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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Raffaele Lauro (del 03/11/2010 @ 21:58:32, in Il commento politico, linkato 399 volte)
Energia. Lauro (PDL): Bisogna realizzare un servizio elettrico efficiente in Penisola Sorrentina per evitare blackout estivi che danneggiano l’economia turistica locale, regionale e nazionale.
Con una interrogazione urgente, sottoscritta da circa un centinaio di senatori del PDL, del PD, di FLI, dell’IDV e dell’UDC, il sen. Raffaele Lauro (PDL) ha chiesto al Ministro dello Sviluppo Economico di velocizzare gli iter autorizzativi dei progetti della Terna, finalizzati a dotare la Penisola Sorrentina di un servizio elettrico efficiente, a soddisfare le crescenti richieste di energia dei comuni costieri, a spostare la cabina di trasformazione dal centro dell’abitato di Sorrento ed a bonificare uno dei paesaggi più suggestivi al mondo dalla presenza di tralicci pericolosi ed obsoleti. ”I comuni della Penisola Sorrentina - scrive Lauro – rappresentano una delle aziende turistiche più importanti del Paese e uno dei poli economici più significativi della Regione Campania. Nonostante gli sviluppi della tecnologia, questi comuni vivono una situazione assolutamente precaria, specie nella stagione estiva, per quanto riguarda l’approvvigionamento di energia elettrica, perché la sola linea di alimentazione, a 60mila volt, risulta del tutto fatiscente e non affidabile. Inoltre, l’unica cabina di trasformazione che serve tutti i comuni costieri (Sorrento, Sant’Agnello, Piano, Meta, Massa Lubrense e anche parzialmente Positano) è ubicata nel centro urbano di Sorrento, a ridosso di palazzi e di scuole“. “L’Amministrazione Comunale di Sorrento - precisa, infine, Lauro nell’interrogazione – ha ribadito alla società Terna la volontà di vietare l’entrata in esercizio di altre linee aeree e di smantellare al più presto quelle esistenti sul territorio, prevedendo nel piano regolatore generale della città una apposita area dove localizzare una nuova cabina di trasformazione. La società Terna ha tempestivamente presentato al Comune di Sorrento ed al Ministero dello Sviluppo Economico un nuovo progetto che potrebbe risolvere definitivamente la situazione, collegando la nuova cabina di trasformazione con due elettrodotti da 150mila volt, uno dei quali destinato anche all’alimentazione dell’isola di Capri.”
RAFFAELE LAURO – Al Ministro dello sviluppo economico
Considerato che:
- i comuni della penisola sorrentina rappresentano una delle aziende turistiche più importanti del Paese e uno dei poli economici più importanti della Regione Campania;
- nonostante gli sviluppi della tecnologia questi comuni vivono una situazione assolutamente precaria per quanto riguarda l’approvvigionamento di energia elettrica: c’è una sola linea di alimentazione a 60mila volt assolutamente fatiscente e non affidabile;
- per oltre venti anni l’Enel non è riuscita a realizzare nessuno dei progetti di potenziamento a cui i suoi tecnici hanno lavorato;
- l’unica cabina di trasformazione che serve tutti i comuni costieri (Sorrento, Sant’Agnello, Piano, Meta, Massa Lubrense e anche parzialmente Positano) è ubicata nel centro urbano del Comune di Sorrento a ridosso di palazzi e scuole;
- l’Amministrazione comunale di Sorrento ha ribadito alla società Terna la volontà di vietare l’entrata in esercizio di altre linee aeree e di smantellare al più presto quelle esistenti sul suo territorio;
- lo stesso Comune di Sorrento ha previsto nel piano regolatore generale della città una apposita area dove localizzare una nuova cabina di trasformazione;
- la Società Terna ha presentato al Comune di Sorrento un nuovo progetto che potrebbe risolvere definitivamente la situazione collegando la nuova cabina di trasformazione con due elettrodotti da 150mila volt (uno dei quali) destinato anche all’alimentazione dell’isola di Capri;
- nelle more dell’iter autorizzativo dell’intero progetto, si potrebbe cominciare con il servire l’esistente cabina con un elettrodotto interrato che poi sarebbe utilizzato anche dalla nuova cabina di trasformazione, si chiede quali provvedimenti urgenti si intendono adottare per velocizzare al massimo gli iter autorizzativi al fine di:
1) dotare la penisola sorrentina di un servizio elettrico efficiente e soddisfare le crescenti richieste di energia;
2) spostare la cabina di trasformazione dal centro dell’abitato della Città di Sorrento;
3) bonificare uno dei paesaggi più suggestivi al mondo dall’insistenza di tralicci pericolosi e obsoleti.
Di Raffaele Lauro (del 03/11/2010 @ 21:34:19, in Il commento politico, linkato 408 volte)
Istituto SS. Trinità e Paradiso di Vico Equense. In merito alla destinazione dell'Istituto SS. Trinità e Paradiso di Vico Equense, il sen. Raffaele Lauro (PdL), con un'interrogazione urgente al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha chiesto un'immediata ispezione ministeriale, presso l'Istituto, volta ad accertare, in poche settimane, eventuali responsabilità (penali, civili ed amministrative). Ha chiesto, inoltre, in base anche alle risultanze ispettive, di provvedere urgentemente, con decreto ministeriale, per sancire l'estinzione dell'Istituto e per trasferirne, senza indugio, il patrimonio, mobiliare e immobiliare, al Comune di Vico Equense, vincolando, in maniera inderogabile, l'utilizzo del patrimonio dell'Istituto a scopi di istruzione, culturali e, comunque, a finalità esclusivamente pubbliche, al servizio della comunità di Vico Equense, preservandone così le finalità originarie.
RAFFAELE LAURO - Interrogazione al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Premesso che:
- la comunità locale di Vico Equense mantiene estremamente vivo l'interesse per il destino del complesso monumentale dell'Istituto "SS. Trinità e Paradiso", manifestando forte preoccupazione per l'inarrestabile declino dello stesso e temendo, altresì, che esso possa essere utilizzato in futuro per qualche uso improprio, tale da deturparne l'inestimabile valore storico-culturale;
- recentemente è sorto, per iniziativa spontanea, un comitato civico locale che ha raccolto migliaia di adesioni a una petizione popolare mirata a salvaguardare il predetto complesso dal degrado e dall'abbandono, oltre che a tutelarlo da possibili disegni speculativi;
- di tale esplicita volontà popolare si è reso interprete il consiglio comunale di Vico Equense che, nella seduta dell'8 luglio 2010, ha deliberato con larghissima maggioranza (con soli tre voti di astensione e con nessun voto contrario) di «richiedere ai competenti Ministeri il trasferimento nel patrimonio del comune di Vico Equense, anche alla luce dell'evoluzione normativa in essere ed in particolare del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, con il vincolo di garantirne la massima valorizzazione funzionale, del complesso monumentale SS. Trinità e Paradiso» (delibera consiliare n. 28 dell'8 luglio 2010);
- l'Istituto "SS. Trinità e Paradiso" nasce nel 1677 per volontà di Monsignor Giambattista Repucci, già Vescovo della città di Vico Equense. Il presule, infatti, con atto pubblico del 26 maggio 1677, rogato Cioffi, diede vita al Conservatorio femminile detto, appunto, della «SS. Trinità e Paradiso», il cui fine primario era quello di provvedere alla educazione ed istruzione di fanciulle appartenenti a famiglie di civile condizione;
- l'Istituto "SS. Trinità e Paradiso" è uno degli Istituti della Campania che, insieme agli educandati, ai collegi di Maria e ad alcuni altri istituti, costituiscono il complesso degli istituti pubblici di educazione femminile esistenti in Italia;
- tali istituti erano stati ordinati dal regio decreto 23 dicembre 1929, n. 2392, e dal regio decreto 1° ottobre 1931, n. 1312 (ora abrogati). Di conseguenza, l'Istituto «SS. Trinità e Paradiso», come tutti gli altri compresi nella tabella 4 allegata al citato regio decreto n. 1312 del 1931, è da considerare pubblico non statale e, come tale, soggetto alla normativa degli enti pubblici, anche sotto il profilo patrimoniale;
- esso è amministrato da un consiglio di amministrazione, composto da un presidente e da due consiglieri, nominato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. L'articolo 6 del regio decreto n. 2392 del 1929 prevedeva che il consiglio poteva essere sciolto e, in tal caso, il governo dell'ente affidato a un commissario straordinario per la durata massima di un anno;
- nel corso degli anni si sono succeduti molteplici consigli di amministrazione e gestioni commissariali, senza che siano stati conseguiti i risultati previsti dallo statuto, con una proficua ed efficiente gestione del patrimonio immobiliare;
- del cospicuo patrimonio immobiliare dell'ente risultano disponibili, a tutt'oggi, solamente il fabbricato nel quale ha sede l'ente (peraltro, in precario stato di conservazione) e l'annessa Chiesa, non agibile a seguito del sisma del 1980. I numerosissimi fondi agricoli di proprietà dell'ente sono stati negli anni ceduti con contratti di enfiteusi; parte di tali contratti si sono risolti con l'affranco e la definitiva perdita di proprietà; altri forniscono rendite irrilevanti;
- il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2009 rileva un disavanzo accertato di oltre 840.000 euro;
- con delibera n. 11 del 23 novembre 2002, il consiglio di amministrazione all'epoca in carica, accertò e dichiarò l'esaurimento dello scopo statutario (le istituzioni scolastiche avevano cessato di operare dall'anno scolastico 2000/2001) e richiese la «trasformazione» dell'ente al Ministero della pubblica istruzione;
- nel 2004 lo stesso Ministero, inopinatamente, nominò un nuovo consiglio di amministrazione che, dopo qualche tempo, si dimise per la gravità della situazione finanziaria e la conseguente ingestibilità dell'ente;
- a seguito di tali dimissioni, il Ministero, nell'agosto del 2008, procedette alla nomina di un commissario straordinario e, successivamente, con decreto ministeriale del 26 ottobre 2009, alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, attribuendo la funzione di presidente al suddetto commissario straordinario;
- l'Istituto, ad oggi, non svolge e non è in grado di svolgere più alcuna attività e non si vede quale prospettiva si possa prevedere per esso, se resta nell'attuale, gravissima condizione. Peraltro, esso si trova in uno stato di conservazione assolutamente precario e necessita di urgenti lavori di ristrutturazione e restauro;
- risulta inevitabile, come già avvenuto per casi analoghi (ad esempio, con la legge 5 febbraio 1992, n. 176, che dispose l'estinzione del conservatorio delle Montalve alla Quiete di Firenze e il trasferimento del relativo patrimonio all'università degli studi di Firenze), procedere all'estinzione dell'Istituto pubblico di educazione femminile «SS. Trinità e Paradiso» e prevederne il trasferimento, con tutto il suo patrimonio, al comune di Vico Equense, salvaguardandone in tal modo l'immenso valore artistico e storico e rispettando, altresì, la volontà e gli orientamenti dei fondatori, nonché l'unanime sollecitazione della pubblica opinione locale che desidera fortemente che l'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» possa continuare ad assolvere la sua funzione educativa e culturale e sia sottratto ad ogni tentazione di speculazione affaristica,
si chiede di sapere:
- se non sia opportuno procedere, con estrema urgenza, ad un'ispezione ministeriale, presso l'Istituto, volta ad accertare eventuali responsabilità (penali, civili e amministrative);
- se, in relazione anche alle risultanze ispettive e indipendentemente da ogni iniziativa legislativa in merito, si intenda provvedere, con decreto ministeriale o con atto di altra natura, all'estinzione dell'Istituto e a trasferire il suo patrimonio mobiliare e immobiliare al comune di Vico Equense, vincolando, in maniera inderogabile, l'utilizzo del patrimonio dell'Istituto a scopi di istruzione e culturali, e, comunque, a finalità esclusivamente pubbliche al servizio della comunità di Vico Equense, preservandone così le finalità originarie.
Di Raffaele Lauro (del 01/11/2010 @ 20:24:39, in Il commento politico, linkato 483 volte)
Senato, Lauro (Pdl): Un ddl per introdurre limite di tre mandati
Roma, 29 OTT (Il Velino) - Il senatore Raffaele Lauro
(Pdl) ha presentato un disegno di legge costituzionale per la
modifica degli articoli 56 e 58 del testo costituzionale, che
disciplinano la capacita' elettorale passiva, in relazione,
rispettivamente, alla Camera dei Deputati e al Senato della
Repubblica, introducendo il limite dei tre mandati
parlamentari, anche se non consecutivi. "Questa mia proposta
- ha dichiarato il parlamentare del Pdl - risponde
all'esigenza, ampiamente diffusa nel Paese e reclamata, ad
alta voce, dalle nuove generazioni di garantire un costante
ed armonico rinnovamento della rappresentanza politica e dei
partiti, nell'ottica di una piena valorizzazione dei principi
della democrazia e della sovranita' popolare, che
costituiscono il fondamento del nostro ordinamento e
l'affermazione della attivita' politica, intesa come servizio
e non come professionismo privilegiato. La circolazione
delle classi dirigenti e il ricambio continuo, ma non
radicale (teoria di un solo mandato), della rappresentanza
politico-parlamentare rafforzerebbero non solo la democrazia
rappresentativa, ma metterebbero al riparo le stesse
istituzioni parlamentari, centro motore dell'ordinamento
costituzionale, dal subdolo e pericoloso vento
dell'antiparlamentarismo, che ha ripreso a soffiare
impetuosamente alimentato da un opinionismo qualunquistico e
da una becera pubblicistica, che, in tal modo, hanno facile
gioco a dipingere i parlamentari, come parassiti
privilegiati o come fannulloni, affamatori del popolo".
"Tale finalita' di rinnovamento - ha aggiunto Lauro-, in
presenza di una incapacita' sostanziale di auto disciplina
delle classi politiche dirigenti nazionali, puo' essere
perseguita soltanto attraverso l'introduzione di un limite al
numero massimo di mandati parlamentari. In particolare,
prevedo che nessuno possa essere eletto membro del Parlamento
per piu' di tre legislature, anche se non consecutive. Il
susseguirsi dei mandati per un periodo di tempo
eccessivamente lungo, con clamorosi casi di autentico
professionismo politico-parlamentare, quasi vitalizio,
conduce, in primo luogo, ad un logoramento della capacita' di
rappresentanza dell'eletto, con l'affermazione di ristrette
oligarchie politico-parlamentari del tutto autoreferenziali,
che perpetuano all'infinito la loro permanenza al potere,
negando, di fatto, ogni ricambio generazionale e ogni rinnovo
della classe dirigente. L'inibizione del ricambio
generazionale e del rinnovo della classe dirigente, quindi,
solo apparentemente mitigata dalla pratica, spesso
mortificante, della cooptazione, priva il Parlamento di nuove
competenze, di nuovi saperi, di nuove professionalita', di
nuovi bisogni e di nuove articolazioni sociali, interrompendo
il circolo virtuoso, che e' auspicabile debba sempre esistere
tra classe politica e societa' civile, frustrando le
aspettative che la selezione della classe politica, cosi'
come di ogni altra categoria, avvenga con modalita' ispirate
al piu' rigoroso rispetto del principio meritocratico,
sottoposto alla volonta' popolare". "Il principio della
limitazione temporale delle cariche - ha precisato Lauro - e'
ormai profondamente sedimentato nel nostro ordinamento, che
lo riconosce attualmente a tutti i livelli, tranne che al
livello nazionale. La legislazione italiana, infatti, gia'
prevede, ormai da lungo tempo, il divieto del terzo mandato
consecutivo per i sindaci, i presidenti delle province e i
presidenti delle giunte regionali. Una parte consistente
delle considerazioni che hanno indotto il legislatore a
introdurre le suddette limitazioni all'esercizio delle
funzioni esecutive apicali a livello locale e regionale
valgono - a fortiori e in maniera ancora piu' pressante -
anche per quanto concerne la rappresentanza politica
nazionale". "Fissare il limite in questione a tre
legislature - ha concluso Lauro - costituisce un ragionevole
bilanciamento tra le esigenze di rinnovamento e la necessita'
di garantire al parlamentare un lasso di tempo,
sufficientemente lungo, per mettere a frutto il suo
patrimonio di capacita' e di idee e dispiegare appieno il suo
apporto e il suo attivo contributo alla politica nazionale".
(com/sbm)
291150 OTT 10 NNNN
SENATO. LAURO (PDL): DDL PER LIMITE TRE MANDATI PARLAMENTARI
(DIRE) Roma, 29 ott. - Oggi, al Senato, il senatore Raffaele
Lauro (Pdl) ha presentato un disegno di legge costituzionale per
la modifica degli articoli 56 e 58 del testo costituzionale, che
disciplinano la capacita' elettorale passiva, in relazione,
rispettivamente, alla Camera dei Deputati e al Senato della
Repubblica, introducendo il limite dei tre mandati parlamentari,
anche se non consecutivi.
"Questa mia proposta- ha spiegato il parlamentare del Pdl-
risponde all'esigenza, ampiamente diffusa nel Paese e reclamata,
ad alta voce, dalle nuove generazioni di garantire un costante ed
armonico rinnovamento della rappresentanza politica e dei
partiti, nell'ottica di una piena valorizzazione dei principi
della democrazia e della sovranita' popolare, che costituiscono
il fondamento del nostro ordinamento e l'affermazione della
attivita' politica, intesa come servizio e non come
professionismo privilegiato".
Per il senatore Lauro "la circolazione delle classi dirigenti
e il ricambio continuo, ma non radicale (teoria di un solo
mandato), della rappresentanza politico-parlamentare
rafforzerebbero non solo la democrazia rappresentativa, ma
metterebbero al riparo le stesse istituzioni parlamentari dal
subdolo e pericoloso vento dell'antiparlamentarismo".
"Tale finalita' di rinnovamento- ha aggiunto Lauro- in
presenza di una incapacita' sostanziale di auto disciplina delle
classi politiche dirigenti nazionali, puo' essere perseguita
soltanto attraverso l'introduzione di un limite al numero massimo
di mandati parlamentari. In particolare, prevedo che nessuno
possa essere eletto membro del Parlamento per piu' di tre
legislature, anche se non consecutive".
(Com/Vid/ Dire)
11:52 29-10-10
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PDL: LAURO 'ROTTAMATORE', DDL LIMITE TRE MANDATI PARLAMENTO
(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Il senatore Raffaele Lauro (PdL) ha
presentato un disegno di legge costituzionale per la modifica
degli articoli 56 e 58 della Carta, che disciplinano la
capacita' elettorale passiva, in relazione, rispettivamente,
alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica,
introducendo il limite dei tre mandati parlamentari, anche se
non consecutivi. La stessa proposta politica dei ''rottamatori''
del Pd, Renzi e Civati.
''Questa mia proposta - ha dichiarato il parlamentare del PdL
- risponde all'esigenza, ampiamente diffusa nel Paese e
reclamata, ad alta voce, dalle nuove generazioni di garantire un
costante ed armonico rinnovamento della rappresentanza politica
e dei partiti, nell'ottica di una piena valorizzazione dei
principi della democrazia e della sovranita' popolare, che
costituiscono il fondamento del nostro ordinamento e
l'affermazione della attivita' politica, intesa come servizio e
non come professionismo privilegiato''.
''La circolazione delle classi dirigenti - prosegue Lauro - e
il ricambio continuo, ma non radicale (teoria di un solo
mandato), della rappresentanza politico-parlamentare
rafforzerebbero non solo la democrazia rappresentativa, ma
metterebbero al riparo le stesse istituzioni parlamentari,
centro motore dell'ordinamento costituzionale, dal subdolo e
pericoloso vento dell'antiparlamentarismo''.
Di fronte ad ''una incapacita' sostanziale di auto disciplina
delle classi politiche dirigenti nazionali'' per promuovere il
rinnovamento, ecco il ddl di Lauro con il limite deit re
mandati. ''Il susseguirsi dei mandati per un periodo di tempo
eccessivamente lungo - afferma il senatore - con clamorosi casi
di autentico professionismo politico-parlamentare, quasi
vitalizio, conduce, in primo luogo, ad un logoramento della
capacita' di rappresentanza dell'eletto.
''Fissare il limite a tre legislature - ha concluso Lauro -
costituisce un ragionevole bilanciamento tra le esigenze di
rinnovamento e la necessita' di garantire al parlamentare un
lasso di tempo, sufficientemente lungo, per mettere a frutto il
suo patrimonio di capacita' e di idee e dispiegare appieno il
suo apporto e il suo attivo contributo alla politica
nazionale''. (ANSA).
PARLAMENTO: LAURO (PDL), DDL PER LIMITE DI TRE MANDATI =
PER AFFERMARE L'ATTIVITA' COME SERVIZIO E NON COME
PROFESSIONISMO PRIVILEGIATO
Roma, 29 ott. - (Adnkronos) - Un disegno di legge costituzionale
per la modifica degli articoli 56 e 58 del testo costituzionale, che
disciplinano la capacita' elettorale passiva, in relazione,
rispettivamente, alla Camera dei Deputati e al Senato della
Repubblica, introducendo il limite dei tre mandati parlamentari, anche
se non consecutivi. E' la proposta presentata questa mattina dal
senatore Raffaele Lauro (PdL).
"Questa mia proposta - ha dichiarato il parlamentare del PdL -
risponde all'esigenza, ampiamente diffusa nel Paese e reclamata, ad
alta voce, dalle nuove generazioni, di garantire un costante ed
armonico rinnovamento della rappresentanza politica e dei partiti,
nell'ottica di una piena valorizzazione dei principi della democrazia
e della sovranita' popolare, che costituiscono il fondamento del
nostro ordinamento e l'affermazione della attivita' politica, intesa
come servizio e non come professionismo privilegiato".
"La circolazione delle classi dirigenti e il ricambio continuo,
ma non radicale (teoria di un solo mandato), della rappresentanza
politico-parlamentare - ha spiegato Lauro - rafforzerebbero non solo
la democrazia rappresentativa, ma metterebbero al riparo le stesse
istituzioni parlamentari, centro motore dell'ordinamento
costituzionale, dal subdolo e pericoloso vento
dell'antiparlamentarismo, che ha ripreso a soffiare impetuosamente,
alimentato da un opinionismo qualunquistico e da una becera
pubblicistica, che, in tal modo, hanno facile gioco a dipingere i
parlamentari, come parassiti privilegiati o come fannulloni,
affamatori del popolo". (segue)
(Rre/Col/Adnkronos)
29-OTT-10 12:16
NNNN
Articoli su quotidiani nazionali del 30 ottobre 2010