Perchè un mio emendamento al disegno di legge Carfagna sulla prostituzione?
Emendamento Lauro all'Atto Senato 1079 -
Il mio emendamento è volto a disciplinare il libero esercizio della prostituzione, svolto in forma autonoma, a domicilio, da chi abbia compiuto la maggiore età. L'oggetto della regolamentazione è dunque strettamente limitato all'attività di prostituzione che viene scelta, in piena libertà, da persone maggiorenni.
Sono pertanto escluse da tale regolamentazione sia le forme di prostituzione libera che si svolgono nelle strade sia ogni forma di prostituzione coatta, che deve essere severamente combattuta agendo, tanto in via preventiva quanto con un opportuno apparato sanzionatorio, contro chi, a vario titolo, sfrutta la prostituzione di terzi.
L'emendamento appare pienamente coerente con gli obiettivi perseguiti dal disegno di legge di iniziativa governativa il quale - come noto - è volto a contrastare il fenomeno della prostituzione in strada e il suo sfruttamento. La proposta infatti, nel regolare, sotto alcuni aspetti, l'attività di prostituzione autonoma e libera, mira a completare l'intera disciplina del settore: per combattere adeguatamente il fenomeno, infatti, occorre anche regolare tutte quelle forme libere ed autonome di prostituzione, riconducibili ad attività che, come confermato da indagini approfondite, coinvolgono un numero considerevole di cittadini.
Si è ritenuto opportuno affidare la disciplina della materia al Governo, autorizzandolo ad intervenire con uno o più regolamenti di delegificazione sugli aspetti più sensibili connessi all'attività di prostituzione.
In primo luogo, si prevede l'introduzione di controlli sanitari periodici. Gli esiti dei controlli sanitari effettuati, nel rispetto del diritto alla riservatezza sia del cliente sia delle persone che si prostituiscono, dovranno inoltre essere annotati in appositi registri dalle autorità sanitarie. Al Governo è poi affidata la predisposizione di adeguate sanzioni in caso di mancata osservanza di questi obblighi sanitari, la cui violazione può produrre - come è facile comprendere - rischi elevatissimi per la salute pubblica.
In secondo luogo, è previsto un obbligo di registrazione fiscale delle prestazioni. Anche tale attività deve essere effettuata nel rispetto del diritto alla riservatezza.
L'opportunità di una previsione di tale natura nasce dall'esigenza di ricondurre, per assimilazione, l'attività di prostituzione, quando è fonte autonoma di reddito, all'ambito delle attività professionali ed imprenditoriali. Essa non può pertanto sfuggire al controllo del fisco, proprio ai fini delle determinazione dell'imposta sul reddito.
In terzo luogo, il regolamento governativo dovrà regolare le modalità attraverso le quali la persona che si prostituisce può pubblicizzare la propria attività, sia attraverso inserzioni sulla stampa, sia tramite messaggi in televisione, sia con altre forme di comunicazione (in particolare Internet). Tale attività deve svolgersi senza incorrere nei reati concernenti le offese al pudore e all'onore sessuale (atti osceni, pubblicazioni e spettacoli osceni, commercio di scritti, disegni o altri oggetti contrari alla pubblica decenza, atti contrari alla pubblica decenza, turpiloquio).
Inoltre le forme della pubblicità e i suoi contenuti non devono assumere caratteri lesivi della dignità umana.
L'obiettivo è dunque duplice: proteggere le stesse persone che esercitano la prostituzione, di cui l'ordinamento deve tutelare al massimo grado la dignità, come per qualsiasi altro cittadino; in secondo luogo, tutelare quanto più possibile i terzi, soprattutto minori, che purtroppo, con estrema facilità, hanno la possibilità di accedere, tramite i motori di ricerca di Internet, a siti ove vengono proposti contenuti osceni e lesivi del pudore.
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