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Lauro ddl costituzionale: abolizione ordini professionali (Senato, 28 luglio 2011)
Di Raffaele Lauro (del 28/07/2011 @ 23:25:57, in Il commento politico, linkato 522 volte)
SENATO DELLA REPUBBLICA
AS ....
———– XVI LEGISLATURA ———–
DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE
d’iniziativa del senatore LAURO
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Modifica all'articolo 33, quinto comma, della Costituzione in materia di ordini professionali
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Onorevoli senatori. - Gli ordini professionali costituiscono un impedimento alla libertà professionale e al libero accesso alla professione, limitazioni che si ripercuotono poi sul cittadino in costi e qualità dei servizi. Dall'Ordine dei giornalisti a quello dei medici, queste corporazioni hanno il solo scopo di amministrare e difendere privilegi acquisiti.
L’Antitrust, in un’indagine conoscitiva aperta nel 2009, ha denunciato restrizioni alla concorrenza sia normative sia legate alle decisioni degli ordini.
Il regime attuale non produce benefici: “Se il professionista è vincolato al rispetto di standard qualitativi minimi e, al tempo stesso, gli utenti sono messi in condizione di confrontare le offerte dei professionisti, sarà più difficile e meno conveniente erogare prestazioni di bassa qualità”. La garanzia ultima per il cliente, insomma, sta nella pluralità dell’offerta, non nel monopolio degli ordini.
La stessa Banca d’Italia ha stimato l’entità della “rendita monopolistica” che è premio della scarsa concorrenza nel settore dei servizi (professioni comprese). Se tale rendita fosse restituita al mercato, il Pil potrebbe lievitare di undici punti in pochi anni, di cui cinque punti nei primi tre anni.
Da quanto detto sopra è urgentemente necessario aprire un mercato che oggi non è libero: il cittadino consumatore, alla ricerca della professionalità per vivere meglio, deve poter scegliere esclusivamente il miglior rapporto qualità/prezzo.
In occasione dell'approvazione del decreto-legge per la stabilizzazione finanziaria del 6 luglio 2011, presentato dal Governo al fine di respingere l'urto della speculazione finanziaria sul nostro sistema economico e che, con ogni probabilità e per tale ragione, passerà alla storia parlamentare come un raro esempio di rapidità di approvazione, è tornato d'attualità il tema della possibile abolizione degli ordini professionali.
La riforma delle professioni, inizialmente inserita nella manovra, poi stralciata e annunciata sotto forma di proposta di legge delega, sembra segnare un’inversione di rotta rispetto ad una condotta politico-parlamentare tesa a tutelare lo status quo.
Il presente disegno di legge costituzionale è volto a sostenere in concreto la visione liberale della maggioranza di governo, intervenendo alla radice normativa delle disposizioni che nel tempo hanno regolato la materia degli ordini.
Le cautele che, infatti, hanno frenato i tentativi liberalizzatori sono state dettate dai profili di possibile incostituzionalità delle norme. L'articolo 33, quinto comma, della Costituzione prevede espressamente l'esame di stato per l'abilitazione all'esercizio professionale: ed è qui che si interviene, sopprimendo la disposizione relativa all'esame di abilitazione.
DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE
Art. 1
1. Al quinto comma dell'articolo 33 della Costituzione sono soppresse le parole: "e per l'abilitazione all'esercizio professionale".
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