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Gli interventi di Compagna e di Lauro a Sorrento (Hilton Palace, 27 febbraio 2011)
Di Raffaele Lauro (del 28/02/2011 @ 09:08:56, in Il commento politico, linkato 571 volte)
Unità d'Italia. Lauro (PdL): Una vera unità nazionale non sarà possibile fino a quando il Sud resterà in balia della criminalità organizzata e di classi dirigenti, affette dalla malattia ereditaria del clientelismo, del familismo e del clanismo. Confidiamo nel Presidente Berlusconi, ma bisogna rimuovere, anche all'interno del governo, un condizionamento nordista, una mentalità nordista ed una diffusa insensibilità politica verso lo sviluppo del Mezzogiorno
Un grande applauso della platea dei giovani PdL ha salutato, stamane, a Sorrento, la lettura, da parte del sen. Raffaele Lauro, in apertura dei lavori della "Prima giornata di riflessione politica per i giovani del PdL", sul tema "I valori dell'unita' nazionale e il federalismo", i messaggi inviati dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nella "Lectio magistralis", il professor Luigi Compagna, ordinario di Storia delle Dottrine Politiche, presso la LUISS di Roma, ha sottolineato come "il federalismo nella storia d'Italia apparve nel 1848, al momento della prima guerra d'indipendenza. Ci fu allora chi, quando i soldati del Papa andarono a collocarsi al fianco di quelli piemontesi, si riconobbe in quelle idee, in quel modello, in quei valori. Lo Stato nazionale nacque, invece, nel marzo del 1861, e alle ragioni del federalismo, o soltanto del decentramento, non potè lasciare spazio. Sarebbe stata la Costituzione del 1948 a fondare un assetto politico, meno centralizzato e meno centralistico. Lo stesso federalismo fiscale, oggi in discussione, si muove in tale direzione, proponendosi anche di correggere le incongruenze che la riforma del titolo V del 2000 ha imposto al nostro sistema delle autonomie." Nel suo intervento, il sen. Lauro ha affermato che "una vera unità nazionale non sarà possibile fino a quando il Sud resterà in balia della criminalità organizzata e di classi dirigenti, affette dalla malattia ereditaria del clientelismo, del familismo e del clanismo. Confidiamo nel Presidente Berlusconi, ma bisogna rimuovere, anche all'interno del governo, un condizionamento nordista, una mentalità nordista ed una diffusa insensibilità politica verso lo sviluppo del Mezzogiorno."
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