Reportage a colori di 25 minuti, in chiave surrealista, sulla pittura surrealista di Carlos Cairo, prodotto dalla GADCO s.r.l.
- “ La Musa tragica” di Henry James
- “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud
Carlos, pittore surrealista e metafisico, di origine tedesca (è nato a Colonia) vive a Roma da molti anni, in una casa della campagna romana, insieme con la moglie e le figlie. Queste notizie le apprendiamo, in apertura, dalla voce narrante di un Omino di colore, in legno, che si materializza sulla colonna di ingresso al vialetto della casa. E’ una tarda e ventosa mattinata, Carlos, rientrando da Roma in auto, scorge l’Omino in legno, seduto sulla colonna di ingresso del vialetto di casa. Si sente una risata ironica, proveniente dall’Omino. Carlos lo guarda, si stupisce, ma prosegue. Lo rivede, dopo pochi metri, all’ingresso del cancello di casa. Di nuovo, la risata, quasi di scherno! Lo stupore aumenta. Infine, parcheggiata l’auto, Carlos si rende conto che l’Omino si è spostato sulla terrazza di casa. Ancora la risata ironica e provocatoria. Quel miraggio (o realtà?) gli appare una persecuzione. Entra in casa. L’Omino è onnipresente, in tutto il giardino. Si sente la voce narrante dell’Omino che teorizza il rapporto dell’artista con la realtà, mentre il feticcio si sposta sugli alberi, sul sedile di pietra, sull’anfora, sul dondolo, ai bordi della piccola piscina, sotto la doccia. Risate intervallano il vento e la narrazione: risate, sempre più strane. L’inquadratura della porta semiaperta di casa individua il luogo di provenienza delle voci off. Inizia il dialogo tra Carlos e la moglie. Carlos interroga la moglie sull’omino, lei non ne sa niente, né l’ha visto. Si alterano. Alla fine la moglie canzona il marito: voi artisti surrealisti, tutti pazzi integrali! Il pittore si difende ed enumera i maggiori artisti surrealisti del Novecento, citando due opere rappresentative: “ Illuminazione” di Magritte e “ Natura morta con una vecchia scarpa” di Mirò.
Il concerto per clarinetto K. 622 di W.A. Mozart sottolinea il momento della sorpresa e dello spirito naturalistico.
Carlos e l’Omino sono l’uno di fronte all’altro, seduti, in casa. Carlos è curioso di sapere chi sia lo strano interlocutore. L’Omino parla per la prima volta, ride, gli risponde che dovrà capire da solo. Dalla voce dell’Omino, si coglie l’inflessione spagnola, così come Carlos parla un italiano-tedesco. L’Omino interroga Carlos sulle origini tedesche, sulla famiglia di provenienza, sulla formazione, sui viaggi, sulla scelta di vivere a Roma, sull’amore per la musica, sul rapporto musica e pittura, sul surrealismo, sull’astrattismo, sui colori (il blu), sulla metafisica di De Chirico e, infine, sul destino della pittura e dell’arte nell’era di Internet. Il dialogo, in campi e controcampi, è sottolineato dalle immagini delle opere pittoriche, montate in rapida successione (da videoclip, in fughe surreali). Alla fine del dialogo, l’Omino rivela soltanto il suo nome, Salvador; ma fornisce a Carlos notizie per la identificazione. Carlos intuisce chi sia lo straordinario visitatore. L’Omino, dopo lo svelamento, gli chiede di restituirlo, al più presto, al TUTTO.
Brani musicali d’epoca (I. Glindemann) fanno da sfondo musicale al dialogo tra Carlos e Salvador.
Carlos è al tavolo di lavoro, all’aperto; lo assiste Salvador, ormai amico. La luce al tramonto taglia il volto di Carlos. Si respira aria di serenità e di riconciliazione. Carlos lavora ad un quadro, come pacificato. Salvador gli parla dell’opera del pittore nel trascorrere del tempo, mentre Carlos gioca con lui con il pennello. La presenza di Salvador non lo turba più, lo rasserena. “La bellezza dei quadri ignora la morte”, sentenzia Salvador. Si sente soltanto la voce di Salvador, che, alla fine, di nuovo, gli chiede di restituirlo, nel corso della notte, al TUTTO.
Il prologo dell’Apollon Musagète di I. Strawinsky riempie di eternità le immagini.
Un rombo e la vista, tra gli alberi, di un aereo, nel cielo notturno, annuncia, in chiave metaforica, la partenza di Salvador e il distacco. Il giardino, reso quasi incantato dal blu della notte (di nuovo il blu, dominante) è come sospeso, in un’attesa di eventi. Si sente il vento forte soffiare tra gli alberi. Un tronco d’albero reciso, si presenta, sfocato, in primo piano; poi, è a fuoco, sullo sfondo del giardino deserto. Non si capisce cosa accadrà, ma si intuisce la tensione. Carlos entra in scena. Salvatore è già sulla sommità del tronco-rogo. Carlos accende il rogo. Il fuoco esplode e divampa. Lo stesso Carlos rischia di essere coinvolto. Salvador è tra le fiamme. Si sente la voce di Carlos che saluta Salvador, prima in tedesco e poi in italiano: Addio, Salvador! Salvador, tra le fiamme, ripete ancora : “La bellezza dei quadri ignora la morte” e, di seguito, si sente, per l’ultima volta, la sua risata forte, provocatoria, infernale! Mentre, nel fuoco, si coglie, per un attimo, l’immagine di Salvador Dalì.
Il brano “Samuel Goldberg et Schmuyle” (da “Pictures at an exhibition”) di M. Musorgskij amplifica la tensione e il dissolvimento, nel fuoco, di Salvador.
Eine surreallistische praesentation der surrealistischen malerei von carlos cairo.
Herstellung:GADCO s.r.l. Ro m a
die frei nachempfunden den WERKEN:
-“ DIE TRAGISCHE MUSE “ von Henry James
-“ DIE TRAUMDEUTUNG “ von Sigmund Freud
Seit vielen Jahren lebt der Maler Carlos Cairo
, der in Deutschland (Koeln) geboren wurde, mit seiner Frau und zwei Toechtern
vor den Toren Roms in einer abgeschiedenen laendlichen Idylle.
Diese Information wird zur Einleitung in erzaehlerischer Weise von einer kleinen
Holzfigur, die einen sitzenden Neger aus der Karibic darstellt, dem Betrachter
uebermittelt. Es ist ein stuermischer Spaetmorgen , als Carlos von Rom kommend
in seine private Auffahrt einbiegt, als er auf einer der Saeulen, die seine
Einfahrt markieren, eine kleine Holzstatue bemerkt, er hoert ein ironisches
Kichern. Als er weiter faehrt sieht er erneut den kleinen Gnom , der nun kurz
vor dem Eingangstor auf der Mauer sitzt und ihn mit einem frechen, ja provokanten
Gelaechter empfaengt. Carlos parkt seinen Wagen, steigt aus, und sieht nun vollends
irritiert den kleinen Kerl auf derTerrasse im zweiten Stock seines Hauses sitzend.
Waehrend Carlos ins Haus geht, treibt der kleine Derwisch sein Unwesen im Garten
.
Er ist nun ueberall und nimmt vom Garten Besitz. Er setzt sich auf die "Dondola",
sitzt am Schwimmbad, ja macht sogar eine Dusche. Aber nun faengt er auch noch
an zu philosofieren. Er macht Bemerkungen ueber das Verhaeltnis der Kuenst-
ler zur Realitaet. Carlos fragt seine Frau, ob sie vielleicht diesen seltsamen
Gnom auf einem roemischen Markt erstanden hat. Davon kann keine Rede sein, meint
sie und wirft ihm vor, dass er einmal wieder ein Opfer seiner Phantasie geworden
ist.
Das Klarinettenkonzert K 622 von W. A. Mozart unterstreicht die Ueberraschung und den naturalistischen Geist dieses Augenblicks
Carlos sitzt seinem fremden und noch unbekannten Gast gegenueber, der sich
ziert seine Indentitaet preiszugeben . Er fordert Carlos auf , von sich aus
zu erkennen , mit wem er es zu tun hat. Er hat einen spanischen Akzent, und
Carlos kann seinen deutschen nicht verleugnen.
Bevor der Gast sich zu erkennen gibt, stellt er Fragen:
Carlos, wo bist Du geboren?
Wo sind Deine Wurzeln? Du warst bei den Jesuiten in der Schule, was ist Dir
aus dieser Erfahrung geblieben? Du machst Musik. Was bedeutet Dir die Musik,
und in wieweit hat sie Einfluss auf Deine Malerei? Du hast viele Reisen unternommen,
speziell nach Fernost, hat das Deine Ausdrucksweise beeinflusst? Wie denkst
Du ueber die neuen Medien (Internet etc.) ?
Du lebst seit vielen Jahren in Rom, warum?
Diese Fragen und die Antworten sind begleitet von einer rasch aufeinanderfolgenden
Praesentation der Arbeiten aus den letzten 10 Jahren.
Zum Schluss des Interviews gibt der seltsame Gast seine Indentitaet preis.
Ich bin SALVADOR. Carlos versteht sofort die doppelte Bedeutung. Salvador Dali
und der im uebertragenen Sinne : Salvatore (Retter).
Das Erkennen wird umgehend bestraft:
"Nun, da Du weisst, wer ich bin , musst Du mich bald wieder entlassen."
"Brani musicali d'epoca" (I.Glindemann) sind die musikalische Begleitung
beim Dialog zwischen Carlos und Salvador
Carlos sitzt an dem Arbeitstisch ,den er bei gutem Wetter bevorzugt. Salvador,
der nun ein vertrauter Freund ist, leistet ihm Gesellschaft. Ein herrlicher
Spaetsommertag wirft Licht auf Carlos Gesicht. Es kommt ein Harmoniebeduerfnis
auf, als Salvador von Trennung spricht. Carlos:" Wir verstehen uns so gut .Und
dann fordert er mich auf , ihn zu vernichten, zu zerstoeren, ja zu verbrennen".
Salvador: "Troeste Dich: Die Schoenheit der Bilder besiegt den Tod."
Der Prolog vom Apollon Musagète von I.Strawinsky haucht den Bildern die Ewigkeit
ein.
Es ist Nacht geworden. Oh, Salvador, warum musst Du gehen? Du hast mir Zuversicht
gegeben.
Es ist dunkel. Ich werde ein Feuer machen. -- Ein Flugzeug ,das ploetzlich am
Nachthimmel erscheint, verkuendet den unvermeidlichen Abschied.--- Leb wohl.
Addio.
(Der Garten ist in naechtliches Blau eingetaucht. Ein starker Wind weht vom
Meer, ein Baumstumpf fuer den Scheiterhaufen bietet sich an, Salvador, Du hast
mir keine Wahl gelassen. Leb wohl.). Das Feuer brennt, und zwischen den Flammen
hoert man Salvador sagen: "Die Schoenheit der Bilder besiegt den Tod" und man
nimmt zum letzten Mal sein starkes, provokatives,hoellisches Lachen, wahr. Fuer
einen Augenblick erscheint das Antlitz von DALI.
Das Stueck "Samuel Goldberg et Schmuyle" (aus"Pictures at an
exhibition") von M. Mussorgskij verstaerkt die Spannung und die Aufloesung,
im Feuer, von Salvador.