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Sen. Lauro: la tutela dell'identità nazionale italiana (settembre 2009)
Di Raffaele Lauro (del 06/09/2009 @ 12:10:06, in Il commento politico, linkato 453 volte)
Introduzione alla pubblicazione di Marco Mantegna su “La Parrocchia di Sant’Atanasio Vescovo”, in Priora di Sorrento, edita da Petagna (settembre 2009) - La lettura d’ impeto e la rilettura attenta di questa significativa pubblicazione su “La Parrocchia di Sant’Atanasio Vescovo – Tra storia, immagini e documenti”, fortemente (e meritoriamente) voluta dal Parroco di Priora, don Francesco Saverio Casa, e scritta, con mano felice, in forma accessibile, senza rinunziare ad una impostazione scientifica e ad una solida documentazione, da Marco Mantegna, mi hanno confermato, come altre preziose e recenti pubblicazioni di storia locale, nell’antico convincimento che Sorrento e la Penisola Sorrentina, come molta parte della provincia italiana, sono uno scrigno inesauribile di memoria storica, religiosa e civile, fondamento dello spirito del nostro popolo. Mi riferisco alla sostanza stessa della nostra Nazione, minacciata dai novelli saraceni, i nuovi nemici della globalizzazione e della virtualizzazione, nonché dalla infiltrazione di altre culture, anche religiose, nel nostro tessuto sociale. L’accoglienza del diverso, il rispetto per la dignità della persona umana e il dialogo con tutte le altre civiltà, senza mai precipitare nel razzismo o nello sciovinismo, devono presupporre il rafforzamento, non la rinunzia o l’appannamento delle nostre radici, pena il progressivo dissolvimento della nostra identità, individuale e nazionale. Quest’opera, quindi, è un mattone, un piccolo antemurale, posto a difesa della nostra civiltà in pericolo, perché ci descrive il cammino bicentenario, non privo di difficoltà, di una comunità, una comunità del cuore, come, con amore di padre, la definisce don Francesco Saverio, saldamente ancorata, innanzi tutto, alla continuità della guida pastorale dei parroci, succedutisi nel tempo, fedeli, per dottrina, per tenacia e per resistenza, al Patrono, Sant’Atanasio Vescovo. Se qualcuno, per assurdo ed ammesso che fosse possibile scindere ciò che è fuso insieme, volesse provare ad immaginare il borgo di Priora, senza la Chiesa (l’edificio, la facciata, il pavimento maiolicato, le campane, il busto ligneo del Santo Patrono, la statua dell’Addolorata, la nicchia della Vergine e Martire Agnese, gli altari, le lapidi, i quadri, i lampadari e, non ultimo, il restaurato organo del Settecento), senza i parroci del passato e di questo secolo (l’energico don Angelo Montorsi, il colto don Nicola Fiorentino, il marinaresco don Pasquale Ercolano e l’attivissimo don Giuseppe Fontanella), senza la Confraternita di Maria Santissima (celeste fratellanza, ricostituita a nuovo vigore) e senza le cappelle (Santa Maria del Toro alla Crocevia, Santa Maria della Purità a Li Simoni e l’Addolorata a Monte Sant’Antonio) e gli istituti religiosi (Suore Francescane Immacolatine), si troverebbe di fronte ad un agglomerato di case, senza anima, senza tradizione, senza il senso del vivere insieme, cioè senza vita comunitaria. Questo libro ci consegna, pertanto, un esplicito messaggio etico, che lo rende, per tale ragione, non un insieme di fogli ben stampati, ricco di belle immagini, sacre e naturalistiche, da ammirare, da sfogliare e da riporre in libreria, quasi come un oggetto museale. Quanto la radiografia di una storia e di una cultura rurale, vivente e palpitante, che, per continuare a vivere e a palpitare di fede cristiana, di ricordi, di affetti, di passioni, di sentimenti, di lacrime, di dolore o di felicità, impone, ai membri della comunità di Priora ed ai sorrentini, una lettura meditata ed una partecipazione, vissuta con coerenza, senza egoismi e senza sopraffazioni. Allora i riti, le processioni, le sagre, a partire da quella dell’uva, pervenuta al trentennale, non saranno manifestazioni esteriori, ancorché belle, ma il corollario autentico di una fede religiosa integralmente vissuta. Lo spazio a disposizione non mi consente di andare oltre. Se la cortesia del Parroco mi concederà, in futuro, di partecipare alla presentazione pubblica di questo lavoro, non mancherò di entrare nei dettagli, non rinunziando a testimoniare anche l’onda delle emozioni, che si è generata nella mia mente e nel mio cuore, nell’incontro con le immagini dei "miei" arcivescovi (Carlo Serena, Raffaele Pellecchia ed Antonio Zama), e di alcuni sacerdoti, che hanno segnato la mia formazione ed insieme il mio sofferto cammino di fede. Raffaele Lauro, senatore