Il punto del Sen. Lauro sugli incontri istituzionali nella Penisola Sorrentina (Roma, 6 marzo 2011)
Caro Direttore Califano,
mi rivolgo alla Tua ospitalità per fare il punto
sugli incontri istituzionali, da me promossi,
in Penisola Sorrentina, negli ultimi due mesi,
ed anche per sottolineare l'attenzione,
da Te riservata, al nuovo spirito comprensoriale
che anima le Amministrazioni della Penisola Sorrentina.
Premetto un breve richiamo storico.
I dissidi, le lacerazioni, le lotte fratricide, anche sanguinose,
ed i contrasti, che hanno marchiato, lungo i secoli, la storia della nostra terra,
dentro e fuori le mura di Sorrento,
causarono, indirettamente,
anche il saccheggio turchesco del 1558,
le stragi, le schiavitù e il non ritorno di tanti, nonchè
la distruzione della memoria storica della città
e una crisi economica e sociale, senza precedenti.
E, più recentemente, nella fase
della ricostruzione del secondo dopoguerra, accanto ad un significativo
sviluppo socio-economico, si è determinato un cumulo di criticità,
specie infrastrutturali, causato dai campanilismi dei singoli comuni e dalla stessa composizione
di una parte della classe dirigente locale, spesso in conflitto di interessi
tra attività privata e ruolo di pubblico amministratore.
Ne ebbi prova quando, da amministratore, a Sorrento,
provai ad affrontare, con illustri urbanisti di fama internazionale,
in un'ottica comprensoriale,
i problemi della mobilità in Penisola Sorrentina e della viabilità, senza dover
deturpare ulteriormente il paesaggio, con sventramenti e superstrade,
che avrebbero alimentato ulteriormente la speculazione edilizia.
Allora il progetto dei grandi parcheggi extraurbani e dei collegamenti, sotterranei,
sembrò una follia, oggi viene giudicato un'occasione perduta.
Con queste consapevolezze (anche storiche), accanto all'apprezzamento generale,
di cui sono grato a tutti e, in particolare, ai tanti che me lo hanno manifestato direttamente,
avevo dato per scontato analisi critiche,
che sono sempre positive, nella dialettica democratica,
purchè costruttive e finalizzate alla crescita dei progetti.
Alcune di queste critiche, però, anche se del tutto minoritarie,
sono dettate dal pregiudizio, dalla frustrazione,
dal desiderio di visibilità narcisistica e, non di rado, da strategie occulte di chi immagina
ancora che la vita dei cittadini possa essere eterodiretta dai piccoli boss locali,
i quali partecipano alla vita amministrativa, non importa in quale partito o lista civica (l'uno vale l'altra)
per difendere esclusivamente i propri interessi, professionali o imprenditoriali.
A questo tipo di polemiche, non intendo prestare attenzione, perchè il loro unico intento è di distruggere e non di costruire.
Provo a dare soddisfazione, come doveroso, a chi ha posto problemi seri o interrogativi più che legittimi.
- Un parlamentare, vicino al territorio e sempre disponibile nei confronti di chi
ha il peso dell'amministrazione locale, ha il dovere di secondare lo spirito nuovo,
a carattere comprensoriale, come quello emerso oggi tra i Sindaci della Penisola Sorrentina,
ed ha il dovere di farlo, come nel mio caso, in termini esclusivamente istituzionali.
La mia logica, quindi, è quella di unire e non di alimentare scontri politici, di partito
o, addirittura, personali.
- I temi affrontati nei primi incontri istituzionali non sono stati calati dall'alto, ma imposti dalla realtà dei fatti: sanità,
sviluppo urbanistico e infrastrutture energetiche non rappresentano invenzioni convegnistiche, ma elementari necessità.
L'avvio del confronto su questi problemi è solo l'inizio di un percorso, come è stato sempre chiarito, in ogni sede, e non l'approdo.
Sarebbe velleitario il solo pensare che, con un incontro, pur autorevole, si risolvano problemi annosi, che coinvolgono diversi livelli di responsabilità
politico-istituzionale e necessitano di ingenti risorse, in una fase restrittiva dei bilanci.
Ma da un parte bisognava pur iniziare! Per cui parlare di successo o di insuccesso, dopo il primo passo, risulta puerile o segno di assoluta malafede.
Mentre appare giusto e propositivo chiedere l'ampliarsi del confronto, nelle sedi consiliari, nei segmenti associativi e nelle articolazioni sociali.
- L'incontro istituzionale su "L'Unione dei Comuni della Penisola Sorrentina", rinviato per la sopraggiunta indisponibilità delle
Autorità di Governo, da me invitate, si colloca nelle stessa ottica dell'avvio di un progetto, che diventerà il nodo, strategico
e permanente, per affrontare la gestione unitaria dei servizi, con l'obiettivo di migliorarne la qualità per i cittadini, nonostante la minore disponibilità delle risorse.
Se questo rinvio obbligato potrà servire ad allargare, anche preliminarmente, il dibattito ed il confronto, tra le Amministrazioni, tra i gruppi consiliari,
tra le forze politiche, tra le associazioni e tra i cittadini, sarà certamente positivo.
Mi trovo nella felice condizione, di non avere interessi particolari da tutelare.
Il mio unico interesse, generale, nella qualità di rappresentante, a livello nazionale, della sovranità popolare, consiste nel poter dare un contributo, se richiesto e di intesa con gli Amministratori locali, alla crescita unitaria delle comunità di Sorrento, di Massa Lubrense, di Sant'Agnello, di Piano di Sorrento, di Meta e di Vico Equense.
E, da questo punto di vista, non arretrerò di un millimetro, per tutta la durata del mio mandato parlamentare.
I percorsi iniziati, tuttavia, dovranno essere verificati in tutti i passaggi successivi (per i quali sono stati indicati dei coordinatori), che non saranno facili, nè indolori, nè i traguardi possono essere considerati come acquisiti!
E se i risultati saranno conseguiti, il merito andrà alle comunità amministrate, non a questo o a quel parlamentare, non a questo o a quel sindaco, non a questo o a quel partito!
E' necessario, tuttavia, che non si attenui lo spirito comprensoriale dei Sindaci, che rimane l'unica strada percorribile per garantire un futuro di sviluppo equilibrato per la Penisola Sorrentina!
La mancanza di collaborazione e il prevalere dei vecchi egoismi provocherebbero, alla lunga, un nuovo 1558, nuovi dissidi, nuove lacerazioni, nuove lotte fratricide, nuova crisi economica, con una sola differenza, rispetto al passato: i turchi non sbarcherebbero più dalla galee di Pialì Pascià, ma sarebbero già presenti tra noi!
Con animo grato,
Raffaele Lauro
Senatore della Repubblica
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