Interrogazione del sen. Lauro a Berlusconi e a Tremonti contro il condono fiscale (Roma, 17 ottobre 2011)
Raffaele LAURO - Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze
Premesso che:
- l’economia italiana continua a trascinarsi nella stagnazione, come il Governo ha ultimamente confermato, rivedendo la crescita, nel prossimo triennio, a meno dell’1 per cento all’anno, e che il nostro Paese ha urgente bisogno di accompagnare, al necessario rigore finanziario, un programma di riforme strutturali e di stimoli alle attività produttive per rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi di risanamento della finanza pubblica, ma, principalmente, per dare un futuro a quella massa di giovani, di lavoratrici, di forze di lavoro del Sud che non riescono ad inserirsi attivamente nel sistema produttivo;
- in questa prospettiva, più che ingegnarsi nella messa a punto di profonde riforme di struttura, atte a rilanciare la competitività e gli investimenti, è tornato ad essere proposto, sconsideratamente, da più parti, il ricorso all’ennesimo condono fiscale per fare cassa, con la pretestuosa motivazione dell’abbattimento del debito pubblico;
- un condono fiscale, in una fase economica così difficile, si tradurrebbe in un aumento del prelievo di risorse da cittadini ed imprese;
- risulta, dall’analisi economica, in modo incontrovertibile, che i cosiddetti benefici del condono fiscale sono di brevissima durata, mentre i costi, in termini di perdita di gettito fiscale, diventano notevoli, nel medio termine;
- il ripetersi di condoni, dopo la serie di quelli attuati nel Paese nell’ultimo ventennio, rafforzerebbe nei contribuenti la propensione ad evadere le imposte nell’aspettativa che, presto o tardi, interverrebbe un nuovo condono, con sostanziali riduzioni del carico fiscale;
- un condono fiscale avrebbe effetti nettamente contrari alle politiche di lotta all’evasione fiscale, messe in atto con gli ultimi provvedimenti sulla stabilità economico-finanziaria, volte sia a recuperare stabilmente gettito, sia a radicare in tutti i contribuenti la convinzione che tutti debbano pagare le imposte, perché ciascuno ne paghi un po’ meno;
- un condono fiscale andrebbe anche contro le più volte dichiarate politiche di contrasto del riciclaggio del denaro sporco;
al fine di fare chiarezza, rispetto alle dure decisioni di politica economica che ci attendono e di rilancio dello sviluppo,
si chiede di sapere, con ogni urgenza,
quanti condoni fiscali, di diverso tipo, dallo scudo fiscale alle varie sanatorie di imposte e contributi, sono stati attuati in Italia, negli ultimi 20 anni;
l'ammontare del gettito, nel breve termine, realmente ottenuto da tali condoni e lo scostamento verificato, in positivo o in negativo, rispetto ai risultati attesi e preventivati in bilancio;
quali siano, a giudizio dell’Amministrazione finanziaria, le ragioni degli scostamenti verificati;
quanta base imponibile tali condoni hanno consentito di recuperare negli anni successivi;
quale rapporto intercorra, in termini qualitativi e quantitativi, tra l’andamento dei condoni fiscali e quello, purtroppo sempre crescente, dell’evasione fiscale;
quali benefici, al netto dei costi menzionati, un nuovo condono possa apportare allo sviluppo dell’economia italiana;
quale incidenza potrebbe avere un nuovo condono fiscale sul fenomeno dell’evasione fiscale, la cui dimensione, a seconda del metodo usato, oscilla tra il 16 e il 22 per cento del PIL;
quale effetto di immagine negativa, relativa alla coerenza delle scelte del nostro Governo, potrebbe avere un nuovo condono fiscale sulle valutazioni delle autorità monetarie europee e dei mercati finanziari.
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