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Registrazione dell'intervento a braccio del Sen. Lauro al Convegno sulle energie rinnovabili (Roma, 19 giugno 2009)
Di Raffaele Lauro (del 21/06/2009 @ 10:12:33, in Il commento politico, linkato 626 volte)
L’attuale quadro internazionale relativo allo sviluppo energetico, vede un chiaro indirizzo, per quanto riguarda la necessità di incrementare gli sforzi in termini di riduzione delle emissioni e di incremento della produzione di Fonti di Energia Rinnovabile. Tali impegni volti a definire le politiche del post-Kyoto, sono stati recentemente rafforzati dalla modifica sostanziale di approccio di grandi paesi precedentemente scettici e che, oggi, stanno ridefinendo le politiche di sviluppo delle Fonti di Energia Rinnovabile sulla scorta di quanto già definito dagli Stati Uniti d’America del Presidente Barack Obama. Gli impegni dell’Unione Europea, poi, stanno vedendo un ulteriore impulso: dalla strategica visione di incrementare un percorso che dia risultati concreti e che coniughi sviluppo industriale, occupazione e salvaguardia ambientale. A breve tali ragionamenti prenderanno definitivamente forma a Copenaghen dove il famoso pacchetto "Clima e Energia" è sarà definitivamente reso operativo. Il nuovo contesto che, a dicembre, i Paesi membri sanciranno, con obiettivi importanti al 2020, vedrà, poi, una sostanziale novità, che si sostanzia con il passaggio degli impegni da essere solo indicativi ad essere vincolanti per i Paesi aderenti, con la previsione di sanzioni per quelli inadempienti. L’Italia, in questo scenario, si trova ad avere un obiettivo, già previsto dalla Direttiva Comunitaria del 2001, pari al 25% del Consumo Interno Lordo entro il 2010, che ragionevolmente dovrà essere adeguato alla luce delle prossime decisioni, nello scenario al 2020. Parimenti si dovrà far sì che il nuovo obiettivo derivante dallo scenario emergente dalle decisioni di Copenaghen, vada ad essere il più adeguato possibile alle potenzialità delle singole fonti, al quadro energetico ed industriale del nostro Paese, nonché alla realtà specifica del settore energetico ed economico. L’Italia, analizzando l’attuale situazione del settore elettrico, può trarre, dallo sviluppo delle Fonti Rinnovabili di Energia benefici importanti, sia in termini elettrici sia in termini occupazionali. Ma soprattutto il beneficio di una significativa produzione elettrica da Fonti Rinnovabili, data la grandissima dipendenza energetica del nostro Paese dall’estero, potrebbe dare maggiore sicurezza degli approvvigionamenti aumentando la sicurezza energetica e la stabilità economica di queste fonti. Tra le Fonti Rinnovabili, poi, è necessario distinguere, innanzitutto, tra quelle che hanno ancora tecnicamente un potenziale significativo per l’Italia: e, tra queste, eolico, biomasse, fotovoltaico e mini idroelettrico sono quelle maggiormente sfruttabili. Quindi vedendo quali, tra queste, hanno una maggiore efficienza ed economicità, e minori impatti per quanto riguarda l’estensione territoriale, l’eolico risulta tra tutte le Rinnovabili quello con ragionevolmente darà, al 2020, il maggior apporto nel raggiungimento degli obiettivi comunitari, come, peraltro, sancito dall’ultimo Position Paper del Governo Italiano presentato a Bruxelles. Per queste ragioni l’impegno che il Governo Berlusconi ed, in particolare, il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, stanno mettendo nel supportare lo sviluppo delle nuove energie, viene comunemente riconosciuto, come intervento equilibrato e coerente con gli obiettivi: con la necessaria cautela che il riassetto complessivo del mercato elettrico, e la discussione sul rilancio della produzione elettrica da nucleare. L’approccio sistemico, infatti, è l’unico che può garantire politiche stabili e durature, sostenibili economicamente e, pertanto, utili al raggiungimento del miglior risultato complessivo, senza mai perdere di vista le differenti esigenze complessive del Paese, né tantomeno farsi trascinare da scelte ideologiche, che, come in passato, rischiano, nel medio e lungo periodo, di ritorcersi contro una crescita sana di un’economia sostenibile. Il tasso di crescita degli ultimi cinque anni ha visto una crescita annua dell’eolico in Italia, come nel mondo, pari al 30% ed oltre, con il migliore risultato di sempre nel 2008 che ha visto 1.010 MW di nuova potenza installata e oltre 6,5 miliardi kilowatt/ora prodotti, il potenziale nazionale secondo le previsioni dell’ANEV sono di oltre 21 ulteriori miliardi di kilowatt/ora cosa che porterebbe gli attuali 18.000 addetti a oltre 66.010 secondo le previsioni dello Studio ANEV-UIL. Questi dati sono estremamente significativi e il Governo Italiano ha già dato le prime risposte all’ANEV, come promesso dal Ministro Claudio Scajola, in occasione di Eolica Expo dello scorso ottobre. Da allora è stato emanato un Decreto Ministeriale che ha riscontrato l’approvazione pubblica dell’ANEV, oltre che delle altre associazioni e operatori del settore, e che ha risolto, in larga parte, la criticità connessa con l’aleatorietà del valore del Certificato Verde: sistema che, tuttavia, potrebbe essere nuovamente modificato nel provvedimento in corso di discussione alla Camera A.C. 1441 ter b, introducendo la possibilità di sviluppo anche per l’interessante settore del mini-eolico, che ancora necessita di un percorso autorizzativo semplificato. È stato anche dato esito a quanto promesso dal Ministro Scajola con la riattivazione dell’Osservatorio Nazionale delle Fonti Rinnovabili e, entro qualche mese, dovrebbero essere emanati i due provvedimenti sulle linee guida semplificate per l’autorizzazione unica, che dovranno contribuire alla riduzione delle pastoie burocratiche che comportano l’aumento dei costi e delle inefficienze. Inoltre la definizione della ripartizione regionale dell’obiettivo nazionale consentirà di raggiungere più facilmente gli obiettivi definiti e di responsabilizzare gli Enti locali nella definizione di politiche concrete per lo sviluppo di nuovi impianti, nonchè di ridefinire una migliore collaborazione tra Governo centrale e Enti territoriali, nel rispetto delle reciproche competenze, talvolta travalicate, come recentemente sancito dalla Corte Costituzionale proprio per le Linee Guida Regionali sull’eolico, che prevedevano illegittimamente disposizioni, che sono proprie del Governo centrale. Ultima questione riguarda la Rete che dovrà vedere ancor più velocizzate le attività di adeguamento e di sviluppo necessarie, e delle regole, certe e possibilmente contenute, in un Testo Unico delle Rinnovabili, che consenta di armonizzare e semplificare i vari iter e le varie normative, eliminando le duplicazioni, le incongruenze e le vischiosità, che rischiano di far proliferare inefficienze e farragginosità, invece da rimuovere.