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Il Sen. Lauro interroga il Ministro Stefania Prestigiacomo sulla tutela del Vallone Porto di Positano (24 luglio 2009)
Di Raffaele Lauro (del 24/07/2009 @ 15:43:13, in Il commento politico, linkato 514 volte)
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE A RISPOSTA SCRITTA - LAURO. Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Premesso che: il bacino del Vallone Porto, nel Comune di Positano, rappresenta nel suo insieme un geotopo di grande valore paesaggistico ed ambientale nel contesto geografico della Costiera Amalfitana, già dal 1997 iscritta dall’UNESCO nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità; l’ area è inserita in un Sito di Interesse Comunitario (SIC IT8050051); la zona, nel cuore del Parco dei Monti Lattari, è caratterizzata da importanti specie faunistiche e vegetazionali, anche in via di estinzione, ed è sottoposta a vincolo paesistico-ambientale; la regione Campania ha erogato dei finanziamenti per i lavori di sistemazione idraulico-forestale per la mitigazione del rischio da dissesto idrogeologico della rete idrografica del Vallone Porto-Arienzo nel Comune di Positano; per contrastare questo dissesto idrogeologico il Comune di Positano vorrebbe realizzare lunghe briglie in cemento armato, pavimentare un antico sentiero sterrato, eliminare tutte le essenze arboree lungo il letto del torrente, sistemare i versanti marginali l'asse del torrente tramite il taglio della vegetazione ripariale e la costruzione di palizzate e gabbionate a contenimento delle scarpate; alla foce del vallone il Porto, sulla spiaggia di Arienzo, esiste un passaggio obbligato al di sotto di un tratto tombato e nell’alveo del rivo come unica via di accesso e di fuga alla spiaggia e allo stabilimento balneare presente su suolo demaniale; tale artificiosa strozzatura realizzata anni fa, abusivamente e sul demanio, appare la causa degli interventi finanziati, inoltre la suddetta tombatura e la relativa sottostante “via d’accesso” alla spiaggia, oltre a non essere a norma di legge, appare costituire serio e reale pericolo per la pubblica e privata incolumità e ad oggi nessuno ha mai provveduto a segnalare tale pericolo con apposita tabellazione e/o ad interdirne il passaggio al di sotto di essa; esistono serie e motivate perplessità circa la tollerabilità di tale opera di tombatura, ai sensi delle vigenti normative, ed ai fini della sua influenza sui livelli di pericolosità alluvionale nel tratto finale del torrente ossia circa la possibilità di intasamento e sovrappasso dei flussi di piena, con maggior rischio per la costruzione in sponda destra; gli enti competenti hanno adottato la scelta di utilizzare fondi pubblici per effettuare interventi estensivi a monte di “mitigazione del rischio” (non risolutivi e devastanti) anziché utilizzare le risorse disponibili per affrontare subito (e non rimandarlo ad una incerta disponibilità futura) il problema – reale e ben più grave - del tratto tombato finale; dagli stessi atti progettuali si deduce che l’intervento sarà solo di mitigazione e non di risoluzione del rischio colate, con una mitigazione dichiarata di meno di 1/10 rispetto al pericolo paventato, mentre nulla verrà fatto riguardo alle frane; l’intervento finanziato dalla regione ricade anche in proprietà privata ed il preventivo parere rilasciato dalla Regione Campania era subordinato all’avvio delle procedure di ridefinizione dei confini dell’alveo demaniale, procedure che ad oggi non risulterebbero avviate; l’intera area resterà classificata a rischio colata, anche dopo il discutibile intervento nonché, ovviamente, a rischio frana; nell’esecuzione delle opere in atto, che prevedono tra l’altro la pulizia dell’alveo, si e’ proceduto all’estrazione e movimentazione di notevoli quantità di inerti fluviali; alla luce delle normative vigenti, qualsiasi attività promossa da Enti territoriali che possa collegarsi alla movimentazione di inerti fluviali e ad un loro possibile riutilizzo, ivi compresa la semplice dislocazione lungo l’asta fluviale, è soggetta ad un iter autorizzativo che comporta l’acquisizione tra l’altro del preventivo parere favorevole della proprietà rappresentata dall’agenzia del demanio che agisce in nome e per conto del M.E.F. e, inoltre tutti i progetti di regimentazione idraulica devono contenere il piano di riutilizzo del materiale eventualmente estratto, orbene tali pareri e piani parrebbero inesistenti; migliaia di cittadini si sono mobilitati, anche attraverso una petizione, per impedire che il progetto di mitigazione del rischio idrogeologico si realizzi in questi termini, compromettendo l’integrità dell’oasi di Vallone Porto; Negli ultimi mesi numerosi articoli, pubblicati anche su riviste specializzate, e programmi Mediaset e Rai (ultimo il programma di Licia Colò) hanno puntato l'attenzione sul rischio che incombe su questa oasi; Le petizioni on line hanno già raccolto migliaia di firme, centinaia le persone che hanno aderito al gruppo “Help Vallone Porto”, creato sul social network Facebook; Sono molti gli studi che dimostrano la particolarità botanica e zoologica di questa singolare forra e sono attualmente in corso ulteriori ricerche sulla flora vascolare e lichenica da parte di ricercatori presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli Federico II; il WWF Italia, assieme a Lega Ambiente e Italia Nostra, ha commissionato diverse perizie geologiche, botaniche e zoologiche nell’area del Vallone Porto di Positano, che hanno dimostrato l’inefficacia, il danno ambientale e le numerose controindicazioni di questa opera oltre alla possibile non corrispondenza alla realtà delle documentazioni progettuali prodotte; ciò premesso, l’interrogante chiede di sapere se il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sia a conoscenza di questa delicata situazione e quali iniziative intenda intraprendere, con ogni urgenza consentita, affinché gli interventi di messa in sicurezza siano compatibili con le esigenze di tutela paesistica, ambientale e del patrimonio floro-faunistico della zona.