artificiosa del mercato immobiliare e di infiltrazioni della criminalità organizzata o paracriminali. Questo discorso vale, in particolare, per un'economia turistica matura, come quella della Penisola Sorrentina, che necessita di ben altre iniziative''. Per poter esprimere un ''giudizio meditato -aggiunge Lauro- attendo di leggere il provvedimento Brambilla. Il turismo nazionale deve risolvere problemi strutturali: la mobilità dei flussi turistici; la maggiore qualificazione dell'offerta turistica, nettamente inferiore alla media europea; e la promozione organizzata, come sistema, oggi dispersa nei mille ed inefficaci rivoli regionali. Misure fiscali finalizzate a tali obiettivi avrebbero un effetto positivo e migliorativo della qualità''.
(Vgr//Adnkronos)
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Di Raffaele Lauro (del 13/10/2009 @ 18:00:46, in Il commento politico, linkato 402 volte)
TURISMO: 'ANIELLO LAURO SORRENTO AWARD 2009' A UGO OSSANI E GIUSEPPE DE MARTINO =
'ESALTARE IMPEGNO DI CHI GARANTISCE LA PIU' ALTA QUALITA' DEI
SERVIZI NEGLI ALBERGHI DI LUSSO DEL MONDO E IN ITALIA'
Napoli, 13 ott. - (Adnkronos) - Ugo Ossani, proprietario-general
manager dell''Aldrovandi Palace' di Roma, e Giuseppe De Martino,
general manager del 'The Westin Europa&Regina Venezia' sono i
vincitori della prima edizione degli 'Aniello Lauro Sorrento Award
2009'. Ad annunciarlo il senatore Raffaele Lauro, presidente del
premio internazionale, dedicato alla memoria del sorrentino Aniello
Lauro, direttore generale del Grand Ho'tel Splendide Royal di Lugano e
personalita' di rilievo del management alberghiero internazionale (The
Leading Ho'tels of The World), scomparso, a 68 anni, a Lugano il 26
febbraio 2008.
Finalita' del premio e' l'esaltazione dell'impegno
insostituibile di coloro che, con la loro consolidata
professionalita', con la loro straordinaria creativita' e, talvolta,
con sacrificio, garantiscono la piu' alta qualita' dei servizi negli
alberghi di lusso del Mondo e, in particolare, in Italia. La cerimonia
ufficiale di premiazione, nell'ambito del Premio Penisola Sorrentina,
avverra' sabato 24 ottobre alle ore 19.30, a Villa Fondi di Piano di
Sorrento, con la consegna del Trofei 'Aniello Lauro Sorrento Award
2009'. Il Premio e' articolato in due prestigiosi riconoscimenti da
assegnare, rispettivamente: il primo, ad un general manager, a livello
mondiale, di ho'tel o catena di alberghi cinque stelle lusso; il
secondo, ad un albergatore italiano, nonche' general manager di
albergo o alberghi cinque stelle lusso, con sede in Italia.
Questa iniziativa, quindi, in una fase di crisi generale dei
valori occidentali e dell'economia mondiale, aspira ad affermare e a
rilanciare lo spirito, positivo ed insostituibile, della privata
impresa turistico-alberghiera, in un comparto cosi' significativo
dell'economia nazionale e sorrentina. Ai premiati 2009, sara'
consegnato un trofeo d'oro, che diverra' l'emblema del Premio, creato
appositamente da un grande artista e Maestro di origini sorrentine,
Vincenzo Stinga. La biografia narrativa di Aniello Lauro, scritta da
Raffaele Lauro, dal titolo ''Cossiga Suite'', prefazione di Francesco
Cossiga, GoldenGate Edizioni, sara' presentata, nelle edizioni,
inglese ed italiana, in anteprima nazionale, giovedi' 26 novembre alle
ore 16.30, al Senato della Repubblica, Palazzo della Minerva, alla
presenza del Presidente del Senato della Repubblica.
(Asc/Col/Adnkronos)
13-OTT-09 12:19
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(ANSA) - SORRENTO (NAPOLI), 13 OTT - I vincitori della prima edizione degli 'Aniello Lauro Sorrento
Award 2009' sono Ugo Ossani, proprietario-general manager dell'Aldrovandi Palace di Roma, e
Giuseppe De Martino, general manager del 'The Westin Europa & Regina Venezià.
Lo ha annunciato a Sorrento oggi il senatore Raffaele Lauro, presidente del premio internazionale,
dedicato alla memoria del sorrentino Aniello Lauro, direttore generale del Grand Hotel Splendide Royal
di Lugano e personalità nota del management alberghiero internazionale (The Leading Htels of The
World), scomparso, a 68 anni, a Lugano (Svizzera) il 26 febbraio 2008.
Finalità del premio è «l'esaltazione dell'impegno insostituibile di coloro che, con la loro consolidata
professionalità, con la loro straordinaria creatività e, talvolta, con sacrificio, garantiscono la più alta
qualità dei servizi negli alberghi di lusso del mondo e, in particolare, in Italia». La cerimonia ufficiale di
premiazione, nell'ambito del Premio Penisola Sorrentina, avverrà sabato 24 ottobre, alle 19.30, a Villa
Fondi di Piano di Sorrento, con la consegna del Trofei 'Aniello Lauro Sorrento Award 2009'.
YPA-CER 13-OTT-09 14:07 NNN
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TURISMO: 'ANIELLO LAURO SORRENTO AWARD 2009' A UGO OSSANI E GIUSEPPE DE MARTINO
Napoli, 13 ott. - (Adnkronos) - Ugo Ossani, proprietario-general manager dell''Aldrovandi Palace' di Roma, e Giuseppe De Martino, general manager del 'The Westin Europa&Regina Venezia' sono i vincitori della prima edizione degli 'Aniello Lauro Sorrento Award 2009'. Ad annunciarlo il senatore Raffaele Lauro, presidente del premio internazionale, dedicato alla memoria del sorrentino Aniello Lauro, direttore generale del Grand Ho'tel Splendide Royal di Lugano e personalita' di rilievo del management alberghiero internazionale (The Leading Ho'tels of The World), scomparso, a 68 anni, a Lugano il 26 febbraio 2008.
Finalita' del premio e' l'esaltazione dell'impegno insostituibile di coloro che, con la loro consolidata professionalita', con la loro straordinaria creativita' e, talvolta, con sacrificio, garantiscono la piu' alta qualita' dei servizi negli alberghi di lusso del Mondo e, in particolare, in Italia. La cerimonia ufficiale di premiazione, nell'ambito del Premio Penisola Sorrentina, avverra' sabato 24 ottobre alle ore 19.30, a Villa Fondi di Piano di Sorrento, con la consegna del Trofei 'Aniello Lauro Sorrento Award 2009'. Il Premio e' articolato in due prestigiosi riconoscimenti da assegnare, rispettivamente: il primo, ad un general manager, a livello mondiale, di ho'tel o catena di alberghi cinque stelle lusso; il secondo, ad un albergatore italiano, nonche' general manager di albergo o alberghi cinque stelle lusso, con sede in Italia.
Questa iniziativa, quindi, in una fase di crisi generale dei valori occidentali e dell'economia mondiale, aspira ad affermare e a rilanciare lo spirito, positivo ed insostituibile, della privata impresa turistico-alberghiera, in un comparto cosi' significativo dell'economia nazionale e sorrentina. Ai premiati 2009, sara' consegnato un trofeo d'oro, che diverra' l'emblema del Premio, creato appositamente da un grande artista e Maestro di origini sorrentine, Vincenzo Stinga. La biografia narrativa di Aniello Lauro, scritta da Raffaele Lauro, dal titolo ''Cossiga Suite'', prefazione di Francesco Cossiga, GoldenGate Edizioni, sara' presentata, nelle edizioni, inglese ed italiana, in anteprima nazionale, giovedi' 26 novembre alle ore 16.30, al Senato della Repubblica, Palazzo della Minerva, alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica.
Rassegna stampa del 14 ottobre 2009:
TG5 Notte, TG3 Campania, Il Mattino (Edizione nazionale e locale), Metropolis,
blog.
Di Raffaele Lauro (del 13/10/2009 @ 17:55:36, in Il commento politico, linkato 477 volte)
COMUNICATO STAMPA DEL SEN. RAFFAELE LAURO
(13 ottobre 2009)
TURISMO LUXURY HOTELS. SORRENTO AWARD 2009: Vincitori, per la sezione nazionale, Ugo Ossani (Aldrovandi Palace Roma) e, per la sezione internazionale, Giuseppe De Martino (The Westin Europa & Regina Venezia)
I vincitori della prima edizione degli “Aniello Lauro Sorrento Award 2009” sono: Ugo Ossani, proprietario-general manager dell’Aldrovandi Palace di Roma, e Giuseppe De Martino, general manager del “The Westin Europa & Regina Venezia”. Ne ha dato l’ annunzio, stamane, con un comunicato alla stampa, il sen. Raffaele Lauro, presidente del premio internazionale, dedicato alla memoria del sorrentino Aniello Lauro, direttore generale del Grand Hôtel Splendide Royal di Lugano e personalità di rilievo del management alberghiero internazionale (The Leading Hôtels of The World), scomparso, a 68 anni, a Lugano (Svizzera) il 26 febbraio 2008. Finalità del premio è l'esaltazione dell'impegno insostituibile di coloro che, con la loro consolidata professionalità, con la loro straordinaria creatività e, talvolta, con sacrificio, garantiscono la più alta qualità dei servizi negli alberghi di lusso del Mondo e, in particolare, in Italia. La cerimonia ufficiale di premiazione, nell’ambito del Premio Penisola Sorrentina, avverrà sabato 24 ottobre 2009, ore 19.30, a Villa Fondi di Piano di Sorrento, con la consegna del Trofei “Aniello Lauro Sorrento Award 2009”.
Seguono:
All. 1: Istituzione del Premio “Aniello Lauro Sorrento Award 2009”
All. 2: Biografie dei vincitori e motivazione del riconoscimento
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ALLEGATO 1
“ANIELLO LAURO SORRENTO AWARD 2009”
ISTITUZIONE DEL PREMIO
La Famiglia Lauro, di intesa con gli organizzatori del Premio Penisola Sorrentina "Arturo Esposito", patrocinato, tra l'altro, dalla Presidenza della Repubblica e dal Senato della Repubblica, ha istituito un Premio internazionale “Aniello Lauro Sorrento Award 2009”, dedicato alla memoria del sorrentino Aniello Lauro, Direttore Generale del Grand Hôtel Splendide Royal di Lugano e personalità di rilievo del management alberghiero internazionale (The Leading Hôtels of The World), scomparso, a 68 anni, a Lugano (Svizzera) il 26 febbraio 2008. Il Premio è articolato in due prestigiosi riconoscimenti da assegnare, rispettivamente: il primo, ad un general manager, a livello mondiale, di hôtel o catena di alberghi cinque stelle lusso; il secondo, ad un albergatore italiano, nonché general manager di albergo o alberghi cinque stelle lusso, con sede in Italia.
L'obiettivo è l'esaltazione, anche sul piano mediatico generale e sulla stampa specializzata, dell'impegno insostituibile di coloro che, con la loro consolidata professionalità, con la loro straordinaria creatività e, talvolta, con sacrificio, garantiscono la più alta qualità dei servizi negli alberghi di lusso del Mondo e, in particolare, in Italia. Quella che Aniello Lauro definiva "l'arte dell'ospitalità e dell'accoglienza".
E' noto che la qualità dei servizi alberghieri giocherà un fondamentale ruolo strategico nella competitività del nostro turismo, sul mercato internazionale e su quello europeo-mediterraneo.
Questa iniziativa, quindi, in una fase di crisi generale dei valori occidentali e dell'economia mondiale, aspira ad affermare e a rilanciare lo spirito, positivo ed insostituibile, della privata intrapresa turistico-alberghiera, in un comparto così significativo dell'economia nazionale e sorrentina.
Ai premiati 2009, sarà consegnato un trofeo d’oro, che diverrà l'emblema del Premio, creato appositamente da un grande artista e Maestro di origini sorrentine, Vincenzo Stinga.
La biografia narrativa di Aniello Lauro, scritta da Raffaele Lauro, dal titolo “Cossiga Suite”, prefazione di Francesco Cossiga, GoldenGate Edizioni, sarà presentata, nelle edizioni, inglese ed italiana, in anteprima nazionale, giovedì 26 novembre 2009, ore 16.30, al Senato della Repubblica, Palazzo della Minerva, alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica.
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ALLEGATO 2
“ANIELLO LAURO SORRENTO AWARD 2009”
SEZIONE NAZIONALE
AD UGO OSSANI
Ugo Ossani è nato, a Roma, nel 1974.
Si diploma in Maturità Scientifica, nel 1993, presso il Liceo Scientifico del Collegio San Giuseppe “Istituto de Merode”, in Roma. Frequenta, per tre anni, i corsi di Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, sostenendo, con media altissima, i relativi esami. Successivamente, per motivi familiari, si trasferisce negli Stati Uniti, approfondendo le discipline economiche presso le Università della California e della Florida, conseguendo, nel 1999, il diploma in Business Administration.
Orfano di padre, dall'età di 17 anni, collabora da subito, con la madre Annamaria, nella conduzione dell’albergo, ereditato dal padre: l’Aldrovandi Palace di Villa Borghese, in Roma. Percorre professionalmente tutti i reparti dell’albergo, dai livelli più bassi, fino alla direzione delle vendite ed, infine, alla direzione generale.
Eredita dal padre anche la fraterna amicizia, la profonda stima e la spontanea simpatia per Aniello Lauro, che diventerà, per lui, un maestro di vita ed un inimitabile esempio di management alberghiero. Aniello e Ugo approfondiscono la conoscenza e l’amicizia in infinite conversazioni telefoniche e nei numerosi viaggi di lavoro intorno al mondo, in rappresentanza dei rispettivi alberghi (lo Splendide Royal di Lugano e l’Aldrovandi Palace di Roma), nell’ambito della prestigiosa rete “The Leading Hotels of the World”. Aniello diventa un secondo padre per Ugo, come Ugo è considerato il sesto dei figli da Aniello.
Nel corso degli anni, Ugo Ossani ha profondamente creduto nella qualità dell’offerta turistico-alberghiera ed ha investito importanti risorse per migliorare l' albergo di famiglia. Nel 2004, infatti, inaugura, all'interno dell'albergo, il Baby Restaurant, dependance romana del famoso chef sorrentino, Alfonso Iaccarino. Dopo un solo anno arrivano la stella Michelin e numerosi riconoscimenti.
Nel 2008, rinnova ancora l'albergo, investendo molti capitali e puntando totalmente sulla qualità dei servizi offerti. Riduce il numero di camere di 25 unità per garantire una migliore accoglienza ai clienti, che, per lui, sono i “ reali proprietari dell'albergo”. L' Aldrovandi, oggi, è ai vertici dell’ospitalità alberghiera, nazionale ed europea, frequentato dal jet set mondiale dell'imprenditoria e della politica, fino alla Casa Bianca.
Ha sposato, nel febbraio 2009, Manuela Morgano, discendente dalla più famosa famiglia di albergatori di Capri, i Morgano, la quale condivide, oggi, con il marito, la passione per l'hotellerie e collabora attivamente ai successi dell’Aldrovandi Palace.
MOTIVAZIONE DEL RICONOSCIMENTO
“Dopo la laurea negli Stati Uniti in Business Administration e la rigorosa formazione di base nella tradizione dei ‘Leading Hotels of The World’, Ugo Ossani si è interamente dedicato alla conduzione manageriale del prestigioso albergo di famiglia, l’ ‘Aldrovandi Palace’ di Roma, a Villa Borghese, imponendolo ai massimi livelli dell’ospitalità alberghiera mondiale. Allievo ed amico personale di Aniello Lauro, Ugo Ossani rappresenta, nonostante la giovane età, l’ideale di albergatore italiano, che si identifica nella sua azienda e investe crescenti risorse per offrire la più alta qualità dei servizi alla clientela, nazionale ed internazionale. L’apertura del Baby Restaurant di Alfonso e Livia Iaccarino ne costituisce un altissimo e qualificato esempio.
Per tali ragioni, alla vigilia dell’auspicato rilancio del nostro turismo nazionale, e per essere l’erede più diretto, anche sul piano affettivo, dello stile di Aniello Lauro, gli viene assegnato, alla prima edizione, l’ ‘Aniello Lauro Sorrento Award 2009’, per la sezione nazionale.”
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“ANIELLO LAURO SORRENTO AWARD 2009”
SEZIONE INTERNAZIONALE
A GIUSEPPE DE MARTINO
Giuseppe De Martino è nato a Sorrento nel 1969.
Dopo aver conseguito la Maturità Classica presso il Liceo Classico “P.V. Marone” di Meta di Sorrento, frequenta la Scuola Internazionale di Hotel Management di Firenze, dove si diploma nel 1992.
La sua carriera professionale esordisce, appunto, nel 1992, all’estero, prima a Londra e, poi, a Parigi, da dove rientra, nel 1994, per ricoprire il ruolo di Food Beverage Assistent Manager al Cavalieri Hilton di Roma.
Lascia nuovamente l’Italia, nel 1998, per una particolare e formativa esperienza, a New York, come Director Back of the House dello storico Warldorf Astoria.
Rientrato in Italia per un primo breve periodo in un importante albergo milanese, l’Hilton Milan, presto ritorna a Roma, al Cavalieri Hilton, per assumere la responsabilità di Direttore Food Beverage.
In questo ruolo resta più di tre anni per dirigere ben 9 punti di ristorazione ed un team di 180 dipendenti.
Nel 2003 accetta di lasciare nuovamente l’Italia per una importante pluriennale esperienza internazionale, ad Amsterdam, all’Hilton Amsterdam.
Dopo l'apertura dell’ Hilton Mulino Stucky, con la carica di Executive Assistant Manager, dal maggio 2008 ha assunto la Direzione dello storico The Westin Europa & Regina Venezia, tra i più esclusivi alberghi della catena internazionale Starwood e tra i più prestigiosi del mondo.
E’ sposato, dal 1995, con Daniela Colonna, erede di una famiglia di albergatori sorrentini, ed ha quattro figli: Lorenzo, Ino, Tommaso ed Alba.
MOTIVAZIONE DEL RICONOSCIMENTO
“Di origini sorrentine, Giuseppe De Martino, dopo la formazione, a Firenze, presso la Scuola Internazionale di Hotel Management, inizia un brillante percorso professionale, a livello internazionale, che lo ha portato, oggi, nonostante la giovane età, alla direzione generale dello storico ‘The Westin Europa & Regina Venezia’, tra i più esclusivi alberghi della catena internazionale Starwood e uno degli alberghi più prestigiosi del mondo. Le tappe della folgorante carriera manageriale di Giuseppe De Martino sono state Parigi, Londra, New York, Amsterdam, oltre che Roma, Milano e Venezia. Colto, rigoroso, raffinato, dialogico e accattivante con la clientela, esprime non comuni capacità di direzione e di guida di organizzazioni complesse, nonché, in massimo grado, tutte le sensibilità umane e le qualità professionali, individuate da Aniello Lauro nell’arte dell’ospitalità e dell’accoglienza. Per tali ragioni, gli viene assegnato, alla prima edizione, l’ “Aniello Lauro Sorrento Award 2009”, per la sezione internazionale.”
Di Raffaele Lauro (del 10/10/2009 @ 00:31:40, in Il commento politico, linkato 507 volte)
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
“LA PARROCCHIA DI PRIORA”
INTERVENTO CONCLUSIVO
DEL SEN. RAFFAELE LAURO
“La tutela della nostra identità nazionale”
Villa Eliana, 11 ottobre 2009, ore 19.30
Caro don Francesco Saverio,
Caro Giovanni,
Amici e Parrocchiani di Priora,
alla tenacia, all’ardore religioso, alla pietas ed all’amore del Parroco, don Francesco Saverio Casa, per il Santo Patrono Atanasio e per i fedeli parrocchiani di Priora, si deve la pubblicazione di questo volume, scritto, con mano felice, in forma accessibile, senza rinunziare ad una impostazione rigorosa e ad una solida documentazione, da Marco Mantegna.
In questo pregevole lavoro sono concentrati aspetti che investono multiformi sfere dell’umano agire, da quelle più intime e personali sino a quelle esteriori, di singoli come dell’ecclesia, cioè della comunità intesa come corpus unitario.
Il libro traccia le tappe, talvolta dure e defatiganti, del cammino della comunità parrocchiale che, da secoli, si riunisce intorno alla chiesa di Sant’Atanasio Vescovo, senza la quale, il borgo di Priora sarebbe un mero agglomerato di case, senz’anima, senza tradizione, senza il senso del vivere insieme, senza vita comunitaria; allo stesso tempo, ne registra, ne vive e, talvolta, ne soffre le contingenze immediate e quotidiane, esaltando la predisposizione a fare del bene.
La storiografia delle piccole storie locali ha un’onorabilità e, pertanto, merita di essere approfondita, conosciuta e tramandata ai posteri.
La Storia è il terreno sul quale si svolgono le azioni degli individui. Gli eventi storici dipendono dalle volizioni e dalle azioni dei singoli, ma risultano sempre dall’incontro delle azioni di più individui e, in tal senso, sono opera dello Spirito, secondo Benedetto Croce.
Ciò vale, quindi, sia quando si scrive della battaglia di Waterloo, sia quando si scrive, come in questa particolare occasione, della piccola comunità di Priora.
In chiave interpretativa, cadono, dunque, le differenze la grande storia e le piccole storie. Queste ultime magari non saranno incluse nei manuali scolastici e non diverranno oggetto di attenzione da parte dei cattedratici, ma rappresentano, a buon diritto, tanti piccoli affluenti di quel fiume che è il cammino dell’umanità.
Per tali ragioni storicistiche, oltre che per la mia ammirazione verso il palpitante centro religioso di questa comunità, ho scritto la presentazione e, stasera, ho il privilegio di presentare quest’opera di storia locale.
Questa iniziativa, quindi, va salutata con entusiasmo, non soltanto da quanti, per ragioni di varia natura, hanno a cuore Priora, ma anche da coloro che ancora si affannano a voler stabilire quali disposizioni avesse dato, prima di andare a dormire, il principe di Condé, la notte avanti la battaglia di Rocroi, oppure come sarebbe cambiata la faccia della Terra, se il naso di Cleopatra fosse stato leggermente più corto.
La Parrocchia di Sant’Atanasio Vescovo – Tra storia, immagini e documenti – ha il diritto, quindi, per merito dell’Autore, di assurgere a dignità, documentale e storica.
Con competenza scientifica, con chiarezza espositiva e con dovizia di particolari, l’Autore dipana il viluppo narrativo di aneddoti, di testimonianze e di documenti, coinvolgendo il lettore, al quale sembrerà:
- di poter percorrere le antiche strade ed i casali;
- di poter entrare, per merito anche del superbo apparato iconografico, nella chiesa di Sant’Atanasio;
- di poter ammirare le statue, il pavimento maiolicato della navata laterale, l’altare maggiore restaurato, il tabernacolo in argento sbalzato, i lampadari artistici e l’organo del ‘700;
- e, da ultimo, di poter udire il suono delle tre campane, dopo averne appreso le circostanze della fusione.
Al lettore sembrerà di rivivere la presenza spirituale ed irradiante dei Parroci che si son succeduti alla guida della comunità, dagli inizi del Seicento ad oggi, attraverso i racconti delle loro vite, arricchiti da episodi dilettevoli riguardanti quei ministri di Dio che, nell’ultimo secolo, hanno officiato in Priora: don Angelo Montorsi, don Nicola Fiorentino, don Pasquale Ercolano, Don Giuseppe Fontanella.
Anche il più giovane lettore, potrà apprendere:
- come don Angelo Montorsi riuscisse a porre fine ad un fenomeno “malavitoso”, che angustiava i suoi parrocchiani, allorquando questi si recavano da Priora a Sorrento per vendere i prodotti della terra;
- della acutezza e della vasta cultura di don Nicola Fiorentino, il quale, con le parole del marchese Giusso, sembrava “un pianoforte, perfettamente accordato, in cui qualunque tasto pigiato produceva la nota giusta”;
- di come don Pasquale Ercolano, miracolosamente, riuscisse a salvarsi dallo scoppio di una bomba, mentre celebrava messa, al fronte, durante il primo conflitto mondiale;
- ed, infine, della sublime oratoria di don Peppino Fontanella, mastice della comunità ed energico difensore dei diritti delle pecorelle del suo gregge.
Questo libro ci conferma come le nostre realtà vivono ancora intorno alla chiesa e si collegano alla figura del parroco, perno del micro sistema sociale, anima della comunità.
Colui che abita nei pressi, questo è l’etimo della parola parroco, dal greco parà oikéo, ad indicare la funzione di sacerdote di una chiesa circondariale, creata per essere più prossima alle dimore dei fedeli rispetto alla chiesa cattedrale. In ciò stesso, è riscontrabile una vicinanza, non solo fisica, ma morale, ai membri della comunità.
Il parroco è stato e, fortunatamente, ancora rimane, non soltanto un ministro di Dio e del culto religioso, il tramite tra il cielo e la terra, la reale mano caritatevole del Signore, colui che rimette i peccati per mandato divino, ma, nell’immediato, il punto di riferimento che, se mancasse, penalizzerebbe la comprensione di numerosissimi aspetti della vita di ciascun fedele.
La nostra formazione, legata al cristianesimo e al cattolicesimo, oggi più che in passato, richiede profonde riflessioni sui destini ultimi del nostro operare, aspira ad ottenere risposte che troppo spesso non trovano corrispondenza nella famiglia e vuole soddisfare il bisogno continuo di rassicurazione.
I vettori, quindi, della nostra cultura, nazionale e popolare, sono anche i parroci, con la loro umanità, la loro comprensione, la loro disponibilità, il loro caldo abbraccio, il loro sacrificio, il loro sorriso e la loro solitudine.
“Il sacerdote - scrive Vittorino Andreoli - è un personaggio della nostra società, una figura che ha una lunga storia nella nostra cultura, che ha assolto compiti diversamente riconosciuti e, sovente, anche contrastati. Un personaggio che è cambiato, perché è cambiato l’ambiente in cui si pone. Così, pur perseguendo un identico obiettivo, legato al ruolo istituzionale che ricopre, l’ambiente in cui vive lo ha modificato, mutando persino il modo esteriore con cui si presenta al popolo. Rimane un personaggio colto, perché oggi, come nel passato, il raggiungimento della sua posizione comporta studi severi ed una lunga preparazione, ma a distinguerlo non è il sapere, bensì il ruolo, che ha un’origine misterica, una vera consacrazione.”
Nonostante il taglio, sociologico e riduttivo, di questa definizione, salta immediatamente all’occhio come il parroco sia una figura inscindibile dall’ambiente sociale in cui opera, quantunque siano mutate alcune condizioni del rapporto tra prete e comunità; come il parroco si sia dovuto adeguare “esteriormente” a questi cambiamenti, pur rimanendo, con più difficoltà di prima e con maggiori rischi del passato, sempre fedele alla propria missione e ai propri compiti. Ciò, in linea con le profonde aperture alla modernità di Giovanni Paolo II.
Non posso, qui, non ricordare, con intimo affetto e con profonda “emozionata” gratitudine, rinnovata, nella mente e nel cuore, nell’incontro con le immagini, riprodotte in questo volume, dei “miei” arcivescovi Carlo Serena, Raffaele Pellecchia e Antonio Zama, figure che molto hanno contato nella mia formazione umana ed hanno segnato il mio sofferto cammino di fede.
Sono certo che questi sentimenti di ammirazione verso i parroci siano comuni a molti tra di noi, anche da parte di chi, per scelta libera (ed illusoria!), ama definirsi non credente, quasi che il non avere fede rappresenti una garanzia assoluta di indipendenza intellettuale e di autonomia etica.
Per i non credenti, il sacerdote è un uomo tra gli uomini, che sceglie come modello e maestro il Cristo, stabilendo con Lui una relazione da allievo e seguendolo, quale modello di esistenza. Ma non è soltanto questo, perché la sua esperienza non si limita alla propria vita. Essa si pone, come scopo, il testimoniare Cristo agli altri.
Ma, per il credente, il parroco ha un valore aggiunto: è un maestro di modelli per crescere e per vivere. Il sacerdote ha scoperto Cristo come modello di vita, è stato da Lui chiamato a farsi apostolo e, quindi, a girare il mondo, mostrandosi come lui si è mostrato. Il prete, dunque, donando se stesso, dona Cristo, occupandosi del gregge di Dio, lo fa come lo avrebbe fatto Cristo.
Quest’opera testimonia anche questo. Le azioni e gli uffici dei parroci, che si sono succeduti alla guida della Parrocchia di Sant’Atanasio, rivelano come la presenza di Dio possa essere avvertita in ogni singola cosa e in ogni gesto, seppur piccolo, dei parroci.
L’appendice documentaria del volume, per certi aspetti, ne è il campione esemplare:
- sia che si tratti di inoltrare richieste al vicario diocesano per qualsivoglia faccenda o di perorare la causa di beatificazione di Teresa Manganiello, la terziaria francescana che ispirò padre Ludovico Acernese, nella fondazione delle Suore Francescane Immacolatine;
- sia che si tratti di redigere il resoconto delle offerte e delle spese occorse per la rifusione della campana grande della chiesa.
Ho immaginato, scorrendo questo elenco, lo stupore meravigliato di un parrocchiano del 2009 nel costatare la trasparenza di quella rudimentale e grandiosa contabilità. Le carte ormai ingiallite, l’inchiostro stinto e la grafia chiara, spesso vergata, raccontano l’incredibile storia di questa testimonianza, del tramite, per usare le parole di Sant’Agostino, tra la città celeste e la città terrena.
La vita stessa della piccola comunità parrocchiale è scandita da queste piccole contingenze che la caratterizzano, come il suono delle campane che, propagandosi per il paese, annunzia ai fedeli l’appuntamento religioso. La comunità parrocchiale è un fulgido esempio del vivere comune, della socialità, della condivisione dei sentimenti che qualifica la vita degli uomini. La comunità parrocchiale, dunque, rimane, oggi, nella nostra civiltà cristiana, il luogo dove ogni fedele può trovare l’appagamento a questo bisogno, il luogo in cui esso può portare a perfezione il fine della sua esistenza terrena.
Tra questi modi di appagamento, vi sono anche le manifestazioni esteriori dei propri sentimenti di fede che trovano compiuta rappresentazione nei riti e nel culto tributato a Dio. Il culto di una religione, indipendentemente dalle sue sacre scritture, dalla sua teologia o dalla fede personale dei suoi credenti, è la totalità della pratica religiosa, anche esteriore.
Esso si esplica, nella nostra tradizione religiosa, in una serie di funzioni esteriori, che sono legate all’interiorità del singolo e della comunità. I riti non sono mere operazioni della tradizione, semplici eventi folkloristici, ma valori vissuti.
La processione per le strade cittadine della statua del Santo Patrono, nell’immediato, rappresenta un evento esteriore che può attirare visitatori, grazie anche al paese vestito a festa, alle luminarie, agli spettacoli collegati, alle sagre contadine, ma nell’animo degli appartenenti a quella comunità è qualcosa di ben diverso, di superiore.
Ripenso al sogno di don Peppino Fontanella, la solenne processione dei quattro santo compatroni di Sorrento: Atanasio, Bacolo, Renato e Valerio, che insieme a S. Antonino, avrebbero dovuto sfilare processionalmente per le strade di Priora.
Allo stesso modo, le confraternite hanno come scopo caratterizzante l’incremento del culto pubblico, oltreché l’esercizio di opere di carità, di penitenza e di catechesi. Quasi ogni nostra parrocchia ha una propria confraternita e le storie che le riguardano sono storie di uomini che, in nome di Dio, si sono riuniti per fare del bene, a se stessi, elevando il proprio spirito, e agli altri, occupandosi degli indigenti e promuovendo la filantropia. Queste finalità animano anche la risorta Venerabile Confraternita della Immacolata Concezione di Maria Santissima di Priora.
Tutti questi aspetti sono profondamente impressi in noi. La nostra cultura occidentale ne è impregnata. Sono valori che appartengono ad ciascuno di noi, anche a chi non è credente.
Ma il mondo cambia, cambiano gli uomini e cambiano le idee, cambiano le modalità di incontro e di relazione, oggi affidate anche ad Internet, per cui i nostri valori sono in pericolo. Questo pericolo non ha le fattezze di una persona o di un nemico visibile, ma si insinua subdolamente tra di noi.
L’omologazione culturale appiattisce le passioni: ci impone di essere tutti uguali, di pensarla allo stesso modo e di agire allo stesso modo. In nome del profitto, un’altra entità invisibile, la globalizzazione, s’incunea e rischia di depredarci della nostra eredità morale, minacciando la stessa sopravvivenza delle culture popolari.
L’omologazione culturale e la globalizzazione possono essere combattute, almeno nei loro tratti più alienanti ed esiziali, proprio contrapponendo loro quell’insieme di valori che fondano la nostra coscienza individuale e collettiva, valori che questo libro pone in evidenza.
Esso ci consegna un esplicito messaggio etico, che lo rende, per tale ragione, non un insieme di fogli ben stampati, ricco di belle immagini, sacre e naturalistiche, da ammirare, da sfogliare e da riporre in libreria, quasi come un oggetto museale. Quanto la radiografia di una storia e di una cultura rurale, vivente e palpitante, che, per continuare a vivere e a palpitare di fede cristiana, di ricordi, di affetti, di passioni, di sentimenti, di lacrime, di dolore o di felicità, impone, ai membri della comunità di Priora, una lettura meditata ed una partecipazione, vissuta con coerenza, senza egoismi e senza sopraffazioni. Allora i riti, le processioni, le sagre, a partire da quella dell’uva, pervenuta al trentennale, non saranno manifestazioni esteriori, ancorché belle, ma il corollario autentico di una fede religiosa integralmente vissuta.
Tutto questo insieme può e deve essere anche il baluardo a difesa della nostra identità individuale e nazionale. La nostra nazione è oggi minacciata dai novelli saraceni, nonché dalla infiltrazione di altre culture, anche religiose, nel nostro tessuto sociale. L’accoglienza dell’immigrato, del diverso, il rispetto per la dignità della persona umana e il dialogo con tutte le altre civiltà, senza mai precipitare nel razzismo o nello sciovinismo, devono presupporre il rafforzamento, non la rinunzia o l’appannamento delle nostre radici, pena il progressivo dissolvimento della nostra identità.
Solo se avremo ben radicate in noi la nostra cultura e le nostre tradizioni, potremo proficuamente relazionarci con quanti verranno da noi e sceglieranno di vivere nel nostro paese, con tutti i benefici che potranno godere.
Il rischio di essere colonizzati culturalmente, in una guerra di conquista, che non si combatte con eserciti ed armi convenzionali, ma con il falso progressismo, con la falsa umanità, con la malcelata superiorità da parte nostra e con la falsa volontà di integrazione da parte loro, è alto.
La loro presenza sul nostro territorio non può risolversi in un mero rapporto di tipo commerciale o lavorativo, ma deve presupporre la reale integrazione nel nostro tessuto sociale, per essi stessi e per le loro famiglie.
La nostra società è chiamata ad affrontare questi problemi di natura epocale, che hanno assunto proporzioni vastissime, con ricadute politiche e sociali, assai rilevanti, e che, se non governati, con realismo, con fermezza e con lungimiranza, in un’ottica di collaborazione con l’Unione Europea e di idonee intese, operative e gestionali, bilaterali e multilaterali, con i paesi di origine o di transito dei flussi, potrebbero, con il trascorrere del tempo, appannare la nostra identità nazionale e le culture, locali e territoriali, di cui il nostro Paese è ricco.
Questi complessi fenomeni, quindi, necessitano di adeguate regolamentazioni, che tengano conto anche della tipologia dei flussi migratori: da una parte, occorre contrastare efficacemente l’immigrazione illegale, di qualsivoglia origine, salvaguardando soltanto il diritto di asilo, e, dall’altra parte, disciplinare, in modo rigoroso, i criteri e le modalità, anche di natura organizzativa e logistica, per assicurare ai lavoratori immigrati, entrati regolarmente sul territorio nazionale, un ordinato, effettivo e non traumatico inserimento nelle strutture produttive e sociali del Paese di arrivo.
Accanto e contemporaneamente alla regolamentazione del fenomeno migratorio, gli Stati devono preoccuparsi di assecondare e di guidare il processo di integrazione degli stranieri. Occorre favorire i processi di comunicazione per evitare che si creino “nicchie”, “isole” o “ghetti”, urbani o suburbani, di comunità autoctone autoreferenziali, spesso fondamentaliste sul piano religioso, incapaci di dialogare con l’esterno. Ciò, infatti, rischia di provocare diffidenza reciproca tra le diverse componenti, alimentando fenomeni, che spesso sfociano in episodi di violenza e preludono alla disintegrazione conflittuale della società.
Le autorità nazionali e periferiche di governo sono chiamate, quindi, a predisporre opportune politiche di integrazione ed attuare strumenti adeguati per aiutare gli stranieri a conoscere la lingua del paese ospitante, la sua cultura, le tradizioni, nazionali e locali, dei territori, nei quali vengono ad abitare, a lavorare e a vivere, spesso con i propri nuclei familiari.
Nello stesso tempo si impone un’educazione alla legalità, assicurata dall’apprendimento delle regole fondamentali di convivenza e dalla conoscenza delle istituzioni dello Stato ospitante. Lo straniero che chiede la cittadinanza italiana, dopo un congruo periodo di permanenza nel territorio nazionale, deve poter manifestare un desiderio consapevole e maturo di entrare pleno iure nella comunità dei cittadini dello Stato che lo ospita, dimostrando di aver acquisito gli strumenti fondamentali per poter esercitare pienamente i diritti, che derivano dalla concessione della cittadinanza, di possedere le sufficienti competenze linguistiche per comunicare, come pure di aver assimilato gli elementi essenziali della cultura, delle tradizioni, della storia nazionale e locale.
Dovere di ogni cittadino, e di ogni cristiano, è difendere, vivendolo con consapevolezza, il proprio patrimonio ideale, edificato nel corso dei secoli, da qualsiasi attacco, perpetrato in qualsivoglia modo. E’ questo deve essere praticato con orgoglio, senza paura e con fierezza. La difesa della nostra identità, nazionale e individuale, è un obbligo, un dovere che noi dobbiamo alla nostra coscienza e alla nostra storia. L’inadempimento di questo compito ci renderebbe inadeguati e soccombenti a qualsiasi tipo di relazione con culture diverse dalla nostra.
Ecco perché il nostro incontro di stasera rappresenta non un momento rituale, seppur gradevole, ma l’espressione della consapevolezza comune dei difficili compiti che ci attendono, in futuro, come comunità nazionale e come comunità locale!!!
Rassegna Stampa: Il Mattino, Metropolis e TG 3 Campania (13 ottobre, ore 19.30)
Di Raffaele Lauro (del 05/10/2009 @ 21:37:51, in Il commento politico, linkato 465 volte)
REGIONALI: LAURO (PDL), CANDIDATURE TRASPARENTI CONTRO BORGHESIA MAFIOSA
Napoli, 4 ott. - (Adnkronos) - "Una tale questione impone ad un partito nazionale, come il Pdl, scelte rigorose in materia di candidati alle elezioni regionale e comunali del 2010, perché è in agguato quella borghesia mafiosa o camorristica, l’estesa zona grigia, pronta, al coperto delle attività professionali, apparentemente lecite, ad intermediare e a fare da ponte tra le istituzioni e la società criminale, a fronte delle grandi risorse finanziarie, nazionale ed europee, a disposizione della Regione”. Lo ha detto il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, membro della Commissione Parlamentare Antimafia, sottolineando che ''la questione criminalità organizzata è preliminare ad ogni discorso programmatico per la Regione Campania, perché condizionante qualunque politica regionale''.
Lauro ha sottolineato l’esigenza che il Governo e la maggioranza parlamentare affrontino, al più presto, il tema della riforma della giustizia, che non può più attendere. Interrogandosi anche sul “se esista ancora un’agibilità democratica nelle Regioni del Sud” e ricordando lo studio del Censis, all’esame della Commissione Antimafia, Lauro ha proposto un approfondimento del Pdl Campania, prima delle elezioni regionali, sulla libertà di impresa in Campania e sulle modalità di riciclaggio del denaro sporco ai diversi livelli dimensionali delle imprese. Manifestando apprezzamento, infine, per come il coordinatore regionale, Nicola Cosentino, ha affrontato, nella relazione introduttiva, il tema cruciale della criminalità economica e finanziaria, ha suggerito al candidato, che sarà prescelto per la presidenza della Regione Campania, di introdurre, nel programma, filtri di legalità, indipendenti dalla burocrazia regionale, per tutti gli appalti, grandi, medi e piccoli, e per tutte le forniture della Regione Campania.
(Zca/Pn/Adnkronos)
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